POST DI MICHELE FINA SCATENA L'IRA DI CAMILLO D'ALESSANDRO, ANCHE CIALENTE ATTACCA LA GESTIONE DEL PARTITO

REGIONALI: IL PD SE LE SUONA SU FACEBOOK, ”BASTA CAMINETTI, ULTIMA RIUNIONE NEL 2015”

di Marco Signori

1 Settembre 2018 16:00

Regione - Politica

L'AQUILA – In mancanza di luoghi di discussione fisici – pare che l'assemblea regionale non si riunisca addirittura dal marzo del 2015, quando ratificò l'elezione del segretario Marco Rapino ed elesse il presidente Camillo D'Alessandro – il Partito democratico se le suona sui social network a ormai pochi mesi dalle elezioni regionali.

Lo scontro è andato in scena sulla bacheca Facebook di Michele Fina, ex assessore provinciale dell'Aquila nella giunta di Stefania Pezzopane e fino al 4 marzo scorso consigliere politico del ministro della Giustizia Andrea Orlando, ed è ruotato attorno proprio alla mancata analisi della sconfitta alle ultime politiche.

“Finalmente si apprende che il prossimo 7 settembre si terrà l’assemblea regionale del Pd. La prima dopo le elezioni politiche”, ha annunciato Fina, 40enne di Luco dei Marsi (L'Aquila) estromesso dalle liste per il Parlamento nonostante il pressing di Orlando sui vertici del partito, ricordando di aver chiesto più volte la riunione  della “massima assise del partito regionale alla presenza della segreteria nazionale”.

“Possiamo fare il passo avanti che si merita la nostra comunità e l’Abruzzo. Daremo una nuova guida al Pd: quale guida lo decideremo in quella occasione. Naturalmente auspico che non ci siano più rinvii. Perché non c’è più tempo”, ha aggiunto Fina, lanciando così anche un messaggio a chi nelle ultime settimane ha pensato, evidentemente senza condivisione all'interno degli organismi, di mettere il partito nelle mani di Renzo Di Sabatino, il presidente della Provincia di Teramo che in un'intervista ad AbruzzoWeb non ha escluso la possibilità di un impegno del genere.





E apriti cielo: immediata la reazione del deputato Camillo D'Alessandro, che innesca anche la reazione dell'ex sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, critico come Fina nei confronti della gestione del Pd.

Prima, stizzito, afferma di non saperne nulla, poi, stuzzicato da Fina, D'Alessandro dà il via al vivace botta e risposta dove l'uno accusa l'altro di essersi garantito un posto grazie ai caminetti e alle riunioni segrete. L'ex consigliere del guardasigilli arriva a rinfacciare a D'Alessandro, per tre legislature consigliere regionale, di essersi portato a casa due milioni di euro in tredici anni all'Emiciclo. Commenti al vetriolo con il consigliere regionale Maurizio Di Nicola che provava a fare da paciere.

D'Alessandro, dal canto suo, rivendica di essere sempre stato eletto grazie alle preferenze. Ma Fina rilancia: “La stanza che ti ha nominato capolista e che hai ben presidiato forse non aveva un caminetto. Ma ha fatto comunque un buon effetto. Nel frattempo io partecipavo ad inutili assemblee di partito che pensavano di poter democraticamente contare”.

“Caro Camillo, in chiusura alla prima direzione regionale post voto tu stesso, in qualità di presidente, hai detto testualmente: 'seguirà la convocazione dell’Assemblea regionale'. Ti ricorderai certamente. Da allora sono passati mesi. Non giorni, mesi”, gli ricorda Fina.

Ma per degenerare, alla discussione basta poco: “Siccome sei giovane diventato adulto a Roma nelle stanze di partito sai benissimo che non aveva senso convocare prima dell’assemblea nazionale – risponde D'Alessandro – perché il dibattito regionale ne sarebbe stato naturalmente influenzato, secondo convoco l’assemblea di concerto con il segretario regionale. Non scavalco. Terzo se me lo fate sapere convoco quando va bene a tutti”.





“Negli ultimi anni ho frequentato poco le stanze di partito. Tranne tutte le volte che mi avete convocato per decidere cose che puntualmente non sono state attuate. E visto che tu sei un giovane adulto cresciuto in importanti ruoli istituzionali e di partito, dovresti sapere che questo svilisce ogni assise. Dal giorno del voto non ricordo se siamo stati convocati in Assemblea nazionale due o tre volte. In Abruzzo invece zero. Immagino sia sempre la prossima, l’assemblea da aspettare”, scrive Fina.

D'Alessandro deve difendersi anche da Cialente, per il quale l'iniziale commento di D'Alessandro “disvela il caos nel quale siamo al regionale come All'Aquila. Come presidente dell'assemblea l'avresti forse dovuta convocare tu già da tempo ed autonomamente per ascoltarne i membri. Indipendentemente dalle indicazioni della segreteria credo che tu il 7 ci debba convocare, ed è già tardi”.

Sin troppo prevedibile la risposta dell'ex capogruppo del Pd all'Emiciclo: “Fai pare della segreteria tu caro Massimo e parli in terza persona del caos del Pd abruzzese? Diamoci tutti da fare, come hai sempre fatto tu, ma senza che nessuno pretenda di essere la medicina, rispetto agli altri che dovrebbero essere il male”.

A Fina l'ultima, sarcastica, parola: “Un cittadino ed un cafone difficilmente possono capirsi. (A scanso di equivoci, il cafone sarei sempre io)”, ha scritto citando Silone.

 
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