REGIONALI: I CANDIDATI SI CONFRONTANO, SFIDA A 4 AL MICROFONO DI ABRUZZOWEB

di Alberto Orsini

21 Maggio 2014 23:20

Regione - Video

L’AQUILA – Eccoli qui a confronto, l’uno dopo l’altro, i quattro candidati alla presidenza della Regione Abruzzo che si sfideranno entro un paio di giorni per la poltrona più importante di palazzo Silone.

Maurizio Acerbo, Gianni Chiodi, Luciano D’Alfonso e Sara Marcozzi, in rigoroso ordine alfabetico, hanno sfilato negli studi di AbruzzoWeb per rispondere a 10 domande sull’Abruzzo che è e su quello che sarà.

Un minuto ciascuno, rigorosamente cronometrato, confronto con un’intervista quadrupla sui temi principali montata finemente da Emmanuel Ntawizera: i costi della politica, la ricostruzione dell’Aquila, la disoccupazione, lo sviluppo…

Acerbo è il più cattivo, si discosta egualmente “dal berlusconiano Chiodi e dal berlusconiano D’Alfonso, della corrente di Toto” e ricorda la primogenitura su tutta la querelle del taglio ai privilegi della casta.

Chiodi cita più numeri di tutti, venendo dall’esperienza di governo degli ultimi 5 anni e ribalta la domanda sulla legalità: “I miei assessori arrestati o indagati? Qualcuno si candida con l’altra parte…”.

Quanto a D’Alfonso, non sfora mai le domande anzi ne chiude anche qualcuna in 45-50 secondi, tale è la loquela, e promette: “Le indennità dei consiglieri regionali verranno commisurate ai sindaci delle città capoluogo”.

La più fresca di tutti è la grillina Marcozzi, che ripete come un mantra “programmazione”, nel turismo, nella ricostruzione, in generale, promette tagli a tutte le prebende e ricorda “dopo due mandati andremo a casa”.

1) Qual è il primo provvedimento che metterà in cantiere una volta eletto presidente?

Acerbo: Tagliare finalmente gli stipendi a presidente, assessori e consiglieri, non devono superare a quelli dei sindaci, non perché risolva problemi ma perché non se ne può più della discussione interminabile sulla casta senza tagliare una lira.

Chiodi: L’atto di programmazione dei fondi europei per il 2014-2020. Saranno ingenti e importanti ma avremo a disposizione anche risorse nostre senza nuove tasse, liberate dalla riduzione dell’indebitamento.

D’Alfonso: Una rilevazione della consistenza del deficit e del debito per sapere esattamente di quali risorse può disporre la mia azione di governo e quali invece congelare per onorare impegni che derivano dal passato.

Marcozzi: Il taglio dei costi della politica. Noi abbiamo già preso un impegno per la riduzione degli stipendi e intendiamo farlo a tutti. Creeremo un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese come in Parlamento.

2) Che Regione Abruzzo troverà non appena messo piede a palazzo Silone?

Acerbo: Un Abruzzo più povero con tantissime difficoltà in più rispetto al passato a cui si aggiunge il clientelismo che ha caratterizzato centrodestra e centrosinistra in Abruzzo negli ultimi vent’anni.

Chiodi: Una Regione che prima era la più indebitata e tassata e oggi non lo è più, con molti meno carrozzoni e i costi della politica tagliati per legge. Una Regione che può investire.

D’Alfonso: Una Regione che deve dimostrare di saper produrre valore rispetto a quello espresso dall’economia, dalla società e dalla cultura e dall’ambiente abruzzesi. I poteri sono giganteschi, mancano funzioni esplicate.

Marcozzi: Una Regione che manca di programmazione in ogni settore, il nostro programma la auspica in generale in sinergia tra i vari assessorati.





3) Riusciremo ad avere una legislatura senza assessori arrestati? Quali iniziative?

Acerbo: Siamo l’unica lista ad aver sempre fatto battaglie per la legalità, a differenza del berlusconiano Chiodi e del berlusconiano D’Alfonso. Il primo ingrediente è che indagati e imputati non siano candidati, come in qualsiasi Paese europeo.

Chiodi: I politici vanno dai delinquenti agli statisti, come per tutte le professioni. Abbiamo già messo in atto e recepito il programma anticorruzione con un ufficio specifico. Miei assessori arrestati o indagati? Qualcuno si candida con l’altra parte.

D’Alfonso: Procedure e regole chiare che evitino l’incertezza della correttezza dei comportamenti. In ognuno di noi c’è sia il legno storto che il legno dritto. Stabiliremo la regola del “recall” che consentirà ai cittadini di giudicare il nostro operato.

Marcozzi: Con il Movimento 5 stelle sicuramente sì, e partiamo avvantaggiati perché nessuno dei nostri 29 candidati è indagato o ha carichi pendenti. Il primo punto del programma è la trasparenza e la lotta alla corruzione mettendo online gli atti.

4) Come renderà la Regione protagonista della ricostruzione post-sisma dell’Aquila?

Acerbo: La Regione è stata finora assente perché c’è stata un’abdicazione scegliendo il modello proposto da Berlusconi e Bertolaso. Ora la Regione si doti di strumenti non solo per la ricostruzione ma per il sociale.

Chiodi: Si è voluti tornare alla normalità e dare competenze ai Comuni, noi possiamo intervenire con un piano di ripresa socioeconomica.

D’Alfonso: Farò in modo che la Regione non si rimpicciolisca mai più come in questi 5 anni, ma utilizzi la sua capacità di fare tiro alla fune con il governo e con l’Europa per nuove risorse finanziarie e normative.

Marcozzi: Anche qui programmazione, è mancata perché fondi sono arrivati ma bisogna verificare come sono stati spesi. Serve una stima totale del fabbisogno dell’intera ricostruzione e poi sbattere i pugni con lo Stato.

5) Come contrasterà la disoccupazione e la fuga dei giovani abruzzesi attratti dall’estero e dalle metropoli?

Acerbo: Esportiamo giovani che hanno studiato, bisogna combattere il sistema clientelare perché vanno via i “capaci e meritevoli” e rimangono i “figli di” che occupano posti senza produrre servizi di qualità. Proponiamo incentivi e un sistema di credito regionale.

Chiodi: È inferiore alla media nazionale ed è scesa anche sotto quella delle Marche. Continueremo a investire su attività che possano dare competitività come la riduzione delle tasse e i bandi “Lavorare in Abruzzo”.

D’Alfonso: Dobbiamo dare autorizzazioni facili agli imprenditori che vogliono investire, perché questo significa produrre ricchezza. Mancano all’appello 90 mila opportunità di lavoro e sono morte 8 mila imprese.

Marcozzi: Il lavoro deve essere sostenibile come lo sviluppo: rilancio del turismo, delle Pmi, con il riefficentamento energetico: negli edifici regionali, per ogni milione di euro investito si creerebbero 13-15 posti di lavoro. Con la raccolta differenziata al 90% avremmo 3.500 nuovi posti.

6) Abolirà il doppio vitalizio? Quali altre iniziative contro i privilegi della “casta”?

Acerbo: Tutte le misure di cui tutti parlano io le ho già presentate, sia da parlamentare che in Regione. Vanno limitati anche i rimborsi agli assessori, chi fa politica non deve aver vinto la “Ruota della fortuna”.

Chiodi: Con il centrosinistra si andava in pensione a 55 anni, abbiamo portato la soglia a 65 e poi lo abbiamo cancellato. Il doppio vitalizio riguarda legislature passate e diritti acquisiti, la Costituzione impedisce di intervenire.

D’Alfonso: Viene assolutamente cancellato e le indennità dei consiglieri regionali vengono commisurate ai sindaci delle città capoluogo. Non ci sarà remunerazione per gli amministratori delle società se non in presenza di risultati oggettivi.

Marcozzi: Aboliremo i vitalizi e taglieremo gli stipendi, un gesto doveroso, e inoltre opereremo una vera razionalizzazione delle spese.





7) Promuoverà la nascita di società uniche regionali per servizi come i trasporti, la sanità, l’edilizia residenziale?

Acerbo: Sono contro le società pubbliche per gestire servizi in monopolio, è assurdo. Dove non è obbligatorio siamo per istituire aziende speciali di diritto pubblico. Dico no alle Spa per l’acqua.

Chiodi: Abbiamo già fatto società uniche per sistema idrico e rifiuti e ridotto le Asl, la legge sulla fusione delle società di trasporto che deve essere attuata e ci impegniamo a farlo.

D’Alfonso: Rientra in una logica di razionalizzazione, risparmio ed efficacia. Dobbiamo avere semplificazione e società potenti nel generare risultati e introdurre la contabilità analitica e industriale.

Marcozzi: Sono più funzionali, organiche ed efficienti sul territorio, ma soprattutto si risparmia la spesa. Sulla società unica dei trasporti c’è la legge da 3 anni approvata all’unanimità, ma nulla si è fatto.

8) In che modo curerà la promozione del turismo di questa regione, sia montano che costiero?

Acerbo: Va salvaguardato il paesaggio, sia sulla costa che in montagna, già deturpato, e vanno evitate guerre di religione. La contrapposizione Parchi-economia è una fesseria, è ora che li facciamo funzionare bene.

Chiodi: Non i contributi alle singole aziende possono far salire il livello, ma un modello culturale diverso, 4 mila imprenditori insieme per costruire una rete di Dmc e Pmc.

D’Alfonso: Tutti i punti di forza della montagna, dei parchi, del mare e dei fiumi vengano conosciuti dal mercato. Ci sono 60 milioni di pensionati americani che vogliono venire in Abruzzo.

Marcozzi: Siamo abituati ai finanziamenti spot, manca la programmazione e la Regione deve ritrovare l’orgoglio. Noi abbiamo creato il marchio “Made in Abruzzo” e vogliamo svilupparlo con tutti i cittadini.

9) L’Abruzzo deve fare la guerra all’Unione europea per ottenere fondi e ascolto?

Acerbo: Prima viene la guerra ai politicanti abruzzesi. I governi e parlamenti nazionali sono asserviti e complici, quindi la guerra è a tre livelli.

Chiodi: Siamo riusciti a ottenere il più altro contributo dell’Ue per calamità naturali e molti vantaggi per la regione, è l’Italia che deve contrastare un’Unione molto penalizzante e non una singola Regione.

D’Alfonso: Deve essere capace di un grande tiro alla fune per risorse finanziarie e normative a misura delle nostre imprese, come hanno saputo fare Marche e Umbria ma anche l’Emilia.

Marcozzi: Non è una guerra. Viene sfruttato il 50-60% dei fondi, si può fare di più ma saranno complementari alla razionalizzazione.

10) Ci dica che cosa ha in più lei rispetto ai suoi avversari.

Acerbo: Sono l’unico ambientalista, l’unico di sinistra, sono l’unico onesto, nel senso non indagato per reati contro la pubblica amministrazione al contrario degli altri, ma anche mai complice negli scandali che hanno funestato l’Abruzzo.

Chiodi: La fiducia si può chiedere sulla credibilità di quello che si è fatto e non sulle buone intenzioni, io sono credibile perché ho fatto quello che avevo detto e continuerò a farlo

D’Alfonso: L’esperienza, la determinazione, la capacità di colpire i problemi e non essere mai rinunciatario e non avere la cultura della testimonianza.

Marcozzi: Non sono una professionista della politica, non si può fare per lavoro e non devo conservare il posto. Noi la facciamo per senso civico, dopo due mandati a casa e senza arricchirci. In più abbiamo la libertà.

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