OGGI LA DIRIGENZA ABRUZZESE CONSEGNA NOMI POLITICI ALLA MELONI, PERO' ROMA APRE AD ALTRI ''ESTERNI'': OLTRE A RUSSO E LA MORGIA, PRIMAVERA E CIANCIOTTA; ALCUNI STORICI ISCRITTI PRONTI A LASCIARE

REGIONALI: FDI, RUSH FINALE PER PRESIDENTE MA E’ CAOS E SPACCATURE, RISCHIO ABBANDONI

1 Ottobre 2018 06:45

Regione - Politica

L'AQUILA – Anche se in una situazione di confusione e caos, si entra nella fase decisiva in seno a Fratelli d’Italia nella delicata scelta del candidato alla presidenza della Regione per il centrodestra alle elezioni del 10 febbraio prossimo dopo che al partito della Meloni il tavolo nazionale ha assegnato l’Abruzzo.

Ma il rush finale non promette nulla di buono perché per come si sono messe le cose, qualsiasi sia il nome, Fdi in Abruzzo potrebbe spaccarsi ed addirittura perdere pezzi, anche tra i dirigenti, innescando così una reazione a catena che coinvolgerebbe rovinosamente il centrodestra, sulla carta favorito, a tutto vantaggio del Movimento Cinque stelle e del centrosinistra.

Oggi alla leader nazionale verrà consegnata la lista di papabili politici e di appartenenza decisi dal coordinamento abruzzese venerdì sera, che ha escluso i cosiddetti esponenti della società civile, rimessi invece in gioco dai vertici nazionali.

Una decisione che ha fatto storcere il naso alla dirigenza locale che non ha risparmiato critiche alla stessa Meloni rimproverata di non avere un atteggiamento lineare e chiaro.





Un dissenso alimentato anche dai due coordinatori regionali Giandonato Morra ed Etelwardo Sigismondi. Ma la Meloni andrebbe avanti per la sua strada: in tal senso, emerge, che proprio su sua volontà, non sarebbero rientrati in corsa solo il manager della comunicazione pescarese Michele Russo, responsabile nazionale della comunicazione di Fdi, e l’avvocato pescarese Augusto La Morgia, sul quale peraltro pesa come un macigno il veto di Forza Italia che lo ritiene “un uomo di centrosinistra”.

Ma anche l'imprenditore teatino Paolo Primavera, già ai vertici di Confindustria, e il professore Stefano Cianciotta, attualmente docente di Comunicazione di Crisi aziendale alla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Teramo.

Non c’è dubbio che la figura centrale di questa partita è il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Bondi, amico della Meloni, uno degli amministratori più in vista del partito a livello nazionale.

Nonostante il veto dei vertici di Forza Italia, per i quali il primo cittadino deve continuare a guidare la Giunta di centrodestra, considerato che la città è stata riconquistata 15 mesi fa dopo10 anni di governo di centrosinistra, Biondi non demorde forte dell’appoggio degli alleati dell’Aquila e di numerosi amministratori dell’Abruzzo interno.

Per l’ex sindaco di Villa Sant’Angelo e i suoi, una candidatura e poi la sua elezione alla presidenza della Regione rafforzerebbero L’Aquila e le zone montane e permetterebbe di riconquistare il Comune alle elezioni anticipate del maggio prossimo, anche sulla scia della vittoria della coalizione alla Regione.





Ma Biondi non può aspettare dovendosi dimettere entro il prossimo 5 ottobre e il fatto che la Meloni non lo abbia contattato, conferma che il veto di Forza Italia e Lega abruzzesi ha fatto breccia a Roma.

Secondo i rumors, se venisse escluso, alcuni nomi pesanti sarebbero pronti a lasciare per protesta il partito.

Tornando alla rosa che sarà presentata oggi, la completano, oltre ai due coordinatori regionali, il coordinatore provinciale di Chieti, Antonio Tavani, e Guerino Testa, ex presidente della Provincia di Pescara, candidato all'uninominale alle politiche del 4 marzo scorso, ed ex centro per la militanza nelle fila di Fi prima e Nuovo centro destra dopo.

Nei prossimi giorni si vedrà, considerato che Fi ha anche chiesto che si faccia presto per lanciare un candidato del partito meno forte della coalizione che ha bisogno di più tempo per farsi conoscere. (b.s.)

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