MURO CONTRO MURO A SUON DI INSULTI TRA GLI AZZURRI E I SALVINIANI, BELLACHIOMA E GIULIANTE CONTRO PAGANO, RAZZI SI APPELLA A BERLUSCONI

REGIONALI: E’ GIA’ SCONTRO FI-LEGA, ”SIETE NEOFITI”, ”BULLI, AVETE PERSO TUTTO”

di Marco Signori

27 Giugno 2018 20:00

Regione - Politica

L'AQUILA – È ormai un muro contro muro nel quale nessuno dei due indietreggia di un centimetro: dalle tensioni, dai botta e riposta, le polemiche ed i personalismi, è certo che Forza Italia e Lega se le daranno di santa ragione per ottenere il diritto a decidere a chi spetti indicare il candidato di centrodestra alla presidenza della Regione Abruzzo, che si avvia all'ultimo scampolo di legislatura, sia che si torni al voto in autunno, come auspicato dalle opposizioni e come ritengono illustri osservatori e costituzionalisti per la presunta incompatibilità di Luciano D'Alfonso, contemporaneamente governatore e senatore del Pd, sia che si vada alle urne a scadenza naturale, nella primavera 2019.

La distanza tra i due partiti è confermata dalla raffica di interviste e comunicati in una giornata convulsa come quella di oggi nella quale si sono affrontati a viso aperto e senza mezze parole i due leader regionali, Giuseppe Bellachioma, deputato e segretario regionale della Lega a cui ha poi dato man forte il responabile regionale dei dipartimenti della Lega Gianfranco Giuliante, e Nazario Pagano, senatore e coordinatore regionale azzurro.

L’impressione è che ci debba essere un intervento dei big romani per sanare questa che rischia di porre le basi per una frattura insanabile, come d'altra parte auspica in una lettera aperta (pubblicata integralmente sotto) inviata a Silvio Berlusconi l'ex senatore Antonio Razzi.

Dopo i risultati delle amministrative, che hanno visto eleggere a Silvi (Teramo) il primo sindaco leghista d'Abruzzo, e forti dei sondaggi che li vedono ormai sfiorare il 30 per cento, i salviniani con Bellachioma insistono: “Il candidato deve essere espressione della Lega”.

Una posizione confermata ad AbruzzoWeb dopo averla riferita con forza in un'intervista pubblicata sul Centro.

“Eventuali candidature saranno concordate con Gianfranco Giorgetti e Matteo Salvini, con me che sono il segretario”, dice Bellachioma a questo giornale, “e sicuramente saranno indicate in un'ottica di un progetto credibile e vincente, cosa che non è stata fatta a Teramo”, è l'affondo del coordinatore leghista.

Ma non sembra orientata a fare passi indietro Forza Italia, che il 4 marzo in Abruzzo ha comunque ottenuto una percentuale maggiore del Carroccio, in controtendenza nazionale, e che con Pagano ha annunciato che in occasione degli Stati generali degli azzurri fissato per il 14 luglio prossimo a Pescara finalizzato al rilancio del partito, sarà ufficializzato il candidato.

“Sono impegnato tra un emendamento e l'altro, ci mancava Bellachioma!”, risponde quasi infastidito da Roma il neo senatore, annunciando come imminente una nota, che poco dopo arriva e ha i toni tutt'altro che concilianti.

“La mediazione è l’anima stessa della politica. Se l’amico Giuseppe Bellachioma dichiara che sulla candidatura alla presidenza della Regione Abruzzo non ha 'alcuna intenzione di mediare', o non ha ben chiaro cosa sia l’arte della politica, considerato che è un neofita e che quindi deve ancora fare esperienza”, scrive senza mezzi termini Pagano, “oppure si è fatto talmente prendere la mano da confondere i sondaggi con i dati, che sono quelli che davvero contano”.





Bellachioma, dal canto suo, insiste: la scelta del candidato è nel perimetro della Lega ed è circoscritta ai parlamentari, ovvero lui stesso, l'altro deputato, l’assessore comunale dell’Aquila Luigi D'Eramo, e il senatore Alberto Bagnai. Anche se, stando a un rumors pubblicato da questo stesso giornale, in ballo ci sarebbe anche Luca Bergamotto, già capogruppo di Forza Italia alla Regione e oggi direttore di LaQtv.

Investiture queste che metterebbe tra l'altro fuori gioco l'ex parlamentare Fabrizio Di Stefano, dal Corriere della Sera indicato tra i nuovi acquisti della Lega e sul quale Bellachioma non chiude la porta, confermando che ancora non aderisce, ma che e già stato bocciato dagli stessi vertici azzurri, a partire da Pagano e dal deputato Antonio Martino, segretario organizzativo regionale, destinatario delle invettive di Giuliante.

Una presa di posizione, quella di Martino, che ha aperto le danze delle polemiche.

“La sua è una visione politica di ristretta prospettiva e di scarso respiro. Voglio sperare che il suo entusiasmo per l’affermazione del centrodestra alla recentissima tornata elettorale sia alla base di qualche incauta affermazione 'dal sen fuggita' – continua Pagano nella nota – Se così non fosse ci sarebbe da preoccuparsi, perché non tiene conto né del passato, né del presente, né del futuro”.

“Ricordo a Bellachioma la coerenza, il rispetto dei patti e la fedeltà di Forza Italia all’alleanza di centrodestra, manifestati in ogni circostanza e ogni momento. Ma se questi valori gli sono sfuggiti, così come le parole nelle quali esclude ogni mediazione tra forze alleate, è bene allora ricordargli i numeri delle elezioni politiche e anche di quelle amministrative”.

“Sono certo – aggiunge Pagano – che, passata l’euforia, Bellachioma saprà ben discernere tra fantasmatiche proiezioni e risposte concrete dell’elettorato abruzzese, tradizionalmente e convintamente moderato, nonché schierato per il centrodestra. Dopo di che potremo sederci attorno a un tavolo e trovare la soluzione migliore per archiviare il deleterio governo di centrosinistra alla Regione Abruzzo, che ha prodotto proclami e chiacchiere invece che risultati”.

“Proprio ciò che occorre scansare per rassicurare gli abruzzesi sulle risposte che possono arrivare da una politica seria ed equilibrata che non passa né dalla propaganda né dalle chiusure preconcette e immotivate”, conclude il coordinatore degli azzurri.

“Se ci avessero ascoltati”, dice poi Bellachioma a questo giornale, “a Teramo sarebbe andata diversamente. Avevamo proposto l'avvocato Lucio Del Paggio che non è stato accettato e si sono determinate le spaccature, perché su di lui sarebbero confluite anche le liste civiche”.

“La mediazione è l’anima stessa della politica. Questa pillola di saggezza Pagano poteva riservarla a chi in modo scomposto ha aperto il dibattito sulle regionali, stabilendo aperture/veti e arrivando a parlare per nome e per conto del centrodestra”, scrive Giuliante in una nota.

“Pagano deve assumersi la responsabilità di questo 'strappo' laddove, per non essere frainteso, Martino ha detto di parlare di 'intesa strettissima' con il coordinatore regionale di Forza Italia. Pagano non ha compreso che sono finiti i tempi del bullismo di coalizione, quando l’insipienza e la tracotanza di una classe dirigente delegittimata (Pagano è riuscito a perdere tutto da segretario in carica: dai congressi interni alle elezioni esterne), utilizzava la cintura di sicurezza dei cerchi magici che coprivano ogni errore”, aggiunge l'ex assessore regionale.





“Errori che hanno portato il partito a più che dimezzare i propri consensi. La Lega con Giuseppe Bellachioma ha espresso sull’argomento un’opinione politica, forte ma politica. La risposta è stata insultante e personale: neofita senza esperienza, affermazione dal sen fuggita e via bulleggiando. Ricordiamo a Pagano che il 'neofita' ha portato un movimento neonato a ridosso di un partito come Forza Italia e se ciò non è stato difficile è proprio perché Pagano, con la sua 'esperienza' l’ha schiantato”.

“Per dar forza a queste argomentazioni, si potrebbero utilizzare i giudizi espressi in questi anni su Pagano da quelli che Martino, definisce la spina dorsale di Forza Italia; ma sarebbe ingeneroso. Noi, al contrario, vogliamo alimentare la necessità di un accordo che veda unito il centrodestra, che sappia interloquire con le realtà civiche, non ospiti, ma coprotagoniste. Civiche nuove e non minestre riscaldate”.

“A Teramo”, conclude Giuliante, “la Lega è tornata sui suoi passi per amor di coalizione, ma i risultati non hanno soddisfatto nessuno. Lo ribadiamo, sulla Regione non intendiamo mediare su chi ipotizza soluzioni precostituite e lo fa con la saccenza del bullo di periferia, anche se con abito sartoriale”.

LA LETTERA DI RAZZI A BERLUSCONI

Caro Berlusconi, ma che sta succedendo in Abruzzo?

In realtà Forza Italia dopo aver fatto letteralmente fuori Sabatino Aracu, Antonio Razzi, Paola Pelino e Fabrizio Di Stefano, adesso si è occupata anche di chiudere fuori Paolo Gatti piazzando al suo posto un giovanotto proveniente dalla sinistra Partito Democratico. Quest’ultimo, tomo tomo cacchio cacchio sentendosi un po’ Zorro ed un altro po’ Campeador è venuto provvidenzialmente (a sua detta certo perché se la canta e se la suona) a risolvere i problemi del partito.

Caro Presidente, in Abruzzo con il coordinatore che tu stesso hai fatto eleggere al Senato contro il buon senso peraltro, non si va proprio da nessuna parte. “sei un bullo in abiti sartoriali” ha detto di lui il Coordinatore dei Dipartimenti di Lega Salvini Abruzzo Gianfranco Giuliante su certastampa.it.

E non è certo con un uomo di sinistra omonimo del più famoso e blasonato ex Ministro che la stantia presenza di inamovibili senza idee potrà risolvere lo stallo e la decadenza di Forza Italia in Abruzzo.

È venuto il momento di fare ‘’o povero marinaio o ricco pescatore’’ si dice dalle mie parti, di osare chiedendo che lascino i loro posti almeno i tre quarti dei titolari non più in grado di reggere il passo neanche in maniera semplice alle sfide politiche che attendono alla prova il partito.

Caro Presidente, tu sai che è il capo poi a pagarne le conseguenze perché quando sarà il momento di lasciare la nave che affonda (e moltissimi sono già lontano) tu sarai l’ultimo ad abbandonarla se non affonderai con lei.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: