REFERENDUM ELETTORALE: ESPLODE IL ”CASO SCOCCIA”, CONSIGLIO APPROVA INTEGRAZIONI TRA LE POLEMICHE

5 Novembre 2019 20:55

Regione - Politica

L'AQUILA – Il caso Scoccia è ormai esploso. 

Con la sua assenza in aula, il consigliere regionale dell’Udc Marianna Scoccia, moglie dell’ex consigliere civico ed assessore di centrosinistra Andrea Gerosolimio, ha marcato chiaramente la sua distanza dall'attuale maggioranza di centrodestra, che l'ha messa ai margini. E questo ha provocato serie fibrillazioni. 





Lo si è visto sul tema, carissimo alla Lega, delle integrazioni da apportare alla richiesta di referendum abrogativo di una parte della legge elettorale nazionale. Tema che ha già provocato scontri e tensioni, in Consiglio, al momento della sua approvazione, con un lunghissimo ostruzionismo in commissione da parte delle opposizioni. 

L'argomento era calendarizzato alle 15, nell'ambito del “consiglio straordinario” con le ragioni dell'urgenza dettate dalla scadenza dell'8 novembre: oltre quella data la richiesta di referendum sarebbe stata considerata nulla. L'aggiornamento si è reso necessario perché la Cassazione ha giudicato non accettabile la dicitura sintetica prevista, chiedendo la modifica in ““Abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali, nel sistema elettorale della Camera dei Deputati e nel Senato della Repubblica”. 

Il presidente dell’assise, Lorenzo Sospiri, si è trovato costretto ad anticipare la trattazione del punto di mezzo'ora, perché la maggioranza era alle prese con numeri esigui a causa di due assenze: quella della Scoccia, appunto, e quella della leghista Antonietta La Porta. Servivano, per approvare l'istanza, 16 voti (la maggioranza ne ha 17 senza la Scoccia) e così Sospiri ha accelerato costringendo, di fatto, a restare in aula il forzista D’Annuntiis, nonostante il sottosegretario fosse alle prese con una grave questione di carattere familiare che lo ha costretto ad andare via anzitempo, nel pomeriggio. Anche su questo i Cinque Stelle e il Pd hanno attaccato.





“Siamo qui a discutere su un vostro errore – ha tuonato Domenico Pettinari, M5S – Un errore elementare che nulla ha a che vedere con gli interessi degli abruzzesi. Andate avanti così, con prepotenza”.

Gli ha fatto eco il capogruppo Sara Marcozzi: “Nel rispetto del collega D'Annuntiis e non della maggioranza sarò breve. La discussione e la votazione sono illegittime e inefficaci, cosa che si aggiunge a tutti gli aspetti già sollevati in fase di approvazione (fu aperta e chiusa la commissione in modo repentino, in assenza del presidente leghista D'Incecco, ndr). Come se questo non fosse sufficiente abbiamo subito la propaganda della Lega sul quesito referendario. Il governo lo avete fatto cadere voi e ora volete tornare al voto. Questo referendum non sarà mai ammissibile”.

Silvio Paolucci, del Pd, ha sottolineato un punto: “Sono state del tutto invertite le priorità politiche, questa è la prova di quanto è pericoloso il vincolo di mandato”. 

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