RAPPORTO CRESA: CRESCE MANIFATTURIERO, SOFFRONO I COMMERCIANTI E GLI ARTIGIANI

15 Maggio 2017 15:53

Regione -

L'AQUILA –  Prosegue la ripresa dell’industria manifatturiera, compresa il settore edilizio, non solo delle grandi imprese. Contrazioni marcate dell’attività si rinvengono invece nella chimico-farmaceutica, nei mezzi di trasporto, nell’elettronica.  Soffre l'artigianato e il commercio, dove diminuiscono i prezzi di vendita.

Questo il quadro emerso dall’indagine congiunturale del Cresa, il centro studi delle camere di Commercio abruzzesi, relativa agli  ultimi quattro mesi del 2016, illustrato in conferenza stampa dall presidente del Cresa Roberto Di Vincenzo.

La ricerca è stata condotta su un campione di 464 imprese con almeno 10 addetti ed è stata presentata oggi in conferenza stampa a L'aquila.

Confermando tendenze già note, si legge nel rapporto, sono state ancora le imprese con più di 250 addetti a trainare il sistema produttivo regionale (+8% rispetto al 2015) ma è il consolidamento della ripresa delle imprese di minori dimensioni a richiamare le maggiori attenzioni.

Nell’ultimo trimestre del 2016 gli ordini dall’estero rivolti alle piccole imprese sono cresciuti del 3,3, pur scontando un decremento di quelli domestici, accompagnati da un aumento delle vendite destinate ai mercati internazionali. Per le imprese di minori dimensioni il 2016 si è concluso con un risultato complessivo superiore a quello dell’anno precedente.

Nella parte finale del 2016 l’attività produttiva delle medie imprese (50-249) è tornata a crescere
(2,3%) dopo una fase di relativo ristagno. Il 2016 si chiude con un risultato (+1,7%) inferiore a quello delle altre classi dimensionali, mentre l’incremento degli ordinativi esteri è rallentato sensibilmente in termini tendenziali ma la variazione media annua supera abbondantemente quella della domanda interna, al pari di quanto avvenuto nel 2015.

“Il settore manifatturiero – spiega Di Vincenzo – è trainante per la nostra regione, ed è importante che dia segni positivi. E c'è un altro aspetto postivo, anche l'indusria tradizionale  della piccola e media imporesa, come il tessile l'abbigliamento, il legno-mobile, sta andando bene. Quindi non è più solo il mondo delle grandi imprese che sta crescendo, ma tutto il settore”.

La dinamica occupazionale per il Cresa “non è stata particolarmente brillante ma sembra essersi definitivamente portata in territorio positivo, lasciando intravedere segnali incoraggianti di una effettiva inversione di tendenza. Questo dato andrebbe approfondito ma nel suo complesso va interpretato positivamente poiché fa seguito ad una tendenza declinante durata oltre sette anni”.

L’intonazione moderatamente negativa che caratterizza il clima d’opinione degli imprenditori appare concentrata in alcuni settori. Rispetto ai mesi precedenti alcuni orienta-menti si sono rovesciati. Prevalgono aspettative pesantemente negative in diversi comparti: legno-mobili, lavorazio-ne di minerali non metalliferi, farmaceutica, non totalmen-te compensate da quelle in senso contrario che prevalgono fra gli operatori dell’elettronica, dei mezzi di trasporto, del tessile.

In realtà, questa mutevolezza di giudizio non è una novità, è stata rilevata nel corso di tutto il 2016 e rende di difficile interpretazione le risposte offerte dagli imprendito-ri relativamente a questa variabile.

IMPRESE EDILI

Le risposte ottenute mostrano segnali di miglioramento rilevando un andamento tendenziale
dei principali indicatori in lieve crescita (produzione: +0,8%; fatturato: +0,9%) che si inserisce in
un trend di recupero osservato nel 2015, dopo la battuta d’arresto del primo semestre 2016. Le
commesse mostrano un certo calo (-1,8%) accompagnato da un sensibile incremento dell’occupazione totale e straniera e dal lieve aumento dei costi. I buoni risultati tendenziali di produzione e fatturato sono legati all’andamento positivo delle medie imprese che ha compensato il calo di quelle piccole.

L’occupazione totale aumenta (+5,9%) insieme a quella straniera (+0,9%) grazie soprattutto alle grandi imprese. Tutti i costi di produzione crescono (materie prime: +1,3%; energia: +0,3%; costi medi per addetto: +0,2%) soprattutto tra le piccole imprese.





Le aspettative degli operatori per i prossimi sei mesi sono negative per produzione, commesse e
occupazione mentre si prevedono aumenti del fatturato e dei costi.

Le piccole imprese (6-9 addetti) mostrano diminuzioni annue di produzione, fatturato e commesse generalmente peggiori della media delle imprese. L’occupazione è in aumento così come i costi di produzione.

Le medie imprese (10-49 addetti) registrano per produzione e fatturato risultati positivi e migliori della media, mentre le commesse mostrano la peggiore flessione. L’occupazione totale aumenta meno della media mentre quella straniera è in sensibile calo. I costi di produzione aumentano.

Le grandi imprese (oltre 50 dipendenti) rilevano andamenti di produzione, commesse e fatturato senza variazioni di rilievo. L’occupazione totale e straniera crescono molto più della media. Tutte le tipologie di costo sono rimaste costanti.

IMPRESE COMMERCIALI

L’indagine congiunturale del CRESA relativa al primo semestre 2016 si basa sulle informazioni raccolte su un campione di 654 imprese commerciali con almeno 3 dipendenti.

L’andamento complessivo del comparto nel II semestre 2016 è risultato in calo; diminuiscono su base congiunturale e ancor più tendenziale fatturato (-0,5% e -2,6%) e prezzi di vendita (-0,4% e – 0,7%), aumentano i costi totali (+2,1% e +0,5%). I prezzi di approvvigionamento restano sostanzialmente stabili rispetto alla prima metà del 2016 e fanno registrare una flessione del -1,1% rispetto al secondo semestre 2015.

Solo l’occupazione conferma, con un +0,7% semestrale e un +0,8% annuo, una modesta crescita. Considerando la media delle variazioni su base annua, nel 2016, a fronte di un incremento dei costi totali dell’1,3% accompagnato ad una lieve riduzione dei prezzi di approvvigionamento 0,3%), il fatturato e i prezzi di vendita si contraggono rispettivamente del -1,7% e del -0,5% e l’ occupazione sale del + 0,7%.

La diminuzione del fatturato su base annua è dovuta alle performance negative delle imprese di dimensioni grandi e piccole, al contrario delle medie che riportano un lieve aumento. Sono la grande distribuzione e la ristorazione a mostrare i decrementi tendenziali più intensi. Il fatturato scende in tutte le province, particolarmente intensa la flessione dell’Aquila.

I prezzi di vendita rafforzano la flessione iniziata all’inizio dell’anno, quale effetto, a fronte di una stabilità sostanziale nel settore della ristorazione e degli esercizi al dettaglio, di una diminuzione nella grande distribuzione. Gli esercizi più grandi hanno spinto le vendite facendo leva sul sensibile abbassamento dei prezzi, al contrario di quelli piccoli e medi, che li mantengono nel complesso invariati. Tra le province è L’Aquila a riportare il maggior decremento tendenziale, Chieti l’unica a far registrare un incremento.

I prezzi di approvvigionamento tornano a contrarsi su base annua per effetto delle flessioni principalmente del settore della ristorazione, delle imprese di maggiori dimensioni e di quelle operanti nelle province di Pescara e Teramo. Le altre attività mostrano diminuzioni meno evidenti, solo Chieti vede un aumento del +1,5%.

I costi totali registrano un incremento tendenziale più contenuto di quelli registrati in precedenza.

Gli andamenti migliori riguardano la grande distribuzione e gli esercizi con il maggior numero di addetti, i peggiori le attività più piccole e il dettaglio. Pescara anche sotto il profilo dei costi totali conferma la maggiore capacità di contenimento, le altre province riportano, al contrario, aumenti.

L’occupazione tendenziale conferma l’andamento crescente del I semestre dell’anno. Nonostante le
diffuse contrazioni di fatturato, cui le imprese commerciali hanno cercato di rispondere riducendo
i ricavi unitari e contenendo, per quanto possibile, i costi, cresce il numero di occupati in tutti i settori, in tutte le classi dimensionali e in tutto il territorio regionale, provincia dell’Aquila esclusa. Ciò mostra che le imprese rivelano, nonostante la congiuntura sfavorevole, una grande vitalità di fondo.





Le previsioni per i prossimi sei mesi sono nel complesso fortemente pessimistiche, eccezion fatta per quelle relative ai prezzi di vendita.

IMPRESE ARTIGIANE

L’indagine congiunturale del Cresa relativa al secondo semestre 2016 si basa sulle informazioni
raccolte presso 678 imprese artigiane con almeno 3 dipendenti e sede in Abruzzo.

Il fatturato mostra risultati negativi a causa di un certo calo sia congiunturale sia tendenziale verificatosi generalmente in tutti i comparti artigiani e soprattutto tra le imprese che forniscono servizi alle imprese e alle persone. Ne sono colpite soprattutto le piccole imprese. Anche gli ordini totali diminuiscono sia sul breve che sul lungo periodo, soprattutto tra le imprese di piccole dimensioni, quelle manifatturiere e quelle dei servizi alle persone.

Al contrario l’occupazione fa registrare un certo aumento sia congiunturale che tendenziale, connesso principalmente alla sensibile crescita riscontrata tra le imprese edili.

Le imprese artigiane manifatturiere hanno registrato risultati negativi con cali tendenziali di fatturato e ordini totali peggiori della media. Riguardo al fatturato tutti i comparti registrano diminuzioni tendenziali, soprattutto il tessile abbigliamento. A differenza degli altri settori piccoli e medi, che li mantengono nel complesso invariati. Tra le province è L’Aquila a riportare il maggior decremento tendenziale, Chieti l’unica a far registrare un incremento.

I prezzi di approvvigionamento tornano a contrarsi su base annua per effetto delle flessioni principalmente del settore della ristorazione, delle imprese di maggiori dimensioni e di quelle operanti nelle province di Pescara e Teramo. Le altre attività mostrano diminuzioni meno evidenti, solo Chieti vede un aumento del +1,5%.

I costi totali registrano un incremento tendenziale più contenuto di quelli registrati in precedenza.
Gli andamenti migliori riguardano la grande distribuzione e gli esercizi con il maggior numero di addetti, i peggiori le attività più piccole e il dettaglio. Pescara anche sotto il profilo dei costi totali conferma la maggiore capacità di contenimento, le altre province riportano, al contrario, aumenti.

L’occupazione tendenziale conferma l’andamento crescente del I semestre dell’anno. Nonostante le
diffuse contrazioni di fatturato, cui le imprese commerciali hanno cercato di rispondere riducendo
i ricavi unitari e contenendo, per quanto possibile, i costi, cresce il numero di occupati in tutti i settori, in tutte le classi dimensionali e in tutto il territorio regionale, provincia dell’Aquila esclusa. Ciò mostra che le imprese rivelano, nonostante la congiuntura sfavorevole, una grande vitalità di fondo.

Le previsioni per i prossimi sei mesi sono nel complesso fortemente pessimistiche, eccezion fatta per quelle relative ai prezzi di vendita.

 

 

 

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