RAPINA VILLA LANCIANO: AL VIA PROCESSO PER I 7 ROMENI, TRIBUNALE BLINDATO PER UDIENZA

24 Giugno 2019 12:01

Chieti - Cronaca

LANCIANO – Si è aperto questa mattina al tribunale di Lanciano il processo con rito abbreviato nei confronti di sette romeni coinvolti nella cruenta rapina ai danni dei coniugi Carlo Martelli e la moglie Niva Bazzan a cui il 23 settembre 2018 uno dei malviventi ha brutalmente reciso il padiglione auricolare destro a seguito dell'irruzione in villa alle 4 del mattino quando i coniugi stavano dormendo. 

Il processo si celebra in Camera di Consiglio davanti al gup Giovanni Nappi che ha fissato al 30 settembre prossimo l'inizio della discussione con la possibilità dell'emissione della sentenza. 

Sei romeni sono accusati dal procuratore Mirvana Di Serio di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di arma. 

Un settimo romeno è esclusivamente accusato di favoreggiamento, ma non ha preso parte alla rapina. 





I coniugi Martelli oggi non erano presenti in aula in quanto hanno deciso di non costituirsi parte civile. 

TRIBUNALE BLINDATO PER L'UDIENZA PRELIMINARE

In via Fiume scatteranno i divieti di sosta e di circolazione mentre, su disposizioni del presidente del tribunale Riccardo Audino, verrà limita l'afflusso di persone al terzo piano dove si terrà l'udienza: fuori anche i giornalisti. Non solo: il palazzo di giustizia sarà presidiato dalle forze dell'ordine, con le udienze civili, penali e del lavoro spostate al piano terra.

Area blindata dove arriveranno i 7 imputati che compariranno davanti al giudice Giovanni Nappi: i fratelli Ion Cosmin e Costantin Aurel Turlica, Ruset Aurel, Alexandru Bogadan Colteanu (che non ha mai parlato finora), George Ghiviziu, Marius Adrian Martin (l'unico fuggito in Romania ma poi catturato), tutti accusati di concorso in rapina pluriaggravata, lesioni gravissime (40 giorni la prognosi di Martelli a cui nel pestaggio hanno rotto una vertebra, mentre alla Bazzan il taglio di metà orecchio con una roncola di 15 centimetri ha causato un danno permanente) e sequestro di persona.

Mentre Gheorghe Traian Jacota, 48 anni, risponde di favoreggiamento, perché cercò di aiutare a fuggire Ghiviziu.

I legali hanno chiederanno tutti riti abbreviati. L'avvocato Vincenzo Menicucci che rappresenta Jacota chiederà anche l'ascolto di un teste, ma la sua posizione è marginale rispetto ai membri del “commando”, come è definita la banda romena dagli inquirenti.





In udienza arriveranno 5 faldoni e le oltre 1.200 pagine di accuse della procuratrice capo Mirvana Di Serio, che ha coordinato le indagini della polizia di Lanciano, dalla mobile di Chieti e dei carabinieri di Lanciano.

Prove schiaccianti quelle contro la banda, soprattutto quelle della scientifica con gli 80 reperti sequestrati il giorno della rapina e in quelli successivi nella villa, nella casa di corso Roma dove vivevano i Turlica, nella Golf e nella Bmw usate la notte del colpo e nel borsone con tute, scarpe, passamontagna e guanti usati durante la rapina.

Senza dimenticare neppure lo scotch e le fascette usate per imbavagliare e legare il medico e la moglie: gli inquirenti hanno rinvenuto impronte, tracce ematiche e biologiche da cui è stato estratto anche il Dna dei rapinatori. Tutti rei confessi, tranne Colteanu.

I banditi sono entrati nella villa alle 4 del 23 settembre, per uscirne alle 6 con tre orologi, un anello, due catenine, un paio di orecchini d'oro, 1.990 euro ma, soprattutto, dopo aver pestato a sangue e con estrema crudeltà i coniugi Martelli “colpevoli”, secondo loro, di non rivelare dove fosse la cassaforte. 

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