MARTELLI, VITTIMA CON SUA MOGLIE DELLA BRUTALE AGGRESSIONE: ''RIPRENDIAMO VITA DI SEMPRE''. PROSEGUONO INDAGINI SU BANDA ROMENA

RAPINA LANCIANO, ”VOGLIO SOLO DIMENTICARE TUTTO, IL PERDONO NON MI INTERESSA”

di Azzurra Caldi

1 Ottobre 2018 20:25

Chieti - Cronaca

LANCIANO – “Di questa vicenda ho fatto tesoro dell'unica cosa bella che ne è venuta fuori: la vicinanza delle persone”.

Ad una settimana dalla brutale aggressione subita in casa propria insieme alla moglie, il dottor Carlo Martelli spiega ad AbruzzoWeb che è pronto ad andare avanti e, soprattutto, a dimenticare.

Ma è passato ancora troppo poco tempo da quello scorso 23 settembre e da quell'irruzione improvvisa nella villa di Lanciano dei quattro feroci rapinatori. Cercavano una cassaforte che non c'era, come precisato più volte delle vittime, ma loro non ci hanno creduto e li hanno massacrati fino ad arrivare a tagliare il lobo dell'orecchio alla signora Niva Bazzan. 

Ad oggi sono sei le persone di nazionalità romena arrestate dalle forze dell'ordine, due delle quali sono state catturate durante l'inseguimento tra le campagne frentane di sabato scorso, per il quale è stato necessario un notevole dispiegamento di mezzi e uomini di polizia e carabinieri. Gli ultimi due si chiamano Bogdan George Ghiviziu, 26 anni, e Gheorghe Traian Jacota, 48 anni, che si aggiungono ai primi tre arrestati Aurel Costantin Turlica, 22 anni, Cosmin Ion Turlica, 20 anni, Aurel Ruset, 25 anni, e a quello considerato il capobanda, il 26enne Alexandru Bogdan Colteanu.

Le indagini, condotte da carabinieri e polizia e coordinate dal procuratore capo Mirvana Di Serio, tentano di ricostruire il ruolo di ciascuno degli arrestati, in particolare si tenta di capire cosa li leghi.





“E' stato tutto incredibile, a cominciare dal lavoro delle forze dell'ordine – commenta Martelli -. Non c'è stato un attimo di tregua nelle ricerche e, devo riconoscere, mi sono sentito da subito al sicuro. Ho piena fiducia negli uomini e nelle donne che stanno seguendo le indagini e so per certo che si stanno muovendo con estrema competenza e professionalità. Sono stati in grado di regalarmi nuova fiducia e, date le circostanze, non lo avrei mai detto”.

Ancora adesso il dottor Martelli non riesce a spiegarsi come quegli uomini siano finiti in casa sua. “Io non li ho mai visti nella vita, non li ho visti in faccia neanche quella mattina e non avrei saputo riconoscerli. Ho visto le foto sui giornali, come tutti”.

Impossibile, almeno al momento, stabilire cosa abbiano portato via dalla villa, a parte i contanti prelevati dalle carte di credito. “I nostri parenti e i nostri amici, in questi giorni, hanno provveduto a mettere in ordine casa e facciamo fatica anche noi a volte a ritrovare le cose – scherza Martelli -. Sappiamo per certo che non abbiamo più quel famoso orologio”.

Il riferimento è a quello che il quarto uomo, Alexandru Bogdan Colteanu, indicato come il capobanda, ha cercato di vendere dopo la rapina. E' stato proprio quel tentativo a costargli l'arresto degli uomini dello Sco e della squadra mobile, che lo hanno intercettato allo stadio di Casal di Principe (Caserta). 

Il 26enne, ormai conosciuto come “il macellaio” in quanto sarebbe stato proprio lui a tagliare il lobo dell'orecchio alla signora Bazzan, rischia di tornare in libertà. Infatti, al momento, è indagato solo per l'orologio rubato. La Procura oggi ha contestato la rapina e le lesioni gravi, reati in grado di prolungare la sua carcerazione. La speranza è che, durante la trasmissione degli atti da Lanciano alla Campania, il giovane non venga rimesso in libertà.

Il legale Domenico Russo, che difende i tre romeni in stato di fermo, ha dichiarato che i tre “hanno ammesso tutti le responsabilità della rapina, specificando i ruoli e le responsabilità di ognuno. Ma hanno indicato in altra persona il responsabile del taglio all’orecchio della signora Niva Brazzan”.





Anche in questo caso, però il dottor Martelli è fiducioso. “Questo soggetto è già accusato di altri reati e non credo che si possa scarcerare con tanta facilità. E poi stava vendendo il mio orologio! In che altro modo avrebbe potuto procurarselo? Io non faccio il poliziotto o l'investigatore, ho piena fiducia nelle forze dell'ordine”.

E ancora, su alcune inesattezze apparse sui quotidiani in questi giorni precisa, “in casa nostra, dal 1980, c'è una collaboratrice domestica della quale non abbiamo niente da sospettare. Ed è italiana, non romena come si era detto. Sono errori che, in queste circostanze, si possono commettere, visto che si cerca di tenere aperte più piste possibile per allargare il raggio d'azione”.

Poi interviene a seguito delle polemiche sull'elevato impatto mediatico. In pochi giorni su Lanciano si sono puntati i riflettori dell'Italia intera, con giornalisti in ogni angolo della città. Ma non solo: c'erano anche i lancianesi ad affollare le strade, come nel caso dell'arresto di corso Roma, in pieno centro storico. 

“Quel giorno vedere tutte quelle persone insieme mi ha commosso – spiega Martelli -. Sono riusciti a comunicarmi una vicinanza e una solidarietà che non mi aspettavo. Ho risentito amici con cui non parlavo anche da 30 anni. E tutto questo è stato bellissimo. Anche se sembrerà paradossale, questa esperienza ci ha regalato una cosa bella”.

“Spero che quanto accaduto a noi non debba capitare più a nessuno. Ora è tempo di guardare avanti e più che perdonare voglio solo dimenticare – conclude Martelli -. Voglio non pensarci più e andare avanti”.

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