QUELLA PIOGGIA CHE METTE A SOQQUADRO PESCARA: DI SANTE, ”UN TERRITORIO TROPPO SFRUTTATO”

di Alessandra Renzetti

19 Luglio 2014 08:54

Pescara - Cronaca

PESCARA – Le violenti piogge che nell’ultimo anno si sono abbattute sull’Abruzzo sono state mal tollerate dalla città di Pescara e da alcuni comuni vicini come Montesilvano e Spoltore, che si sono trovati a fronteggiare situazioni di reale emergenza; le piogge hanno creato frane, smottamenti ed allagamenti i cui danni, in alcuni tratti persistono ancora a distanza di mesi.

L’ultima pioggia forte di questa insolita estate, per esempio, pochi giorni fa ha creato nuovamente forti disagi alla circolazione, in particolar modo nella zona di Montesilvano dove allagamenti hanno paralizzato il Comune.

Ad AbruzzoWeb l’attivista dei movimenti sociali e ambientali Corrado Di Sante, impegnato soprattutto nella difesa delle risorse idriche, a monte di tali disastri, racconta come a suo modo di vedere ci sia un’unica spiegazione: l’eccessivo sfruttamento del territorio a cui la natura, è il caso di dire, si ribella.

Un’ulteriore pioggia un paio di giorni fa ha paralizzato Pescara ed allagato il comune di Montesilvano, perché?

Venti minuti di pioggia abbondante sono stati sufficienti ad allagare di nuovo le strade, in particolare di Montesilvano, questo perché non c’è più la figura del cantoniere e quindi non c’è più la pulizia continua dei tombini che si occludono. Altra spiegazione è la cementificazione selvaggia, dunque il consumo del suolo soprattutto nell’area metropolitana: il terreno non assorbe acqua perché c’è il cemento e dunque il risultato è l’allagamento.

Ma è un discorso valido per tutta l’area metropolitana?





È chiaro che ci sono delle zone che, invece, sono sotto il livello del mare: quando c’è il mare grosso e ci sono abbondanti piogge le fogne non riescono a scaricare l’acqua in mare e quindi si creano fenomeni di allagamenti perché l’acqua fuoriesce dai tombini anche con cattivo odore.

Quale potrebbe essere una soluzione a quello che ormai è diventato un serio problema per Pescara e dintorni?

I cambiamenti climatici sono stati preannunciati da tempo; i fenomeni delle bombe d’acqua per esempio, vengono indicati come in aumento da ormai vent’anni e non sono più un’eccezionalità sia d’estate che d’inverno: si alternano periodi di siccità a periodi prolungati di pioggia che mettono a serio rischio l’incolumità di infrastrutture ma anche delle persone. Alla luce di ciò dovrebbe esserci un drastico ripensamento su quella che è la cementificazione e bisognerebbe rendere i nostri piani regolatori a zero consumi di suolo, liberando il terreno dal cemento per permettere all’acqua di fare il proprio percorso. Per esempio a capo di Montesilvano c’è la diga di Penne: in caso di forti piogge la città che avanza ormai verso il fiume viene completamente inondata.

Dunque ci si trova di fronte a un eccessivo sfruttamento del territorio?

Non è ipotesi ma realtà. E sono le stesse realtà che poi mettono a repentaglio la vita delle persone perché le situazioni di pericolo non sono indotte solo dagli eventi climatici ma anche dal modo in cui è stata organizzata l’urbanistica della città. Un problema molto frequente è la frana: tra Montesilvano, Spoltore e Pescara ce ne sono molte attive a seguito degli eventi del 3 dicembre che stanno creando anche ora disagi, eppure si continua a cementificare le colline e non ci si fa avanti con opere di ingegneria naturalistica che possano salvaguardare le zone.

Ma la popolazione, ormai consapevole del problema, che cosa può fare?

Intanto va istruita: tutti in caso di emergenza devono sapere qual è il punto in cui raccogliersi per stare sicuri, molto spesso i nostri comuni non hanno un piano di protezione civile.





Si può parlare anche di mala gestione dei servizi idrici?

Sicuramente, basti pensare che non abbiamo adeguato i servizi e le infrastrutture al numero degli abitanti  che ci abitano sopra e quindi ci si trova di fronte a sottoservizi.

I piani antiallagamento non basterebbero a limitare i danni dovuti alle abbondanti piogge?

Bisogna fare informazione nell’interesse del cittadino che deve sapere come gestire la situazione e poi sono indispensabili degli interventi programmati ma che siano utili e che non compromettano ulteriormente la situazione; bisogna restituire alla natura alcune zone cementificate che ridurrebbero il pericolo. In questo momento ci sono concessioni edilizie che continuano ad essere date su colline che andrebbero bloccate: a conti fatti il mercato immobiliare è fermo resterebbero inutilizzati.

A proposito di cattiva gestione del territorio, su Montesilvano e Pescara hanno colpe le amministrazioni appena sostituite?

No, a Montesilvano si parla di un problema ormai decennale, a Pescara invece c’è stata la variante al piano regolatore che ha ereditato quelle che erano le edificazioni previste dal piano regolatore di Pace, ma il risultato è che il consumo di suolo è stato talmente elevato che Pescara al momento entra nel guinness dei primati.

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