PUGILE GAMBIZZATO A PESCARA, INDAGATO NON RISPONDE AL GIP

24 Aprile 2015 19:03

L'Aquila - Cronaca

PESCARA- Si è avvalso della facoltà di non rispondere Luigi Di Pietrantonio, il quarantasettenne accusato di aver gambizzato e pestato il pugile Emanuel Zuanel, in via Lago di Capestrano, a Pescara. 

I figli Deny, 29 anni e Luca, 22 anni, davanti al gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, hanno affermato di trovarsi a casa della madre, ovvero l'ex moglie dello stesso Luigi Di Pietrantonio, nel corso dell'agguato di domenica scorsa. 





Pietrantonio è sospettato di essere l'uomo che ha esploso i tre colpi di pistola che hanno raggiunto il pugile alla gamba ed è accusato di tentato omicidio e lesioni, insieme ai due figli, ai nipoti Valerio e Diego Di Lazzaro e a Walter Natali, tutti sottoposti a provvedimenti di custodia cautelare. 

L'interrogatorio dei tre Di Pietrantono, assistiti dal legale Paolo Marino, è durato 35 minuti e all'esterno dell'aula erano presenti circa 30 persone, tra parenti e amici degli accusati. 





Interrogati anche Valerio e Diego Di Lazzaro che, accusati di aver fatto parte del commando, hanno respinto ogni addebito. Il 20enne e il 25enne, assistiti dall'avvocato Roberto Serino, hanno raccontato al gip Nicola Colantonio di essere arrivati sul luogo dell'aggressione solo dopo che l'agguato era già stato portato a termine. 

Diego Di Lazzaro ha affermato che, nel momento in cui si è consumato il delitto, si trovava nella propria abitazione a Sambuceto (Chieti) e solo successivamente sarebbe stato raggiunto dal fratello, insieme al quale si sarebbe recato in via Lago di Capestrano ad aggressione già avvenuta. Nel corso dell'interrogatorio durato 25 minuti, Valerio Di Lazzaro ha fornito la stessa versione resa dal fratello. 

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