ON THE ROAD: ''BUSINNES IN MANI STRANIERE, ITALIANI COMPLICI E INDIFFERENTI''

PROSTITUZIONE: SCHIAVE NEL TERAMANO, L’INFERNO IN STRADA E IN APPARTAMENTO

di Filippo Tronca

25 Maggio 2015 08:12

Teramo - Cronaca

TERAMO – Donne picchiate e minacciate se non guadagnano quanto previsto.

Schiave del sesso alla mercè di aguzzini e organizzazioni criminali straniere, ma con la complicità dei cittadini abruzzesi che ad esempio affittano loro gli appartamenti.

È l’inferno della prostituzione in Abruzzo, uno spietato business milionario che nulla a che fare con le poesie in musica di Fabrizio De André.

Il viaggio di AbruzzoWeb parte dalla provincia di Teramo, dalla famigerata provinciale 1, meglio conosciuta come Bonifica del Tronto, chilometrico supermarket del sesso a cielo aperto.

Frequentato per fortuna non solo da clienti provenienti non soltanto da Abruzzo e Marche, ma anche dai volontari dell’associazione On The Road, che da anni lavora con le sue Unità di strada per individuare le potenziali vittime di tratta e proporre loro percorsi di uscita dalla prostituzione, grazie al supporto di operatori sociali ed avvocati verificando la possibilità di entrare in programmi di protezione sociale, e che ogni anno aggiornano un report per comprendere le evoluzioni di un fenomeno complesso.

“La prostituzione – spiega Eloisa Pierantozzi, attivista di On The Road – è gestita da organizzazioni criminali straniere, ci sono cinesi, rumene, nigeriane, ma gli italiani sono complici, specie come affittuari di appartamenti. I proprietari fanno finta di non capire, ma non possono non sapere cosa si fa tutte le sere in casa loro”, dunque compici di terribili storie di sfruttamento anche come clienti.

“Nelle testimonianze che raccogliamo – prosegue – fa male l’indifferenza degli italianissimi clienti, di tutti i ceti sociali a cui non interessa nulla della vita di giovani ragazze che per loro sono solo una merce, da pagare e consumare che spesso in una condizioni di vera propria schaivitù”.

I LUOGHI DELLA PROSTITUZIONE

Le aree del teramano maggiormente interessate al fenomeno della prostituzione, ha monitorato On The Road, sono in provincia di Teramo quelle di Silvi Marina, Tortoreto e Alba Adriatica, dove la presenza delle persone che si prostituiscono è prevalentemente in appartamento, raramente anche in strada.

Prostituzione su strada, anche intensa, la si incontra invece nei comuni di Villa Rosa di Martinsicuro dove il fenomeno si sviluppa sia in appartamento che in strada e si concentra in particolare sulla già citata Bonifica del Tronto, al confine con le Marche.

CHI CONTROLLA LA PROSTITUZIONE





“Sfatiamo un mito – afferma a tal proposito Pierantozzi – rarissime sono le persone che prostituiscono liberamente, in strada devono pagare per il posto al proprio sfruttatore, all’organizzazione che gestisce la zona e che in realtà controlla tutte le prostitute”.

E questo lucroso business è in mano prevalentemente a rumeni e albanesi, che gestiscono le ragazze provenienti dell’est Europa, anch’esse principalmente rumene e albanesi.

“La prostituzione gestita da organizzazioni dell’Europa dell’Est – sottolinea – ‘parla’ di donne spesso sfruttate da mariti e fidanzati, situazioni nelle quali c’è grossa dipendenza psicologica. Abbiamo riscontrato un alto tasso di violenza e aggressività, visto che le donne devono guadagnare molti soldi ogni giorno e se questo non accade la sera vengono minacciate o addirittura picchiate”.

C’è poi la prostituzione nigeriana per cui “la peculiarità in questo caso è il ruolo delle Madame, donne nigeriane, ex prostitute anche loro, che, per così dire, hanno fatto una scalata sociale, da sfruttate sono diventate sfruttatrici”.

Infine c’è la prostituzione cinese, quasi esclusivamente in appartamento, nascosta dietro attività come i centri massaggi, gestita dalla comunità cinese e sempre meno rivolta ad una clientela interna, cioè riservata solo a uomini cinesi.

Le donne solitamente non conoscono affatto la lingua italiana, sicuramente sono istruite a rispondere alle telefonate dicendo soltanto il loro indirizzo o sono gestite direttamente da call center a cui rispondono donne con maggior capacità linguistica, che smistano successivamente i clienti.

I GUADAGNI SEMPRE PIU' MAGRI

Ma la crisi ha colpito anche il mercato della prostituzione.

Secondo l’ultimo monitoraggio di On The Road, sei anni fa il debito che dovevano ripagare le prostitute ai loro sfruttatori, ora si è pressoché dimezzato. Oggi però è sceso a 25mila euro. Segno della crisi economica, che ha abbattuto le tariffe delle prestazioni.

La prestazione sessuale delle nigeriane in strada costa da 5 euro a 20 euro e a volte diventa anche oggetto di scambio, un vero e proprio “baratto” con cibo, ricarica telefonica, vestiario.

Il prezzo delle prestazioni si è notevolmente abbassato anche nel caso delle donne bianche, sceso da 50 euro a 15-30 euro.





In appartamento le prestazioni hanno un costo di 50-70 euro in media, le donne cinesi si vendono a che a 30 euro.

L’INFERNO SUL CIGLIO DELLA STRADA

“Le prostitute – denuncia Pierantozzi – vengono costrette a lavorare in strada tante ore consecutive in condizioni fisiche pessime, in presenza del ciclo mestruale o in stato interessante, ma soprattutto vengono costrette nell’accettare le prestazioni sessuali senza protezione. Oggi il cliente chiede principalmente di consumare il rapporto senza l’utilizzo del preservativo, offrendo di pagare una cifra maggiore con tutti i rischi annessi alle malattie sessualmente trasmissibili”.

Numerosi poi sono i casi di aggressioni violente da parte della clientela e di furti di denaro guadagnato con le prestazioni sessuali.

Inoltre. tra le nigeriane a prostituirsi ci sono anche ragazzine minorenni che non parlano la lingua italiana e sono spesso analfabete.

Le stesse vengono controllate a vista da quelle più grandi e collocate in zone buie e marginali della Bonifica del Tronto.

Anche tra le prostitute cinesi si cono tante minorenni, costrette a vivere segregate in casa ad accogliere clienti sotto strettissima sorveglianza da parte degli sfruttatori.

L’età media tra le rumene e albanesi è tra i 18 e 25 anni, tutte provenienti da realtà difficili, da famiglie in difficoltà economiche e con scarsa scolarizzazione.

Lo sfruttamento avviene spesso da parte dei fidanzati e anche da parte della stessa famiglia.

E, denuncia On The Road , “versano in pessime condizioni psico-fisiche, appaiono spesso malnutrite, mal vestite e poco curate. Portano avanti uno stile di vita completamente privo di regole, vivono di notte e dormono di giorno, mangiano spesso solo in tarda notte e, per reggere il lavoro, abusano di alcool, sostanze eccitanti e in alcuni casi di droghe sintetiche”.

Alle operatrici sociali raccontano la disperazione per le violenze subìte e per essere costrette a prostituirsi, in quanto è l’unico modo per aiutare la famiglia e per sfuggire alla povertà. 

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