PER COMMISSIONE TECNICA INSODDISFACENTI INTEGRAZIONI PRESENTATE DA PROPONENTE, ESULTA FRONTE CONTRARIO, ''ORA INTERVENTO PUBBLICO CON FONDI A DISPOSIZIONE''

PROJECT FINANCING OSPEDALE TERAMO: ASL BOCCIA PROPOSTA DI PIZZAROTTI

10 Ottobre 2019 19:47

Regione - Politica

TERAMO – Cala il sipario sul project financing del nuovo ospedale di Teramo, presentato dalla Pizzarotti di Parma: la commissione tecnica della Asl di Teramo, coordinata dal rup Vittorio D'Ambrosio, ha respinto nei giorni scorsi il progetto di realizzazione e gestione del nosocomio da realizzare a Piano D'Accio, a est di Teramo, da 550 posti, per un investimento complessivo da 250 milioni. Questo perchè, da quanto si apprende, il proponente non avrebbe ottemperato alle richieste di integrazioni e chiarimenti alla proposta presentata circa sei mesi fa, l'unica in campo, non superando così il vaglio di ammissibilità, a cui sarebbe seguito bando europeo. Nella proposta un canone da 20 milioni di euro l'anno da versare al privato, compresivo dei costi della manutenzione di vari servizi da garantire, al fine di rifarsi dell'investimento per realizzare della struttura.

Formalmente l'ipotesi project resta in piedi, visto che la stessa Pizzarotti o altri player dell'edilizia sanitaria, potrebbero presentare altre proposte. Ma in ogni caso l'iter deve cominciare da capo.

Oppure si potrebbe opotare per l'intervento pubblico, contando sugli 82 milioni di fondi ministeriali, più 30 nelle disponibilità della Asl per l'edilizia sanitaria, ma che coprirebbero la metà di quanto necessario per realizzare un nuovo noscomio.

In una nota, il presidente della commissione Vigilanza della Regione Abruzzo, Pietro Smargiassi, del Movimento 5 stelle contrarissimo al project teramano, rivela che “l'assessore alla Sanità della Lega, Nicoletta Verì, mi ha confermato una posizione chiara del governo regionale in merito ai project financing: saranno tenuti in piedi esclusivamente quelli già intrapresi dal suo predecessore, l'esponente del Pd Silvio Paolucci, e non ne verranno fatti partire di nuovi”. Ovvero partita chiusa per Teramo, aperta per il project di Chieti, di cui si attende il bando di gara, e quelli di Vasto, Lanciano, che però sono in alto mare.  





La notizia della bocciatura l'ha resa nota per primo, questa mattina, durante una seduta di commissione al Comune di Teramo il direttore generale facente funzione della Asl, il direttore amministrativo Maurizio Di Gioisa, che è stato, prima della promozione pro tempore, il rup del procedimento del project.

Esulta il fronte contrario, a cominciare dal Movimento 5 stelle, e dai comitati di quartiere che non volevano la dismissione dell'ospedale Mazzini, ma la sua riqualificazione in loco. Più defilata la posizione del sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto, per il quale la priorità è il “contenuto” della sanità teramana, con la qualifica di ospedale di secondo livello, piuttosto che il “contenitore”.

Il project di Teramo assieme a tutti gli altri, era stato perorato sostenuto dal centrosinistra di Luciano D'Alfonso, e dall'ex direttore generale della Asl teramana, Roberto Fagnano, nominato dal centrodestra in Regione di Marco Marsilio, direttore dell'Azienda regionale per la Salute (Ars), per fargli liberare la poltrona da riassegnare nelle more dello spoils system.

Fagnano, nella conferenza stampa di commiato, ha mostrato soddisfatto una lettera del direttore generale del ministero della Sanità, Andrea Urbani, che ha finanziato l’ospedale di Teramo con 82 milioni, rivendicandosene in merito.





Argomento a favore del project è innanzitutto che la Regione e la Asl non hanno i soldi per investimenti così imponenti. Poi perchè il privato garantirebbe tempi certi e celeri di realizzazione, essendo nel suo interesse concludere l'opera, e cominciare a rientrare dell'investimento incassando canoni e gestendo servizi. Infine perché un ospedale nuovo di zecca, avrebbe minori costi di gestione e manuntenzione, e maggiore funzionalità, in misura neanche paragonabile al vecchio nosocomio. Infine si fa notare, a proposito del ruolo dei privati in sanità, che già oggi a Teramo e altrove, molte fuzioni e servizi sono appaltati a società esterne.  

“Con questa presa di posizione della Asl di Teramo, – commenta ancora Smargiassi – non esistono più scuse per il centro destra, che deve mantenere la parola data agli abruzzesi nel corso della Commissione da me presieduta. È necessario ripartire da zero con la realizzazione del progetto, utilizzando solamente le risorse pubbliche ed evitando che si giochi al ribasso sulle cure dei cittadini per il profitto di qualche azienda privata”.

“In qualità di presidente della Commissione Vigilanza – conclude – terrò ancora più alta l'attenzione su questo tema, dal momento che i teramani hanno diritto di avere risposte positive in merito a una struttura ospedaliera che serve a tutto il territorio. Il centro destra ha vinto le elezioni facendo grandi promesse in tema di sanità. Adesso hanno il dovere di mantenere gli impegni e non tradire gli abruzzesi”.

Sulla stessa linea i comitati di quartiere: “Perche spendere tutti questi soldi, rischiando di introdurre una privatizzazione di fatto, quando si può intervenire  stosul nostro storico ospedale, e aumentarne i servizi?”

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