PROJECT FINANCING CHIETI: FEBBO, ”IRRICEVIBILE, ECCO I PARERI NEGATIVI”

16 Maggio 2017 15:57

Chieti - Politica

CHIETI – “Come anticipato ieri i documenti consegnati dal direttore generale della ASl Pasquale Flacco nelle mani del presidente della Regione Luciano D'Alfonso sono una serie interminabili di pareri negativi sul project financing che pesano quanto un macigno. Per questo motivo adesso attenzioneremo e vigileremo tutte le prossime mosse della Regione Abruzzo”.

Questo il commento minaccioso del consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo durante la conferenza stampa di questa mattina, in cui sono stati lanciati strali contro il project financing per il nuovo ospedale da 500 posti presentato dalla Icm del gruppo Maltauro, la cui pratica, ferma ad un passo del riconoscimento di pubblica utilità, è passata dalla Asl teatina alla Regione, con contestuale rimozione dal suo incarico del rup della Asl Filippo Manci.

Febbo però non demorde e squaderna i pareri negativi al  progetto da parte dei direttori di Unità operative complesse, del responsabile unico del procedimento Manci, e della consulente proveniente dalla Bocconi Veronica Vecchi.

“Innanzitutto- spiega Febbo – è tranciante la relazione della dottoressa Veronica Vecchi, docente di Public Management presso l’Università Bocconi, dove in 16 pagine demolisce praticamente la fattibilità del project financing proposto dalla Maltauro”





Nella relazione si legge: ‘La proposta così formulata risponde a un modello di PPP (partnership pubblico-privato) che ha mostrato una serie di criticità in fase di gestione a livello nazionale e internazionale, soprattutto in termini di rigidità e di scarsa sostenibilità. Fa quindi specie che il proponente non abbia cercato di interiorizzare queste evidenze nella proposta per rendere il progetto più sostenibile – scrive la Vecchi nelle conclusioni – Il contratto dovrebbe includere solo la realizzazione degli investimenti e la gestione dei servizi strettamente connessi alla parte edile. Esso dovrebbe essere remunerato a canone di disponibilità, solo parzialmente indicizzato all’inflazione (per la parte relativa alla componente di servizi di hard facility management)’.

“Inoltre sempre nella perizia della bocconiana – rimarca Febbo – viene messo in risalto in maniera nettamente negativa la parte economica. Infatti si legge che il project Maltauro non costerà 8,5 milioni di euro, come sostenuto dal presidente D'Alfonso, ma bensì 20 milioni di euro. ‘Non deve creare illusioni il fatto che la gestione dei servizi generi un margine di circa 8,5 milioni di euro – scrive la Vecchi – Si tratta infatti di una extra marginalità calcolata sul valore dei servizi corrisposto ai subfornitori (e quindi allineato al costo di questi servizi sul mercato, già comprensivo di un margine industriale). Pertanto si può affermare che il “vero” canone di disponibilità ammonta a quasi 20 milioni di euro, oltre IVA e inflazione’”.

“E ancora – incalaza Febbo –  6,5 milioni di euro per consulenze finanziarie e legali appaiono molto elevati, così come ‘appaiono anche molto elevate le spese per la SPV (le società veicolo) sia in fase di costruzione che di gestione (nel piano economico-finanziario di operazioni analoghe, sono previsti costi di gestione in fase di costruzione pari a circa 550.000 e pari a 450.000 in fase di costruzione, contro, rispettivamente, 1.060.000 e 785.000 nella proposta per l’ospedale di Chieti)’”.

“Oltre a questa perizia – continua Febbo mostrando le carte – sempre nella documentazione consegnata alla Presidenza della Regione Abruzzo ci sono tutta una serie di pareri dei Direttori delle Unità operative Complessa) che bocciano la fattibilità del Project financing al SS. Annunziata di Chieti. C'è il parere dell'ingegnere Vincenzo D'Amico che scrive come ‘l'importo iniziale di 5 milioni di euro proposto per acquisto di AEM (apparecchiature elettrici medicali), ritenute necessarie per l'apertura del nuovo ospedale appare del tutto insufficiente per soddisfare le esigenze stimabili in circa 25 milioni di euro. Rispetto al disciplinare per la fornitura delle attrezzature medicali si rimarca l'assoluta sproporzione del valore minimo di acquisto per attrezzature (…) poi per quanto riguarda il noleggio, manutenzione e strumentario chirurgico si evidenzia che c'è un aumento vertiginoso del 63% rispetto alla cifra che deriverebbe dal servizio in caso di affidamento attraverso gara”

C'è poi il direttore Pierlugi Galassi “che nella sua relazione  prosegue Febbo – sulla congruità dei prezzi unitari dei singoli servizi indicati nel PEF ‘risultano assolutamente elevati, sia rispetto ai prezzi del contratto ASL e sia ai prezzi di riferimento ANAC, di una percentuale variabile tra il 120% e 140% in più’. Ancora, la dottoressa Maria Golato nella sua valutazione ( allegato 2C) inerente i dati e costi del laboratorio di biochimica, si evince che il macro dato è l'aumento del costo per test passa dall'attuale gara 0,43 euro (costo attuale) a 2,2 euro. Quindi aumento del 400%, così come il complesso degli esami di laboratorio passano da euro 2.326.746 a euro 7.723.690. Sempre la Golato contesta e ridicolizza la gestione informatica e il programma di informazione e addestramento del personale. Circa il servizio Investimento, Patrimonio e manutenzione (allegato 2D) l'ingegner Filippo Manci evidenzia che i posti letto ricompresi nella nuova struttura P.Q. Sono 404 e non 498 poiché gli 82 posti sono già attivi nel corpo M”.





“Quindi il costo stimato per la realizzazione – commenta Febbo – viene individuato in euro 86.736.780 e non come proposto in euro 106.618.110. Così come sono in totale disallineamento i costi di gestione degli impianti tecnologici attualmente in euro 5.740.070 mentre quello stimato dal proponente è di euro 11.066.916. Aumento oltre del 100%. Sempre Manci (allegato 2E) torna sulla problematica relativa alla funzionalità progettuale non conforme al PEF in caso di accoglimento delle indicazioni dei vari direttori della Asl. E si continua (allegato o2F) a firma del Prof. Cotroneo dove stronca palesemente ed in maniera definitiva il Servizio di radiologia e medicina nucleare. ‘Il progetto della radiologia appare assolutamente non condivisibile e da rivedere completamente per la carenza di spazi, per distribuzione delle diagnostiche per assenza della Sala Angiografica e relativa apparecchiatura…’ e continua con l'evidenziare le tante lacune presenti nel proposta. Mentre il direttore dottor Giuseppe Mariotti (allegato 2G) boccia nei singoli servizi da Anatomia patologica, farmacia, radiologia, terapia intensiva, dialisi, odontoiatria, e oncologia. Insomma due pagine fitte da leggere che si commentano da sole e che lascia senza parole”.

“Anche il direttore Mariotti – va avanti Febbo – pone il problema dei posti letto evidenziati anche da Manci. Infine la dottoressa Anna Suriani (allegato 2H) evidenzia l'incompatibilità dell'attività di cantiere (demolizioni e realizzazioni) ed il micro clima che dovrebbe esserci nei reparti di un ospedale”.

“In questi mesi – conclude Febbo – abbiamo assistito, da parte del Presidente della Regione, al completo esautoramento del ruolo della Asl, al capovolgimento delle regole amministrative e allo stravolgimento delle leggi al fine di avocare un procedimento, come la pubblica utilità, che per competenza spetta solo ed esclusivamente alla Asl. Chiedo che l'esecutivo della Regione Abruzzo abbandoni definitivamente questo progetto che ritengo da tempo folle e improponibile visto che non ha i piedi per camminare. (eufemismo – sic !!!). È urgente, invece, lavorare in miniera spedita al fine di sistemare definitivamente i complessi del SS. Annunziata che risultano critici. Oggi è indispensabile non perdere più tempo nel completare quel lavoro intrapreso per dare all'ospedale di Chieti futuro certo e stabilità sanitaria”.

 

 

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