PROGETTO PETROLIFERO LAGO DI BOMBA: BRACCO, ”LA REGIONE NON FA NULLA”

28 Dicembre 2017 18:38

Regione - Politica

L’AQUILA – “Il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, nella seduta del 21 novembre scorso, ha ribadito la contrarietà dell’Ente che rappresenta al progetto petrolifero, che si vorrebbe attuare in Val di Sangro, il sottosegretario alla presidenza della Giunta, Mario Mazzocca, ha affermato di aver diffidato la Regione in merito, atto seguito da una specifica delibera di Giunta regionale, che verrà esaminata venerdì, sono passati oltre trenta giorni, cosa è stato fatto di concreto?”. 

È quanto chiede in una nota consigliere regionale del gruppo misto ed esponente di Liberi e uguali Leandro Bracco, in vista della scadenza dei termini per la presentazione delle osservazioni relative al progetto estrattivo nel lago di Bomba, a Colledimezzo (Chieti), che prevede la realizzazione di una raffineria nel Comune di Paglieta (Chieti), di un gasdotto lungo 21 chilometri e la perforazione di diversi pozzi proprio sotto lo stesso lago. 





“Il presidente D'Alfonso, intervenendo sulla questione e nel rassicurare sulla contrarietà della Regione al progetto, aveva invece detto che ‘laddove l’azienda regionale alle attività produttive ha dato luogo a qualche superfetazione documentale, faremo in modo che Arap venga sollevata e dica un grande no all'operazione Bomba’ – ricorda il consigliere di Liberi e Uguali – Lo sciagurato progetto era già stato fermato nel 2015 dal consiglio di Stato che aveva ritenuto corretto, alla luce del principio di precauzione, il giudizio di non compatibilità espresso dal comitato di valutazione di impatto ambientale regionale. Ciononostante, attraverso una presumibilmente strumentale modifica del piano dei lavori, la società Cmi Energia ha fatto rinascere, questa volta in sede nazionale, l'iniziativa”. 

Non sarà più quindi l'organo tecnico della regione a esprimersi sulla compatibilità dell'opera e “risulterà necessario individuare la strada migliore per affermare le evidenti ragioni di non compatibilità del progetto di estrazione di gas al di sotto di una infrastruttura così complessa e delicata come la diga in terra battuta di Bomba – prosegue – Per quanto dichiarato dalla regione Abruzzo, il comitato tecnico starebbe predisponendo un'istruttoria dettagliata riguardante la documentazione integrativa presentata nei mesi scorsi dalla Cmi Energia. Come sottolineato da molte amministrazioni comunali e da diverse associazioni ambientaliste, la procedura adottata dal Ministero sarebbe non legittima in quanto non si sarebbe potuta chiedere un'ulteriore integrazione documentale”. 





“Nei fatti questa circostanza avrebbe consentito alla Cmi Energia di completare un progetto che presentava notevolissime lacune – aggiunge Bracco – È trascorso oltre un mese da quel 21 novembre e mi domando se la diffida presentata al ministero dello Sviluppo economico e al ministero dell'Ambiente, da Mazzocca, abbia prodotto un qualche risultato e se la Giunta regionale abbia adottato il provvedimento annunciato. In particolare quali verifiche sono state condotte sui provvedimenti di matrice Arap?”.

“Queste circostanze assumono ancor più rilievo se si considera l'approvazione, avvenuta giovedì scorso 22 dicembre, della centrale di compressione gas di Sulmona, in provincia dell’Aquila, da parte del Consiglio dei ministri, a cui è seguita la riconsegna della fascia tricolore da parte del sindaco Annamaria Casini. Il progetto rappresenta lo snodo dei 678 chilometri della rete adriatica di Snam. Questo fatto non può che confermare il fortissimo interesse verso il gas da parte del Governo nazionale e il notevole immobilismo dell'esecutivo regionale. La mia preoccupazione – conclude Leandro Bracco – non può che persistere anche verso ciò che si vorrebbe attuare a Bomba”.

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