PRATI DI TIVO, LA STAGIONE E’ IN FORSE TANTI GUAI PER GLI IMPIANTI DI RISALITA

di Giulia Di Cesare

24 Ottobre 2014 08:37

Teramo - Cronaca

TERAMO – “Aiutaci a salvare Prati di Tivo”.

Questa la pagina Facebook nata a metà ottobre per iniziativa di un privato cittadino, per portare nuovamente sotto i riflettori la situazione allarmante in cui si trova questa importante località sciistica abruzzese, una delle più importanti della regione, che si trova sul versante teramano.

L’allarme è stato lanciato da mesi dagli albergatori di Prati di Tivo che si sono trovati nella condizione di dover rifiutare le prenotazioni arrivate per il periodo natalizio, non sapendo se la stagione sarebbe partita oppure no.

“È una problematica grande – ha spiegato ad AbruzzoWeb Lello Candeloro dell’Hotel Amorocchi e presidente dell’ex associazione albergatori – Quella in cui ci troviamo è una situazione complicata: la gente viene in albergo perché va a sciare quindi se non riapriranno gli impianti di risalita noi non potremo lavorare. È una questione di interesse per tutti chiediamo che ci si dia una mano, noi siamo pronti a mettere a disposizione il nostro lavoro e i nostri soldi”.

Nell’aprile 2013, tra l’altro, era stato istituito il Consorzio degli operatori turistici Gran Sasso – Prati, nato dall’esigenza di rilanciare questa area turistica.





“Ad oggi due sono le parti che si fronteggiano in questa situazione – ha chiarito l’albergatore – da un lato ci siamo noi del consorzio e la Siget, la società che gestiva gli impianti in precedenza, dall’altro la Gran Sasso teramano, società pubblica che ha gli impianti di risalita di Prati di Tivo e di Prato Selva”.

La Gran Sasso teramano rientra però tra le società pubbliche che hanno un debito da risanare, che ammonta a 2,5 milioni di euro.

Improbabile, se non impossibile, che la società decida di riaprire con le proprie forze gli impianti.

“Nei prossimi giorni – ha annunciato Candeloro – avremo un incontro con la società per capire a fondo la situazione. In questi giorni, però è stato aperto un nuovo bando per la gestione degli impianti. Si parla di un bando di 250.000 euro che probabilmente andrà deserto. Il problema maggiore – ha spiegato – è che questo bando  scadrà il 24 novembre, quindi anche se qualcuno si dovesse presentare e vincere la gara potrebbe iniziare a lavorare solo il 25 novembre a pochissimi giorni dall’apertura della stagione che inizierà l’8 dicembre”.

Il vero problema, però, sembra la certezza che la gara andrà deserta e quindi si arriverà a fine novembre senza soluzioni concrete.

“Noi abbiamo proposto due soluzioni alternative: nella prima vorremmo poter affidare questi impianti a una nuova compartecipata da albergatori e Siget. In questo caso la Gran Sasso metterebbe gli impianti da gestire, mentre noi ci occuperemmo di mettere i soldi necessari per aprire e per gestire gli impianti. La nostra seconda proposta è quella di prendere in affitto gli impianti di risalita a un minimo sindacale in modo da cercare di risollevare la sorte di questi impianti che in questo momento sono fermi”.





Queste soluzioni sono state presentate per dare la possibilità agli impianti di risalita di lavorare anche quest’anno posponendo il problema vero. 

C’è stato, inoltre, il cambio alla guida della Provincia di Teramo, con il nuovo presidente Renzo Di Sabatino, per questo motivo gli albergatori nelle prossime settimane dovranno incontrare anche la nuova compagine politica.

“Né la Provincia né la Camera di commercio hanno la voglia o la possibilità di gestire questi impianti. Questo è il motivo per cui chiediamo di gestirli noi. A oggi questa situazione – ha spiegato Candeloro – sta solo provocando grandi perdite per l’economia di tutta la zona”.

La proposta portata avanti dal Consorzio è stata presentata in Regione, in Provincia e anche alla Camera di commercio.

“Oggi – ha concluso l’albergatore – o si rilancia questa zona sciistica o saremo destinati all’oblio, proprio come è successo a Prato Selva. Noi ci stiamo battendo e stiamo facendo tutto il possibile per risolvere al meglio questa situazione. In questo momento va bene anche una soluzione temporanea, l’importante è non far fermare per un anno intero questi impianti”.

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