PORTA BARETE: SEGRETARIO GIZZI, SPOSTAMENTO CIVICO 207 ”E’ UNA VIA PERCORRIBILE”

4 Agosto 2016 13:20

L'Aquila -

L'AQUILA – “La delocalizzazione dell'edificio che nasconde che la porta, con la relativa perequazione urbanistica, sembrerebbe una strada percorribile”. 

Fresco di nomina, il nuovo segretario regionale per i Beni culturali Stefano Gizzi affronta il tema della valorizzazione del sito di Porta Barete, da due anni al centro dell'attenzione cittadina e nazionale, in relazione allo spostamento o meno del civico 207 che si trova proprio sull'area riscoperta. 

Con un piano di riqualificazione dell'intera zona che comprende anche Santa Croce, il Comune  ha recentemente offerto ai condomini diverse opzioni, tra le quali permute, indennizzi e la delocalizzazione dell'intero edificio nella zona di Villa Gioia. 





“Occorre valutare soluzioni condivise tra i privati, gli organismi di tutela e il Comune – precisa -. Quando ero Soprintendente in Sardegna, a Sassari, si sono concordate ed effettuate azioni analoghe grazie al Piano Regolatore redatto da Bruno Gabrielli, grande urbanista recentemente scomparso, che aveva già sperimentato soluzioni simili a Genova, prevedendo la possibilità di trasferire i diritti edificatori da un'area ad un'altra in caso di emergenze architettoniche od archeologiche particolarmente significative”.

Sulla tutela dell'area Gizzi aggiunge: “Il vincolo, anzi la dichiarazione di interesse particolarmente importante, non è di tipo archeologico, ma architettonico, riguardando una porta altomedievale in stretta relazione al circuito murario trecentesco”. 

Un aspetto, quest'ultimo molto importante da chiarire, secondo il segretario, perché “non si tratta di salvaguardare tanto un'area di scavo, dando la possibilità di una compresenza tra edifici contemporanei ed aree archeologiche visitabili al di sotto, come si è fatto in Inghilterra (terme di Bath) o anche in Italia (Auditorium di Renzo Piano a Roma con villa rustica romana visibile al di sotto), ma di assicurare l'interesse pubblico di un complesso architettonico-urbanistico da considerare nella sua interezza ed integrità”.





Dopo il vincolo e il piano di recupero dell'area, quali saranno ora i prossimi passi? 

“Il ministero per i Beni culturali ha avallato la dichiarazione di interesse culturale particolarmente importante emanata dalla commissione regionale per il Patrimonio culturale dell'Abruzzo nel 2015, visto proprio quale sistema difensivo della città dell'Aquila costituito da mura, torri e porte: un insieme unitario da leggere, quindi, come un sistema complesso ed organico nello stesso tempo”, spiega. 

“Occorre ora perfezionare gli atti amministrativi prima di poter procedere ai restauri – conclude – Vi sono una serie di atti e di altri obblighi giuridici da completare prima di poter proseguire le azioni conservative e di eventuali limitate reintegrazioni architettoniche sulle mura e sulla porta, che consentano di condurre il restauro secondo i canoni della riconoscibilità, della reversibilità e del cosiddetto minimo intervento, affinché sia sempre assicurata l'autenticità del circuito difensivo urbano, uno dei più integri nell'intera Italia”. (m.gal.)

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