PRESIDENTE PROVINCIA DI MARCO, ''PRIMI IN ITALIA A FARE MONITORAGGI, MA POI SERVIRANNO INGENTI RISORSE, E A NOI HANNO TAGLIATO 30 MILIONI...''

PONTI E STRADE A PESCARA: ”INDAGINI IN CORSO, ATTENZIONE AL MORANDI DI SALLE”

di Filippo Tronca

29 Agosto 2018 07:00

Pescara - Cronaca

PESCARA  – Il vertiginoso ponte di Salle a cavallo del fiume Orta, in provincia di Pescara, fino a pochi giorni fa era una fotografatissima attrazione turistica, meta degli appassionati di bungee jumping. Con i suoi 104 metri, è del resto il ponte più alto del centro Italia e in muratura uno dei più alti d’Europa. Costruito nei primi anni '50,  su progetto proprio di Riccardo Morandi, l'ingegnere che ha messo la firma sul viadotto Polcevera di Genova, che senza  adeguata e costante  manutenzione, e difetti strutturale in origine  è crollato il 14 agosto scorso, provocando 43 vittime e mettendo in ginocchio un'intera città.

Parte da questo ponte abruzzese, che ora suscita preoccupazione ed è guardato con ben altri occhi, la seconda puntata del viaggio di Abruzzoweb nelle quattro provincie abruzzesi volta a fare il punto sulla condizione di ponti e strade, che anche in Abruzzo hanno bisogno  di urgente manutenzione e verifiche di stabilità.

A fare da cicerone il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, Partito democratico,che per prima cosa spiega che sul ponte di Salle è in corso una verifica di staticità e una rilevazione di eventuali criticità, già dal mese di marzo, ben prima della catastrofe di Genova.

Quello di Salle, per fortuna poco trafficato e non da mezzi pesanti, è solo uno dei 63 ponti di competenza provinciale, oggetto di verifica da parte di  ben quattro studi ingegneristici.

“Bisogna sapere – spiega infatti Di Marco – che la Provincia di Pescara è stata forse l'unica in Italia che  ha già avviato il montoraggio sulla condizione dei suoi 63 ponti, finanziata con 460 mila euro e affidata a quattro studi di ingegneria di livello nazionale”.

Le indagini sono partite a marzo, e già sono state consegnate 13 relazioni tecniche, che hanno consentito di evidenziare intanto forti criticità sul ponte di Villareia di Cepagatti, dove subito Di Marco ha disposto  il traffico alternato, e il divieto di transito a tir e altri mezzi oltre una certa stazza. 

Le prime risultanze delle verifiche hanno anche confermato la pericolosità del ponte di Castigilione a Casauria, dove sui piloni sono state rinvenute fessura anche di 10 centimetri, provocate dal sisma del gennaio 2017. Il ponte era però da tempo già chiuso al traffico. 





“Tra una decina di giorni – spiega Di Marco – avremo tutte le relazioni su tutti i 63 ponti, compreso quello di Salle, e decideremo il da farsi. Se emergeranno criticità ovviamente i ponti saranno chiuso al traffico. E poi dovremo fare il conto della spesa per le manutenzioni ordinarie e straordinarie, da inviare al Governo, come sollecitato dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli dopo la tragedia di Genova, e saremo forse i primi a farlo, essendo partiti molti prima e in tempi non sospetti”.  

Ma quella dei ponti non è l'unica emergenza che la Provincia di Pescara si deve trovare ad affrontare con ben pochi mezzi a disposizione: c'è anche quella delle strade.

E a proposito di emergenze, Di Marco ne sa qualcosa, essendo uno dei 29  iscritti al registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Pescara per la tragedia dell'hotel di Rigopiano, dove il 18 gennaio del 2017, a causa di una sono morte 29 persone.

Su questa vicenda però Di Marco intende non vuole commentare. “Aspetto fiducioso il lavoro della magistratura”, si limita ad affermare.

Le strade dicevamo: la Provincia di Pescara fino ad ora ne doveva gestire oltre 900 chilometri, in buona parte in aree montane e collinari, funestate da frane e smottamenti.  

Una parziale svolta è arrivata lunedi scorso, allorché  la Provincia di Pescara e quella dell'Aquila hanno siglato l'atteso passaggio all'Anas della competenza su parte della viabilità, in attuazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 20 febbraio 2018.

Di quei 900 chilometri ora 97 saranno a carico, per ogni tipo intervento, in capo all'Anas, che ha già a disposizione 20 milioni per riparare le strade, disinnescare il riuschio frane nel limite del possibile e riasfaltare tratti ridotti a mulattiere, già a partire dai primi giorni di settembre, cominciando intanto con lo sfalcio dell'erba.





Tra i tratti passati di mano c'è la disastrata provinciale 487, che attraversa i comuni di Scafa, Caramanico Terme, Sant'Eufemia e Pacentro. Ed anche importanti tratti stradali di Collercovino, Cappelle sul Tavo, Elice e Penne.

Un aiuto non da poco, per la Provincia di Pescara, declassata ad ente di secondo livello dalla legge Delrio, ora con metà personale, e con i bilanci falcidiati dai tagli, e consiglio provincale, compreso il presidente che devono lavorare a titolo gratuito. 

“Non va dimenticato – si sfoga Di Marco – che la Provincia di Pescara ancora non approva i bilanci di previsione 2018, visto che mancano all'appello 6 milioni di euro. Del resto il governo negli ultimi due anni ci ha tagliato i trasferimenti per 30 milioni di euro, trattenendo le imposte locali, di cui però noi siamo esattori. Il personale dopo i trasferimenti imposti dalla Legge Delrio è passato da 300  a 130 addetti, e sono sguarniti anche gli uffici tecnici, che per i progetti sulla viabilità e le scuole sarebbero determinanti”.

La Provincia di Pescara, per chiudere il bilancio, sta cercando di fare cassa vendendo gli immobili di sua proprietà, in primis il grande fabbricato della Napolplast, nella periferia di Pescara sud, dal valore di 1,4 milioni di euro. Non sarà però facile, vista la crisi del mercato immobiliare.  

Una boccata di ossigeno è stata rappresentata dai 14 milioni di euro stanziati dal Masterplan per il sud, dal governo regionale di Luciano D'Alfonso.

I tratti dove  si interverrà con più urgenza sono quelli funestati da frane nei comuni di Farindola, Villa Celiera, Civitella Casanova, Carpineto della Nora, Vicoli, Pesconsansonesco, Pietranico, Corvara, Salle, Tocco da Casauria e Bolognano. 

“I progetti esecutivi sono già pronti, divisi in  otto comparti, contiamo di chiudere nel breve tempo possibile la partita dei bandi di gara. Ma nonostante questi ulteriori interventi, il problema della viabilità sarà risolto solo al 60 per cento. Per riparare tutte le strade, servirebbero altri 20 milioni di euro, senza contare i soldi necessari, come detto ancora da quantificare, per riparare tutti i ponti. Spero davvero che la tragedia di Genova faccia capire finalmente che una delle grandi emergenze nazionali è quella della messa in sicurezza del territorio e delle isfrastrutture oramai vecchie di decenni. Prima che si debbano piangere i morti”.

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