POLO MUSEALE DA CHIETI ALL’AQUILA, DI PRIMIO CI RIPENSA E INSORGE

di Arianna Iannotti

5 Febbraio 2016 19:40

Chieti - Cronaca

CHIETI – “Quando ho rilasciato l’intervista ad Abruzzoweb sulla sede a Chieti della nuova Soprintendenza unica, il problema non era quello della sede del Polo museale ma, semmai, di una visione campanilista della nostra regione contro la quale mi sono sempre battuto”. 

Il sindaco di Chieti Umberto Di Primio (Nuovo Centro Destra), mentre lancia la battaglia per riavere a Chieti il Polo museale da trasferire all'Aquila, cerca anche di spiegare perché pochi giorni fa a questo giornale ha detto testualmente: “È evidente che possiamo concentrare gli uffici a Chieti dove c'è tutta la Soprintendenza, mentre all'Aquila va benissimo che resti il Polo museale”.

Una intervista che ora l’opposizione di centrosinistra, con in testa i consiglieri Luigi Febo e Chiara Zappalorto, sventola per attaccare il primo cittadino e giudicare “fittizia” la sua battaglia in difesa di Chieti.





Di Primio dice che ha contattato personalmente il Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) per fissare un incontro chiarificatore.

Il sindaco annuncia una “battaglia strenua” in difesa della sede teatina del Polo, accusa il ministro Dario Franceschini di “grave scorrettezza istituzionale” per aver cambiato la bozza di decreto, “dopo aver assicurato che non ci sarebbero stati cambiamenti”, e assicura che a tutti costi vuole capire qual è la logica che si cela dietro le ultime scelte.

Ma poi aggiunge anche: “Scambierei volentieri al sede regionale del Polo museale con i finanziamenti ministeriali per risistemare i siti archeologici teatini, perché siano veramente fruibili a fini turistici”.





Una presa di posizione, quest’ultima, che lo riporta sulla linea della precedente intervista, che dunque non smentisce in toto.

“Sono i siti archeologici che, se ben tenuti, attirano turisti in città – continua – non certo gli uffici. E farei di tutto per avere i finanziamenti necessari per rimettere in buono stato il grande patrimonio archeologico teatino”.

Nel frattempo, visto che di soldi ministeriali non è che se ne prevedano, Di Primio continua la sua battaglia per il Polo museale e, a seguito della richiesta d’incontro al Mibact, annuncia: “Qualora le motivazioni addotte dal Ministero non fossero legittime ma, anzi, lesive per il territorio, mi farò promotore di una forte azione affinché, quantomeno, si sappia in che modo vengono gestiti i beni culturali in Italia. Non è una battaglia di campanile, questa, ma non può passare la regola che chi urla di più nelle sezioni di partito più ottiene”.

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