PESCARA – “Una legge per defiscalizzare le attività produttive nei territori di frontiera”, “incentivi per far insediare le imprese del settore strategico dei big data nei crateri sismici del 2009 e del 2017”.
In Abruzzo, l'auspicio che si risolva al più presto la crisi al Comune dell'Aquila, e che il centrodestra unito, conquisti il comune di Pescara alle amministrative di maggio.
Infine un sogno: ''Veder cadere il prima possibile questo governo incestuoso, in modo tale che il centrodestra possa dare guida autorevole al nostro Paese”.
Tra obiettivi già prossimi a concretizzarsi, e ambizioni a venire, questo in sintesi il bilancio di un anno alla Camera dei deputati, e di attività politica in prima linea, di Antonio Martino, 43enne imprenditore pescarese, eletto il 4 marzo del 2018 con Forza Italia nel collegio dell'Aquila, dove ha avuto la meglio nell’uninominale con uno scarto del 12 per cento, contro il candidato del Movimento 5 stelle Giorgio Fedele, oggi consigliere regionale.
All’epoca, la vittoria di Martino è stata definita una impresa visto che i pentastellati viaggiavano con il vento in poppa e che anche in Abruzzo avevano fatto man bassa di consensi e onorevoli.
Martino è sceso in campo ottenendo la candidatura anche grazie a rapporti diretti con il presidente Berlusconi, dopo aver messo da parte la sua passione per la politica alimentata fin da giovanissimo che lo aveva portato ad essere dirigente nazionale della Margherita, per realizzarsi come imprenditore.
Il deputato, figlio d’arte, suo padre Carmine è stato dirigente storico della Democrazia Cristiana, è comproprietario della holding del gruppo Dynamin, che nel settore dell’innovazione e delle nuove tecnologie dà lavoro a circa 600 dipendenti per un fatturato di 108 milioni di euro, dimessosi da ruoli operativi dopo la candidatura alle elezioni politiche, giudica con molta durezza il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle, “costoso ed inefficace a creare lavoro vero”.
Anche nelle vesti di coordinatore organizzativo degli azzurri in Abruzzo, il vice presidente del gruppo azzurro nella commissione Tesoro e Finanze parla proprio nel giorno in cui il centrodestra espugna anche la Basilicata, considera un buon risultato quello ottenuto alla Regione, dopo la vittoria del 10 febbraio del centrodestra con il presidente, Marco Marsilio, visto che Forza Italia (9,07 per cento e tre consiglieri), seppure dopo un braccio di ferro con l'alleato della Lega ha avuto un assessorato alle Attività produttive e Turismo per Mauro Febbo, la presidenza del consiglio per Lorenzo Sospiri, e la carica di sottosegretario per Umberto D'Annuntiis, con delega pesante ai Trasporti.
Onorevole Antonio Martino, è passato un anno da quando è deputato della Repubblica, che bilancio vuole tracciare?
È stato un anno impegnativo, in una legislatura particolare, con un governo anomalo di Lega e Movimento 5 stelle, che non è venuto fuori dal dato elettorale. E questo ha complicato un po' l'attività. Nonostante questo Forza Italia, che è rimasta coerente al connubio del centro-destra che si è presentato davanti agli elettori il 4 di marzo, sta combattendo per il vero programma del centro-destra e io in questo sto cercando di dare anche un accento a quelle che sono le esigenze del nostro territorio.
Concretamente di quali provvedimenti si sta facendo promotore?
È stata presentata una proposta di legge a mia firma per quanto riguarda il territorio del cratere sismico del 2009 e del 2017, finalizzate a dare un vero impulso economico: sono territori che si stanno ricostruendo, e questo processo deve riguardare ovviamente anche l'aspetto economico. Il provvedimento riguarda in particolare la defiscalizzazione dell'energia elettrica necessaria ad alimentare i data data center, che consumano molta energia. Ciò darà convenienza ad investire in questi territori, creando tutta una serie di attività che girano attorno alla gestione dei dati, un settore sempre più strategico. C'è poi un importante ordine del giorno sulla defiscalizzazione delle attività commerciali di frontiera. Ho preso spunto dalla legge che agevola i comuni come Livigno in Lombardia, per evitare che le aziende fuggano nei paesi esteri confinanti. Bisogna fare in modo che le persone rimangano a vivere nei territori marginali, creando occupazione, e non far pagare l'iva per dieci anni, è il modo migliore per attrarre gli investimenti di importanti aziende.
Che rapporti ha con i suoi colleghi parlamentari della Lega, partito in maggioranza a Roma, a cui voi vi opponete, e vostri alleati in Abruzzo e altre regioni?
Dal punto di vista personale ottimo, ci mancherebbe, a dividerci però ci sono alcune posizioni e battaglie. Noi di Forza Italia ad esempio siamo contrari a questo tipo di reddito di cittadinanza. Anche molti nella Lega sono contrari, a dire il vero, ma devono adeguarsi per amor di contratto di governo… Resta il fatto che l'hanno votato, e su questo meritano una bella tirata di orecchie. Va bene aiutare chi è in difficoltà, ma in questo modo non si dà impulso alle attività che creano occupazione. Il reddito di cittadinanza per importo poi sarebbe pari ad uno stipendio di ingresso in attività basilari in quelle dei call center. E questo potrebbe rappresentare un'incentivazione al lavoro nero. Tutti quei soldi si dovrebbero spendere per dare vantaggio alle aziende che investono e assumono.
Veniamo nel suo Abruzzo: Forza Italia è tornata a governare in Regione, poi però c'è stato un rude braccio di ferro con la Lega di gran lunga il primo partito della coalizione. Soddisfatto di come è andata?
Forza Italia ha ottenuto un assessore, un sottosegretario con deleghe altrettanto importanti come quella dei trasporti abbiamo il presidente del consiglio, che è un organo istituzionale importantissimo per la macchina amministrativa regionale. Quindi diciamo che Forza Italia è stata degnamente rappresentata. Quello che è ancora più importante è che abbiamo avuto un confronto tematico serio con i nostri alleati, per dare risposte ai tanti bisogni degli abruzzesi.
Da imprenditore abruzzese, prima ancora che da esponente politico, che consigli ha dato o intende dare, al presidente Marco Marsilio?
Marco sicuramente è una persona capace, e con la sua esperienza potrà attuare tutto il programma che abbiamo scritto insieme. Cosa importante è non essere divisivi, creare una connessione tra l'entroterra e le zone costiere: l'Abruzzo è un'unica regione, il territorio interno ha delle caratteristiche particolari diversi da quello costiero, ma solo insieme, possono trovare la strada giusta per il loro futuro
Giorni fa c'erano i commercianti in crisi del centro storico dell'Aquila che manifestavano, perchè hanno bisogno di risposte immediate e non c'era di fatto un Comune con i pieni poteri pronti ad accogliere tempestivamente loro istanze. È preoccupato?
La crisi al Comune dell'Aquila è dovuta anche a quello che è accaduto con le Regionali del 10 febbraio, con l'elezione di tanti elementi importanti della giunta e della maggioranza di Pierluigi Biondi. Sono convinto che tutti insieme nel centrodestra troveremo la quadra, con il giusto rispetto delle forze che compongono la maggioranza, mettendo gli uomini giusti nel posto giusto.
Ma il sindaco Biondi ha fatto bene o male a dimettersi? Diciamo che ognuno interpreta tecnicamente come vuole la soluzione dei problemi, magari io non l'avrei fatto. Questa comunque è stata la sua scelta, e la rispetto.
Si vota a breve anche a Pescara, come vi state preparando?
A Pescara Forza Italia credo possa esprimere, nel rispetto nel rapporto con gli altri alleati, un candidato sindaco autorevole e di sintesi, e noi a questo obiettivo stiamo lavorando. Un sindaco che dovrà rilanciare una città dove il centro-sinistra ha drammaticamente fallito.
C'è poi la partita delle elezioni europee: sarà più che mai tra europeisti e moderati da una parte, e sovranisti ed euroscettici dall'altra?
Sovranismo è un termine che io non riesco a comprendere, nel senso che se si è sovranisti in un paese come l'America o come la Cina può avere un senso. Ma non in un Paese piccolo come l'Italia, perché equivale a volere il suo isolamento, a tagliarlo fuori dal contesto globale. Detto questo l'Unione europea va riformata, finora non è stata lontana dalla gente, e troppo vicina ai sistemi bancari.
Torniamo da dove eravamo partiti: questo governo secondo lei reggerà?
Io spero di no, questo è un governo incestuoso tra due forze politiche che hanno programmi completamente diversi. Il centro-destra deve ricomporsi, e ritrovare la sua forza. Con un ritorno alle urne, che è la via maestra e preferibile. O anche all'interno del Parlamento. Tutto è possibile, del resto, anche un governo giallo verde era impensabile prima del 4 marzo. La cosa importante è dare una guida seria al Paese, perché queste riforme imposte dal Movimento 5 stelle fatte con i tweet, e votate con la piattaforma Rousseau, ci stanno portando alla rovina.
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