PESCARA: NUOVO STADIO ADRIATICO DA 40 MILIONI BLOCCATO DALLA SOPRINTENDENZA, E’ RIVOLTA

30 Novembre 2015 19:33

Pescara - Sport

PESCARA – C’è maretta a Pescara dopo che la Soprintendenza Belle arti e Paesaggio dell’Abruzzo ha inviato al Comune la comunicazione di apposizione del vincolo architettonico sull’intero Stadio Adriatico “Giovanni Cornacchia”, interessato dal progetto di riqualificazione proposto all’amministrazione comunale dalla Lega Calcio B da 40 milioni di euro che lo trasformerebbe in un impianto hi-tech e tutto coperto.

Un piano di sviluppo che, è stato annunciato, consentirebbe all’ente il risparmio dei costi di gestione, pari a oltre 1 milione di euro all’anno e favorirebbe lo sviluppo dell’economia locale.

“Alla luce di quanto comunicatoci, intendiamo proseguire con tutti gli strumenti a nostra disposizione la battaglia per dare a Pescara una struttura sportiva europea – ha affermato il sindaco Marco Alessandrini – Una struttura capace di rappresentare la vocazione sportiva della città e di promuovere l’immagine di Pescara in Italia e oltre, riportandola entro circuiti internazionali che non vogliamo perdere, perché producono ricadute rilevanti anche per l’economia del territorio, come hanno dimostrato i Giochi del Mediterraneo, Ironman e i Beach Games 2015 per citare alcuni recenti esempi”.





Secondo Alessandrini, “la posizione di perenne diniego alle innovazioni non è un atteggiamento positivo da parte di un’altra istituzione, specie quando rischia di avere effetti nefasti sull’economia della città e sui servizi che l’amministrazione offre alla comunità”.

“L’esternalizzazione della gestione dello Stadio ha senso perché si traduce in un risparmio notevole per il Comune che, come abbiamo già tante volte ripetuto, ha avviato un cammino di riequilibrio finanziario per le precarie condizioni economiche ereditate – ha aggiunto ancora – Se il progetto non potrà tradursi in realtà, i costi annuali di gestione continueranno a essere a carico del Comune con ricadute per altri settori sensibili, che intendiamo tutelare in tutti i modi, anche con questa operazione, quali ad esempio il sociale e la cultura”.

Oltre ai risparmi di spesa, per il sindaco sono da ricordare gli effetti positivi legati all’investimento: i 200 posti di lavoro, destinati a divenire 350 in occasione delle partite, la fruibilità della struttura per 365 giorni all’anno, i 1.000 posti auto che ne deriverebbero per la collettività, oltre alla riqualificazione di una ulteriore porzione di città, quella destinata a ospitare il nuovo stadio per l’atletica.

“Se Udine pensa a uno stadio di livello europeo e investe per ottenerlo, perché togliere a Pescara l’occasione di concretizzare questa opportunità e di avere uno stadio fra i più all’avanguardia d’Italia entro il 2018? – si chiede Alessandrini – Una domanda già girata al ministro per la Cultura Claudio (in realtà è Dario, ndr) Franceschini quando l’ipotesi progettuale ha cominciato a prendere forma, che reitereremo, al fine di portare avanti il progetto per non far perdere alla città altre risorse e altre occasioni di crescere come un centro davvero europeo”.





PESCARA CALCIO: “MA CHE MOTIVO C’ERA?”

Dopo lo stop arrivato dalla Soprintendenza, rammarico è stato espresso dal presidente del Pescara Calcio, Daniele Sebastiani.

“Penso che non c’era motivo per porre in essere questo vincolo. Quello che vogliamo fare – ha spiegato il massimo dirigente della società biancazzurra – non avrebbe, infatti, messo a rischio le colonne del Piccinato”.

“Un progetto innovativo, che non deturpa l’ambiente e l’architettura, e che vedrebbe nascere uno stadio rinnovato, attraverso un bando pubblico che ci vede come Pescara Calcio solo come uno degli attori del progetto”, ha aggiunto.

“Ora attendiamo anche le mosse del Comune, ma non posso non constatare come questa situazione porterà a un allungamento dei tempi, considerando che avevamo già presentato uno studio di fattibilità con B Futura e che prima di metà mese era stato fissato un nuovo appuntamento in Comune per la presentazione del progetto preliminare – ha concluso – Tutto questo ora rischia quantomeno di slittare”.

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