PESCARA: MARE MARRONE, BALNEATORI INCARICANO LEGALI VERSO ESPOSTO

24 Agosto 2015 13:54

Pescara - Cronaca

PESCARA – I balneatori di Pescara aderenti alla Ciba (Consorzio Imprese Balneari dell'Adriatico) scendono in campo per esprimere tutta la loro preoccupazione sullo stato delle acque del mare e del fiume e danno mandato a un legale e a un pool di esperti, capitanati dall'avvocato Ernesto Torino Rodriguez per approfondire quello che è accaduto nelle ultime settimane e ricostruire in maniera dettagliata tutte le tappe che hanno portato all'attuale situazione di inquinamento con incalcolabili danni all'economia turistica della città.





“Vogliamo essere – ha spiegato Stefano Cardelli, presidente del Ciba – dei cani da guardia, mantenere la guardia alta e seguire d'ora in avanti quello che sarà di questa situazione che ha portato ai divieti di balneazione. Vogliamo capire come e perché la risorsa principale della nostra città sia stata così maltrattata negli ultimi venti anni”.

“A nostro parere l'inquinamento del mare è stato in gran parte causato dalla diga foranea che ostacola il naturale deflusso del fiume, dal mancato funzionamento del sistema di depurazione e dagli scarichi abusivi. Vogliamo che si accertino le cause dell'emergenza e accertare le responsabilità di chi avrebbe dovuto vigilare per segnalare le criticità. A Pescara ci sono 104 aziende che lavorano nel settore dando lavoro a tante persone, soprattutto giovani”, proseguono.





“Quello che é accaduto a Pescara – ha concluso Cardelli – è grave e vergognoso”.

Alla Ciba aderiscono fra gli altri i titolari degli stabilimenti Tramonto, Nettuno, Trieste, Plinius, Coralba, Circolo della Vela, Lido, Oriente, Apollo, Gilda, Sirenetta, Penelope, Zara, Croce del Sud, Miramare, La Prora, La Mila, 4Vele, Tortuga, Saturno, Pepito Beach, Sole-Luna, Lido Beach.

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