PESCARA: LA CASSAZIONE CONCLUDE L’ODISSEA, ”LES PAILLOTTES E’ ABUSIVO”

7 Marzo 2013 19:22

Regione - Cronaca

PESCARA – La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’imprenditore Filippo Antonio De Cecco relativo alla sentenza di condanna della Corte d’Appello dell’Aquila per l’abuso edilizio su demanio marittimo nella costruzione dello stabilimento “Les Paillottes”.

La Corte aveva confermato la condanna di primo grado a 11 mesi di arresto e 39 mila euro di ammenda.

DE CECCO: “ACCETTO IL GIUDIZIO, FU UN ATTO D’AMORE”

“Qualcuno – ha commentato De Cecco – in passato ha affermato che aver dato vita a Les Paillottes è stato un atto di amore verso la mia città, personalmente condivido appieno questa affermazione. Quanto da me realizzato, e ribadisco in assoluta buona fede, è stato ritenuto viziato e il vizio di legalità è oggi confermato dalla Suprema Corte di Cassazione. Un giudizio che accetto serenamente perché la mia colpa è aver voluto sviluppare al meglio l’aspetto estetico del Lido delle Sirene”.

“Naturalmente – ha aggiunto – le strutture verranno ora adeguate alla luce delle modifiche dettate dalla decisione dei giudici. Sono certo che Les Paillotes, a valle di ogni verifica e atto autorizzativo ritenuti necessari, tornerà con una nuova fisionomia, ancor più attraente di quella originaria. Almeno questo è il mio proposito”.





Un proposito, ha concluso, “dettato non certo da prospettive speculative ma esclusivamente dalla volontà di offrire ai cittadini di Pescara e dell’Abruzzo intero una struttura di eccellenza, una perla affacciata sul mare”.

WWF, “LA GIUSTIZIA HA FATTO IL SUO CORSO”

Il Wwf è intervenuto sulla sentenza. “Finalmente – dichiara Dante Caserta, presidente facente funzioni del WWF Italia – una sentenza che sfugge alla prescrizione, che pure incombeva. Troppi i reati ambientali che rimangono impuniti. Oggi, però, siamo soddisfatti perché in questo caso la giustizia ha fatto interamente il suo corso giungendo a una condanna definitiva”.

“Il Wwf Abruzzo, assieme all’associazione Marelibero.net, aveva seguito la vicenda che costituiva la punta dell’iceberg dell’anarcoide occupazione del litorale pescarese da parte di strutture che hanno progressivamente saturato tutti gli spazi e coperto l’orizzonte – ricorda – Siamo arrivati al paradosso che in una città turistica che fa del mare il centro della sua offerta la visione della spiaggia risulta completamente occultata dal cemento, tra recinzioni, costruzioni e annessi vari”.

“Questa sentenza – commenta Caserta – non deve essere solo un monito per tutti ma dovrebbe risvegliare l’interesse per un uso diverso della spiaggia. Questo bene demaniale può costituire fonte di reddito per la popolazione anche senza essere privatizzato nei fatti e, soprattutto, cementificato. Voglio ringraziare gli avvocati che tenacemente hanno seguito il caso”.





PRC, “ORA ABBATTERE ABUSI SULLA SPIAGGIA”

“La condanna definitiva del cavaliere Filippo Antonio De Cecco per gli abusi edilizi sulla spiaggia di Pescara è per me motivo di gioia e soddisfazione. Ancora una volta abbiamo dimostrato che non sta scritto da nessuna parte che vincono sempre i più ricchi e potenti se c’è qualcuno che difende i diritti della comunità”.

È quanto afferma il consigliere comunale e regionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo.

“In esecuzione della sentenza penale – prosegue l’esponente politico – ora si dovrà procedere alla demolizione degli abusi e alla restituzione della vista mare alla cittadinanza in uno dei luoghi storici più significativi della città dannunziana. Abbiamo condotto una battaglia non contro qualcuno, ma a difesa di un bene demaniale, cioè di tutti, sostituendoci alle istituzioni (Comune e Regione) che non si sono neanche costituite parte civile nel procedimento, pur essendo tra le parti offese”.

“Un’ignavia – secondo Acerbo – che dà la misura del grado di subalternità della politica di centrodestra e centrosinistra di fronte ai potenti e delle responsabilità politiche nel progressivo oscuramento della vista mare e nella cementificazione selvaggia della nostra spiaggia”.

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