PESCARA – “Non ho firmato nulla relativo all’appalto della filovia, l’indagine che mi riguarda mi coglie di sorpresa”.
Michele Russo, presidente della Gestione trasporti metropolitani (Gtm), che stamattina ha ricevuto un avviso di garanzia da parte della procura di Pescara in cui gli vengono contestati i reati di truffa e falso, da un lato si dice “tranquillo perché so di non aver commesso nulla di illegale”, dall’altro però non nasconde “l’amarezza per quello che sta accadendo”.
Nell’ambito del lavoro dei magistrati che stanno scandagliando le carte dell’opera da oltre 30 milioni di euro, oltre a Russo sono coinvolti due dirigenti apicali delle ditte Balfour Beatty Rail e Vossloh Kiepe di Milano.
“Né l’appalto, né l’aggiudicazione dei lavori, né il contratto portano in calce la mia sigla – spiega ancora il presidente della società pubblica di trasporto – visto che il tutto parte prima che io venissi nominato al vertice dell’azienda”.
“Anche dopo l’avvio del cantiere non ci sono atti riconducibili alla mia persona – aggiunge – anche perché la vigilanza sulla corretta esecuzione tecnico-amministrativa, per legge, è assegnata al direttore dei lavori e al responsabile unico del procedimento che non risultano iscritti nel registro degli indagati”.
Per questo grande è stato lo stupore quando si è trovato nell’ufficio i poliziotti in borghese della squadra Mobile diretta da Pierfrancesco Muriana: “sono stati prelevati documenti, corrispondenza e file che già erano stati trasmessi agli inquirenti”, riferisce Russo, che rivela di essersi recato in precedenza “spontaneamente dal pm Valentina D’Agostino, appena appresa dalla stampa la notizia dell’indagine”.
Prima di Russo, il ruolo di presidente della Gtm era stato ricoperto dall’attuale consigliere regionale del Popolo della libertà Riccardo Chiavaroli e successivamente dall’ex sindaco di Spoltore (Pescara) Donato Renzetti.
Russo è difeso dal padre avvocato, che gli ha concesso il gratuito patrocinio. Pierluigi Biondi
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