INTERVISTA AL NEO DIRETTORE ARTISTICO DEL GIUBILEO AQUILANO, ''LAVORARCI NON SOLO A FINE AGOSTO, CON TEATRO, CINEMA E MUSICA; PRIVATI AIUTINO''

PERDONANZA: LA RIVOLUZIONE DI DE AMICIS, ”DIRETTA RAI NON BASTA E VOGLIO CRISTICCHI”

di Alessia Centi Pizzutilli

12 Febbraio 2018 06:45

L'Aquila -

L'AQUILA – “Il giusto approdo per una manifestazione di rilievo come la Perdonanza celestiniana è certamente una diretta in prima serata sulla Rai o una rete nazionale. Non è facile e non è scontato raggiungere questo obiettivo da quest’anno, ma se iniziamo a lavorare progettando le cose in modo corretto, sicuramente possiamo riuscirci. Bisogna ridare credito al palcoscenico dell’Aquila, che nell’ultimo periodo è stato un po' deformato”.

E' cominciata da pochi giorhi l'avventura di Leonardo De Amicis come direttore artistico e testimonial della Perdonanza nei prossimi tre anni, grazie alla rivoluzione avviata quest’anno che vedrà una programmazione ad ampio raggio e un piano triennale di rilancio della storica celebrazione giunta alla sua 724 esima edizione.

Per De Amicis, però, “andare in onda su una tv nazionale non cambia quello che facciamo, ma sarebbe bello se anche il capoluogo abruzzese avesse il suo spazio a livello italiano. L’Aquila non è solo palcoscenico di tragedie e ricostruzione, è pure una grande e importante realtà a livello artistico, storico, culturale e religioso. Ci sono tante città piccole che hanno appuntamenti fissi, che richiamano turisti da ogni parte, penso per esempio ad Assisi, la città del culto che ha fatto dell’incontro il suo punto di forza, fino ad arrivare a pensare, creare e solo infine a organizzare un evento importante come il Concerto per la pace”.

“Punto a portare persone valide e conosciute nel panorama internazionale, ma convincendo gli artisti a partecipare, non a venire ad esibirsi e basta, che è una cosa totalmente diversa”, precisa poi.

La Perdonanza, secondo il direttore artistico, dovrebbe fare un passo indietro per farne molti altri in avanti, “tornando alla vecchia filologia della manifestazione, che è un momento di aggregazione molto forte, che abbraccia e coinvolge un intero territorio. Per questo è importante che anche gli aquilani partecipino attivamente a tutto ciò che viene fatto”.





Di riportare il territorio al centro dell’evento, come colonna portante e ingranaggio indispensabile dell’evento, De Amicis aveva già parlato in occasione della conferenza stampa di presentazione delle novità per la 724esima edizione, ma ci tiene a precisare cosa intende con la parola territorio. 

“Parlo di eccellenze, di maestranze e di un passato glorioso. Ho vissuto questa città da studente, ci torno sempre perché ho gran parte della mia famiglia qui, ma L’Aquila del passato aveva un carattere diverso: negli anni Ottanta era una città di musica, di movimenti culturali – ricorda – si facevano cose straordinarie e da questo bisogna ripartire”.

Insomma, per mettere in campo e realizzare questa nuova idea di Perdonanza si dovranno abbandonare quelli che il direttore artistico chiama “pacchetti preconfezionati”, per pensare e creare “uno spettacolo complesso e completo, dalla linea religiosa, alla cerimonia laica”.

E poi bisognerà “iniziare a pensare in grande”. 

Per avviare un percorso simile, inoltre, “non si può ridurre un evento così ampio all’ultima settimana di agosto, ma è necessario coprire più mesi, proponendo tutta una serie di eventi culturali in sinergia con le realtà culturali aquilane – sottolinea poi – coinvolgendo, per esempio, le officine, i Solisti aquilani e l'Istituzione sinfonica abruzzese, che conto di incontrare uno ad uno. E poi c’è Simone Cristicchi, direttore artistico del Teatro stabile d'Abruzzo, che mi piacerebbe trascinare in questo progetto”.

Una Perdonanza che nella sua celebrazione civile non sia solo musica e show già visti, “mi piacerebbe molto il connubio delle arti, questa manifestazione non può viaggiare su una monorotaia, ma deve spaziare tra il teatro e il cinema, la musica deve essere considerata nella sua interezza: da quella classica a quella pop”.





Il direttore, poi, tiene a sottolineare che “tutti quelli che collaboreranno alla creazione dell'evento dovranno avere la massima affidabilità e alto prestigio, bisogna avere le carte giuste, nessuno si improvvisa professionista, ma tutti dovranno essere referenziati”.

Tutto questo, però, avrà un costo e le casse dell'evento, come si è visto negli anni, non sempre riescono ad essere all'altezza delle idee e dei propositi; un problema noto anche a De Amicis, che tra l'altro ha deciso di accettare l’incarico senza retribuzione, perché “si tratta di una che ho preso per la città, per quello che L'Aquila rappresenta per me e la mia famiglia”.

“Sicuramente a breve inizieremo con la 'questua' – scherza – faremo il giro delle chiese. Purtroppo nessuno ti regala niente, tutto ha un costo, abbiamo bisogno di aiuto, per quanto si voglia fare economia, le strutture, il palco, il servizio d’ordine, anche alla luce delle nuove normative, non sono gratis”. 

La soluzione potrebbe risiedere nel coinvolgimento economico di aziende, imprese e società aquilane, “mi aspetto che ci aiutino tutti, le sponsorizzazioni private potrebbero essere il sistema giusto”.

Un altro risvolto negativo della mancanza o carenza di soldi è che molti artisti hanno lamentato ritardi nei pagamenti dei cachet, allontanandosi con il passare degli anni dall’Aquila. 

“Sarà uno dei miei obiettivi principali anche quello di ricucire i rapporti tra la città e tutti quegli artisti che sono andati via scontenti, dobbiamo invogliare tutti artisticamente, solo così potremo ridarle lustro e dignità”, conclude De Amicis.

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