PD: A PESCARA STATO MAGGIORE NAZIONALE PER 10 ANNI COMPONENTE LIBERAL

1 Dicembre 2018 16:59

Pescara - Politica

PESCARA – Un ex premier, il segretario uscente e lo stato maggiore nazionale del Partito democratico a Pescara per il seminario organizzato in occasione dei 10 anni della componente Liberal Pd, presieduta dall'ex ministro Enzo Bianco, sul quale ha prepotentemente fatto irruzione il tema della scelta del candidato presidente della Regione Abruzzo in vista delle elezioni del 10 febbraio prossimo.

“Per le candidature locali decideranno gli organi di partito. Io auspico che ci sia, intorno a un candidato indicato dal Pd, un'ampia convergenza, anche da parte di altre forze della società civile”, ha detto Bianco.

Il “discrimine tra conservatori e progressisti non è più adeguato a descrivere i campi politici che si contrappongono”, ha poi fatto osservare l'ex ministro, “bensì quella tra coloro che insistono sulla paura e il rancore e i coraggiosi, che davanti al mare agitato sentono i dovere e il diritto di navigare, di costruire ponti”.

Bianco ha sottolineato che il fenomeno della paura non riguarda solo l'Italia, come dimostrano fenomeni quali BRexit, Trump o la sconfitta dei partiti socialdemocratici scandinavi. La particolarità italiana è la presenza di due movimenti populisti, M5s e Lega, “che si caratterizza specie al Sud da fenomeni di riciclaggio di personaggi che erano lo scarto dello scarto dei partiti perfino della prima repubblica”.

A fronte di questo quadro “c'è l'assoluta necessità che il Pd sia il perno di una alleanza più vasta. Credo che dobbiamo guardare – ha detto Bianco – a tutti quelli che credono nella società aperta, anche a forze moderate o perfino conservatrici ma che abbiamo i nostri valori costituzionali e credano come noi ad una Europa federale”.





Bianco ha quindi lanciato tre appelli: innanzi tutto “alle primarie il confronto deve essere serrato ma sereno”; in secondo luogo dopo le primarie il partito “deve essere unito”, e in terzo luogo deve promuovere “una coalizione più ampia, indicando la persona attorno alla quale unirsi”.

“I liberal Pd rivolgono a tutti i candidati alla segreteria del Pd tre richieste”, ha continuato il presidente di Liberal Pd. “La prima è quella di un confronto serrato ma sereno, dando la percezione di persone che si confrontano sui contenuti e non sulle polemiche, la seconda è che il 3 marzo sera, chiunque arrivi primo, sarà il segretario del Pd, e gli altri candidati collaboreranno con lui dando una grande immagine di compattezza e unità. La terza – ha concluso – è che dal giorno dopo si lavori per una grande alleanza, non solo del Pd ma anche della società civile e dei movimenti liberal, attorno ad un unico candidato premier, che secondo noi è Paolo Gentiloni“.

A Pescara è arrivato anche il segretario reggente e ricandidato al congresso, Maurizio Martina, per il quale “c'è bisogno di un Pd che sia il centro di un lavoro più grande di sé, bisogna passare dal Pd ai Democratici”.

Martina ha insistito sulla necessità di una riflessione profonda da parte del Pd: “Occorre una idea nuova di ugaglianza sostenibile, una idea nuova di economia sociale di mercato, una idea nuova di cooperazione anziché di competizione, una idea nuova del capitalismo”.

Questa ridefinizione delle idee del Pd deve essere centrale, ha detto Martina, “per un processo costituente di una area più larga di noi. Le piazze di Torino e Roma dimostrano che lo spazio di una alternativa fuori dal Pd è più ampio”. Per quanto riguarda il Pd, Martina ha detto di “credere nella nostra pluralità di culture, di esperienze e di ispirazione. È troppo grande la sfida – ha concluso – per permetterci delle divisioni”.

Il senatore Luigi Zanda, a proposito di un soggetto in grado di intercettare gli elettori moderati di Forza Italia, ha fatto osservare come “i partiti nascono spontaneamente, e mi sembra che non servano cerniere tra il Pd e Forza Italia. Forza Italia è nel centrodestra”.





“Purtroppo il congresso del Pd si svolge con grave ritardo dopo l'amara sconfitta del 4 marzo”, ha detto dal canto suo Marco Minniti, in corsa alla segreteria, in un messaggio inviato a Bianco, “sarebbe grave spiegarlo in sterili contrasti tra candidati senza un progetto politico che faccia emergere una chiara prospettiva per l'Italia”.

Al governo che attribuisce la colpa del rallentamento del Pil alla manovra del suo esecutivo, Gentiloni ha risposto: “Non mi sembra serissima come osservazione. Purtroppo è una delle malattie dell'attuale governo quello di non guardare la realtà e di dare sempre la colpa a qualcun'altro. Purtroppo invece la situazione è allarmante”..

“Abbiamo un rallentamento della nostra economia – ha sottolineato l'ex premier -, problemi con l'occupazione, con la crescita, problema di export, di fiducia dei mercati finanziari. Questi problemi sono stati creati da 5-6 mesi di confusione, di annunci sgangherati, di proposte poco realizzabili o credibili, di conflitti con l'unione europea. Mi auguro che si imbocchi una via più ragionevoli, è possibile trovare una intesa con l'Ue , è possibile correggere questa manovra”.

“Quello che intendono fare non lo so – ha proseguito – perché purtroppo la confusione regna sovrana, però a un certo punto bisognerà smettere con la propaganda e prendere qualche decisioni, altrimenti le fatiche fatte dagli italiani in questi 5-6 anni rischiano di essere liquidate in pochi mesi, e questo non ce lo possiamo permettere”.

“Il partito della paura oggi in Italia è il partito di maggioranza relativa”, ha commentato il sindaco di Pescara Marco Alessandrini, “sulla paura si fondano politiche criminogene, e forse si ottiene anche il consenso, ma è un consenso avvelenato”.

“Dopo la sconfitta del 4 marzo – ha aggiunto Alessandrini riferendosi al Pd – le nostre parole non sono state chiare. Ora dobbiamo recuperare una prospettiva, recuperando parole che siano comprensibili a tutti”.

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