PESCARA – La Pasqua deve e può essere un giorno di festa anche per le persone più povere. Proprio per questo l’Arcidiocesi di Pescara e Penne si è impegnata per rendere questo giorno speciale.
Don Marco Agnello, direttore della Caritas di Pescara, racconta ad AbruzzoWeb come “in questi giorni proviamo a essere più vicini alle persone bisognose, per non lasciarle sole. Infatti proprio durante le Feste, la solitudine si fa sentire di più”.
La Caritas di Pescara, che ogni giorno offre da mangiare a 250 persone, è da sempre molto attenta alle esigenze delle persone meno abbienti e curerà con un’attenzione particolare questa domenica di Pasqua.
“Per questo giorno di festa – continua Don Marco – ci sarà un menù particolare, un po’ più ricco. Due primi e un dolce in più proprio per sottolineare questo giorno speciale”.
L’iniziativa della Caritas è all’interno di una serie di iniziative che puntano a rendere questo giorno più festoso per tutti.
“Anche nelle case-famiglia si sta organizzando qualcosa di speciale – svela – Alla mensa le persone vengono solo per mangiare, quindi oltre a offrire un pranzo un po’ più ricercato non possiamo fare, ma per le case di accoglienza il discorso è diverso. Stiamo organizzando un vero e proprio giorno di festa. In mattinata ci sarà una messa a cui parteciperemo tutti insieme, poi nel pomeriggio si faranno passeggiate, si andrà al cinema. Logicamente, tutte le attività si stanno organizzando tenendo in considerazione le condizioni delle persone e i loro interessi. Il filo rosso che lega tutte queste iniziative è la voglia di far sentire queste persone meno sole e farle partecipare alla vita della comunità”.
L’Arcidiocesi, inoltre, ha voluto dare un importante segnale anche nei confronti degli immigrati. Giovedì, infatti, nella messa in Coena Domini, celebrata nella cattedrale di San Cetteo, monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara e Penne, ha lavato i piedi a 12 migranti accolti nel centro di accoglienza. Per questa iniziativa sono stati scelti 12 ragazzi arrivati in Italia con gli sbarchi delle ultime settimane, tutti in attesa del riconoscimento dello stato di rifugiati politici.
“È stata un’esperienza molto particolare e significativa – spiega don Marco – Questi ragazzi sono tutti di fede musulmana, provenienti da vari paesi come il Mali, il Senegal, il Pakistan. All’inizio la loro partecipazione è stata più un gesto di ringraziamento per la nostra accoglienza. Ma poi si sono resi conto, hanno capito l’importanza del gesto. Infondo, l’amore, la carità sono sentimenti umani così forti da superare le barriere”.
Questa scelta è stata fatta per sottolineare la volontà della comunità intera di farsi carico di queste persone bisognose.
Infine è stato reso operativo, proprio in questi giorni, il reparto uomini del dormitorio già inaugurato nella scorsa estate.
“In questi giorni abbiamo programmato gli ingressi ed è partita la seconda fase dell’accoglienza. Per il mese di maggio prevediamo di aprire anche il dormitorio femminile – conclude Don Marco – A quel punto la struttura, che potrà accogliere 60 persone, sarà a pieno regime”. Giulia Di Cesare
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