PARCO ABRUZZO: CUCCIOLO DI ORSO CHE SI ERA PERSO RITROVA LA MADRE

23 Settembre 2019 13:24

L'Aquila - Cronaca

PESCASSEROLI – Storia a lieto fine per un cucciolo di orso ritrovato dai tecnici del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise mentre girovagava lungo una strada nel territorio del Pnalm. 

“Durante la settimana di ferragosto viene segnalata la presenza di un cucciolo di orso bruno marsicano a bordo strada, da solo – ricorda il Pnalm – il Parco con i suoi Servizi Tecnici e con i Guardiaparco si è subito attivato per osservare il cucciolo e cercare di comprendere cosa potesse essergli accaduto. Generalmente infatti, a 6 o 7 mesi i cuccioli sono ancora nel nucleo familiare. La presenza di un cucciolo da solo indicava o un abbandono da parte della madre, o la morte della stessa, oppure una separazione traumatica, come ad esempio l’attacco da parte di un maschio adulto o altri fattori di disturbo”. 





In accordo con l’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (ISPRA) e il Ministero dell’Ambiente il Parco ha messo in atto tutte le azioni necessarie per favorire il ricongiungimento del cucciolo con la madre. Nella stessa area, infatti, i tecnici del Parco, durante le sessioni di monitoraggio per la conta delle femmine con i cuccioli, hanno verificato la presenza di due nuclei familiari. Diverse esperienze europee ed internazionali documentano che i gruppi familiari possono ricongiungersi fino a 14 giorni dopo il verificarsi di eventi traumatici. Inoltre, sono stati anche documentati casi di adozione da parte di altre madri. I biologi del Parco erano fiduciosi, che anche nel caso in cui il cucciolo non si fosse associato a nessuna femmina, sarebbe potuto sopravvivere.

Infatti, già a partire 6-7 mesi i cuccioli sono considerati autosufficienti da un punto di vista alimentare, ma i pericoli che corrono, senza la madre, sono tanti, come già spiegato per la vicenda dell’orsa Sebastiana e dei suoi cuccioli. 

“Il 15 agosto il cucciolo, un maschio in buone condizioni di salute, è stato catturato meccanicamente senza anestesia per ridurre al minimo le manipolazioni, e rilasciato in quota, nell’area di presenza delle femmine. Nella zona di rilascio sono presenti numerosi cespugli di ramno, le cui bacche sono un potente attrattivo per gli orsi. Il cucciolo, al momento del rilascio è apparso subito reattivo e si è allontanato immediatamente dagli operatori – spiega il Pnalm – per i successivi giorni il personale del Parco ha organizzato turni di osservazione sia al tramonto che all’alba. Il 17 agosto si è avuta la certezza che il cucciolo si fosse ricongiunto ad una femmina con due piccoli. Da quel momento e fino a qualche giorno fa, i tre cuccioli sono stati sempre osservati insieme alla madre. Non siamo riusciti a comunicare prima questa storia a lieto fine a causa del sopraggiungere del triste episodio dell’orsa Sebastiana, che ha richiesto un ulteriore impegno lavorativo sul campo”.





“Purtroppo, come abbiamo visto in queste ultime settimane non sono rari gli episodi di cuccioli di orso non accompagnati alla madre, a volte causati dal disturbo dell’uomo. E’ importante informare i frequentatori dell’area protetta sulla necessità di evitare ogni disturbo per gli orsi, ma è anche essenziale capire meglio come intervenire in questi casi, per i quali ci sono pochissime esperienze anche su scala internazionale. La popolazione di orsi del centro Italia è una delle più minacciate al mondo ed è essenziale tutelare ogni individuo se si vuole proteggere il futuro dell’orso marsicano – sottolinea il Pnalm – Il rilascio del cucciolo in un ramneto ha sicuramente creato le condizioni ideali per la riuscita dell’operazione. In questa stagione, infatti, la maggiore parte degli orsi frequenta queste aree. In estate gli orsi, soprattutto le femmine con piccoli, hanno bisogno di quasi 20.000 kcal al giorno, e le bacche di ramno sono molto energetiche (0,8 kcal/frutto). Per queste ragioni è fondamentale che gli orsi possano alimentarsi a lungo e indisturbati”.

“Questa storia a lieto fine, diversamente dall’altra – dichiara il vicepresidente del Parco Augusto Barile – ci offre uno spunto per ragionare sulla necessità di rispettare le regole e le indicazioni dell’Ente Parco. La chiusura temporanea di alcuni sentieri che attraversano i ramneti cosi come il divieto di abbandonare i tracciati ufficiali hanno proprio lo scopo di garantire la tranquillità degli orsi in questa fase critica del ciclo vitale. La conservazione dell’orso dipende da ciascuno di noi”.

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