IL PRIMARIO FIORE DONATI: ''ABBIAMO GRANDI NUMERI MA IL DECRETO CI CHIUDE''

OSPEDALE L’AQUILA: TAGLIO PNEUMOLOGIA ”SULLA COSTA PER TUMORI E TERAPIE”

di Alberto Orsini

18 Febbraio 2016 08:30

L'Aquila - Video

L’AQUILA – Lunghe traversate dalle zone più interne dell’Abruzzo fino alla costa, per chi ha patologie gravi e meno gravi ai polmoni, incluso il cancro.

Questo lo scenario che si profila se andrà in porto la chiusura del reparto di Pneumologia dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, che non figura tra le 28 unità operative complesse nell’ipotesi di taglio dei reparti da 215 a 170 predisposta dall’Agenzia sanitaria regionale per obbedire ai vincoli di riduzione delle spese del “decreto Lorenzin”.

A lanciare l’allarme dai microfoni di AbruzzoWeb è l’attuale primario del reparto aquilano, Alfeo Fiore Donati, che prende la parola per mostrare con le cifre e con le possibili ripercussioni come sia un azzardo chiudere l’unità.

La tabella predisposta dall’Agenzia sanitaria regionale, portata alla luce da questo giornale, prevede che venga falciato il reparto aquilano e, nell’interno, resti solo quello a Teramo.





La seconda Pneumologia sarà a Chieti, ma non sfugge agli osservatori delle cose sanitarie l’apertura, avvenuta in questi mesi, di una unità operativa semplice dipartimentali, quindi senza posti letto, ma comunque un presidio, anche all’ospedale di Pescara.

Questo è solo uno dei casi di scuola a cui porterà la riforma, sulla scorta di una sanità sempre più azienda e sempre meno servizio: riforma peraltro congegnata dall’alto, condivisa in pochi tavoli segreti e che oltretutto viene accelerata proprio nel momento in cui la Asl aquilana è senza direttore generale in carica.

“Siamo una delle tre Pneumologie d’Abruzzo con Teramo e Chieti, ma l’unica delle zone interne con una terapia semintensiva respiratoria, fino alla Marsica, a Castel di Sangro, e abbiamo grandi numeri – fa notare Fiore Donati – Dopo il terremoto lavoriamo a regime ridotto con 15 posti letto invece di 20, ma abbiamo grandi indici di attrazione extraregionale e anche dalle altre Asl regionali. Ci dispiace molto sapere che dovremo scomparire rispetto alle altre due sulla costa”.

I numeri parlano di 556 ricoveri nel 2015, con 7.200 prestazioni e 713 consulenze ad altri reparti. Le cifre della mobilità attiva, lo spostamento di pazienti da altre sedi che genera utili, vede un +13,7% di attrazione extra regionale e un +2,36% dalle altre Asl d’Abruzzo.





È un reparto storico dove, tra le altre cose, qualche anno fa il dirigente era Massimo Cialente, poi deputato e attuale sindaco aquilano al secondo mandato.

Fiore Donati non le manda a dire sulle conseguenze del taglio: “Ci saranno disservizi, i pazienti con patologie respiratorie severe dovranno rivolgersi per forza di cose sulla costa, andare a Chieti, oppure in Rianimazione anche quando non c’è assoluta necessità – ipotizza – Per fare terapie semintensive di ventilazione meccanica non invasiva non avranno altre alternative che spostarsi in centri idonei”.

Ripercussioni anche per chi ha patologie oncologiche polmonari: “Gli unici attrezzati in questa zona siamo noi per esami broncoscopici particolari come agoaspirati transbronchiali e altre procedure che si fanno solo qui e non negli altri reparti regionali”, conclude.

Da non sottovalutare anche lo scacchiere del pensionamento dei primari: secondo quanto si è appreso, nel reparto teramano, che sopravvivrà ai tagli, Luigi Di Re dovrebbe andare in pensione nel giro di un anno. Fiore Donati dovrà attenderne altri quattro.

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