OSPEDALE L’AQUILA: ”MANCA PERSONALE, DIAGNOSTICA IMMAGINI IN CRISI”

2 Marzo 2015 11:01

L'Aquila -

L’AQUILA – “La diagnostica per immagini dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila è al collasso a causa della mancanza di personale. Dopo la chiusura pomeridiana della radiologia, sono a rischio altri servizi”.

A lanciare l’allarme è Gianfranco Giorgi, responsabile Cisl sanità della provincia dell’Aquila, che chiama in causa il manager della Asl numero 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Giancarlo Silveri, chiedendo “un intervento immediato. Già da tempo la radiologia non effettua più le prestazioni pomeridiane e nei giorni festivi – ricorda Giorgi – nonostante la disponibilità di sofisticate apparecchiature che consentirebbero al San Salvatore di eccellere, come tipologia di intervento, a livello nazionale”.





“Tutto ciò a causa della mancanza di personale, che è stato ridotto al lumicino e di una gestione organizzativa poco consona alle esigenze del territorio.  Le sollecitazioni della nostra organizzazione sindacale, che ha chiesto in più occasioni al direttore generale, Giancarlo Silveri, un intervento definitivo per risolvere il problema delle liste di attesa, fortemente sentito dalla popolazione – accusa – non hanno trovato ad oggi alcun riscontro”.

Una situazione delicata secondo la Cisl, che potrebbe sfociare in ulteriori ritardi e disservizi nell’espletamento degli esami diagnostici, con conseguenze negative sull’ospedale San Salvatore e sull’intero sistema di assistenza provinciale.





“Da una parte si punta alla riduzione dei precari e del personale non stabilizzato in nome del contenimento della spesa – sottolinea Giorgi – dall’altro a pagarne le conseguenze sono i cittadini, che per un esame diagnostico o un semplice accertamento devono attendere mesi. Ciò nonostante la grande abnegazione del personale, assolutamente insufficiente a coprire tutti i turni e le esigenze straordinarie”.

“Di questo passo si arriverà presto al ridimensionamento di quasi tutti i servizi offerti dalla diagnostica e ad un ulteriore appesantimento dei tempi di attesa”, conclude Giorgi.

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