OSPEDALE L’AQUILA: ARRIVA RISONANZA MAGNETICA ‘TOP’ DI ULTIMISSIMA GENERAZIONE

25 Settembre 2014 17:43

L'Aquila -

L’AQUILA – All’ospedale ‘San Salvatore’ dell’Aquila è appena arrivata una risonanza magnetica di ultima generazione, oggi in funzione di pochi ospedali italiani, che, oltre a un’altissima qualità d’immagine, apre nuovi scenari nello studio e negli esami diagnostici di malattie come Alzheimer e Parkinson e anche di alcuni tumori.

All’ospedale dell’Aquila arriva la risonanza magnetica 3 Tesla, considerato un ‘gioiello’ della tecnologia sanitaria. 

L’apparecchio è costato circa  1 milione e mezzo di euro, a cui vanno aggiunti montaggio e assemblaggio delle numerose parti complementari, per una spesa complessiva di circa 3 milioni di euro.





Il moderno macchinario entrerà in funzione nel giro di una decina giorni nel reparto di Radiologia, diretto dal professor Carlo Masciocchi: il suo  acquisto segna un forte potenziamento del parco-strumentazioni a disposizione del dipartimento Immagine, guidato dal dottor Massimo Di Pietro. 

Con la nuova strumentazione sarà possibile ‘estrarre’, tramite procedure molto complicate, componenti bio-chimiche di un tumore al cervello, la cosiddetta caratterizzazione delle lesioni cancerose.

In sostanza, gli specialisti, attraverso la nuova Risonanza magnetica, attingeranno al ‘nucleo’ più profondo dell’essenza del tumore cerebrale, isolandone le sostanze più utili per l’analisi del cancro e della successiva terapia. 

Oltre a questa possibilità, la risonanza magnetica di ultima generazione offrirà l’opportunità di operare come uno ‘scandaglio’ nelle diverse aree del cervello. Con  gli ‘occhi’ di questa nuova strumentazione i medici potranno così esplorare e capire come e se funzionano le zone cerebrali, per esempio quelle della memoria e dell’affettività.





“Finora – dichiara il professor Massimo Gallucci, direttore del servizio neuroradiologia dell’ospedale, – potevamo basarci solo su riscontri grossolani ma, grazie al nuovo macchinario, saremo in grado di compiere quelli che tecnicamente si chiamano studi funzionali, cioè analisi minuziose e dettagliate delle lesioni. È chiaro che questa nuova Risonanza, per potenzialità investigative e qualità, non è destinata a patologie di interesse medico generico, quali, per capirsi,  patologie della colonna vertebrale come le ernie che continueranno a giovarsi, in modo del tutto adeguato, delle altre macchine del reparto”.

“Invece, l’uso più appropriato del  nuovo macchinario di Risonanza magnetica  riguarderà problematiche sanitarie molto più ‘alte’ e complesse tra cui, come detto, quelle riconducibili al cervello”, specifica.

Ma anche in altri ambiti, come l’urologia, 3 Tesla’ permetterà di ‘scovare’ tumori della prostata ai primissimi stadi, addirittura di appena un millimetro, e quindi di fare una diagnosi agli ‘albori’ della patologia. 

Attualmente, in termini di attività complessiva annua di risonanza magnetica, a Radiologia vengono effettuati circa 14.000 esami.
 

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