CHIETI – “Un punto fermo esiste già. Il Dea di secondo livello è possibile realizzarlo in Abruzzo solo accorpando le strutture ospedalieri e unendo i diversi reparti strategici di Chieti e Pescara altrimenti si rischia solo di creare un danno sanitario ed il solito pastrocchio. Rimango meravigliato della forzatura e della fuga in avanti dei consiglieri regionali di maggioranza e assessori regionali poiché dimostrano la loro confusione e impreparazione in merito, soprattutto alla luce di quanto approvato con la Dgr numero 271 proprio dalla Giunta regionale nel mese di maggio scorso”.
Così il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo a margine dell’incontro dei Capigruppo convocato oggi a L’Aquila per discutere la possibile localizzazione di un Dea di secondo livello presso l’ospedale Santo Spirito di Pescara.
“L'audizione di oggi – spiega Febbo – appare più una semplice presa di posizione di campanile piuttosto che un confronto sulle due realtà sanitarie che l’una non può escludere l’altra in quanti prese singolarmente non hanno i requisiti. Infatti rimango meravigliato come i due assessori, Donato Di Matteo e Marinella Sclocco, prima avallano l’accorpamento e solo dopo tre mesi prendono una posizione diametralmente opposta all'esecutivo di cui fanno parte e quindi esclusivamente di parte e di campanile firmando un documento”.
“Ho sempre sostenuto che la buona sanità vada pianificata rispettando le esigenze del territorio e i veri numeri dei due presidi ospedalieri. Nello specifico mi riferisco ai numeri di accesso al Pronto soccorso poiché i dati come esposti bisogna saperli leggere”.
“Infatti quelli forniti dell’Agenzia sanitaria regionale quindi ufficiali e certificati ci dicono che Pescara ha si ben 93.794 accessi ma sono di codice rosso solo il 2,0 e di appropriatezza solo il 0,4 mentre a Chieti dei 65.644 ingressi sono di codice rosso 4,6 e appropriatezza 4,3 quindi più del doppio. Detto questo ricordo come il Polo del cuore è situato a Chieti e non può essere smembrato altrimenti perderebbe la sua potenzialità e funzionalità”.
“Se proprio dovessi ricorrere anch'io al semplice campanilismo dovrei ricordare come il reparto di Neurochirurgia dovrebbe essere situato a Chieti essendo un reparto Clinicizzato, cioè oggetto di convenzione con la Facoltà di Medicina situato in Madonna delle Piane. Rilevante e non secondaria – continua Febbo – è inoltre la presenza intoccabile e imprescindibile dell’Università presso l’Ospedale di Chieti che, come previsto dal decreto Lorenzin, ingloba un dea di secondo livello come nelle altre realtà dove vi è l’università clinica”.
“Ricordo infine come il decreto commissariale 55 del 10 giugno 2016 (Piano di riqualificazione del Sistema sanitario abruzzese 2016-2018) dava mandato alla Regione, al fine di creare un Dea di II livello, di prevedere una integrazione funzionale tra i presidi di Chieti e Pescara presupponendo quindi un ruolo paritetico, cosa su cui si sta lavorando (in silenzio) proprio per evitare queste inutile, dannose e infantile fughe in avanti di un campanilismo che nel terzo millennio non portano proprio a nulla”.
“Quindi – conclude Febbo – invito sia i colleghi consiglieri sia gli assessori eletti nel collegio di Pescara (ma regionali!) e sia la neo Consulta di Pescara appena nata a lavorare sinergicamente poiché, nonostante l’approvazione della Dgr n.271/17, il Tavolo di monitoraggio del Ministero ancora non ha avviato l’iter e assenso definitivo alla sua realizzazione. Credo quindi che l'area metropolitana e l'intero Abruzzo meritano un Dea di secondo livello, che significherebbe in sostanza servizi sanitari di più alto livello e di qualità”.
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