ONDE GRAVITAZIONALI PUNTANO AL NOBEL, GRAN SASSO INSTITUTE POTREBBE ESULTARE

3 Ottobre 2016 17:52

L'Aquila -

L’AQUILA – Sale la febbre da Nobel e contagia anche L’Aquila, che potrebbe essere “sfiorata” dal riconoscimento alla Fisica per il suo ruolo nella scoperta della conferma dell’esistenza delle onde gravitazionali.

Domani sarà il giorno decisivo, non ci dovrebbero essere premiati italiani ma l’emozione c’è.

Il Gran Sasso Science Institute del capoluogo, infatti, nell’ambito dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) ha contribuito al rivelatore Virgo e dalle parti di viale Crispi, sede di quella che è diventa seconda Università del capoluogo, in queste ore c’è grosso fermento.

Le onde gravitazionali sono state anche protagoniste della “notte dei ricercatori” di venerdì scorso, che ha portato 25 mila persone nel centro storico dell’Aquila: se n’è parlato a suon di musica, con i Solisti aquilani ad accompagnare il rettore del Gssi, Eugenio Coccia, e anche declinandole nelle ricette dello chef stellato William Zonfa.

Come era accaduto nel 2013 dopo la scoperta del bosone di Higgs, anche quest’anno c’è una grandissima attesa per il premio alla Fisica, in particolare proprio alla scoperta delle onde gravitazionali, le increspature dello spaziotempo generate dall’eco di fenomeni cosmici violenti, come la collisione fra due buchi neri.





“L’attesa è forte e la probabilità del Nobel alla scoperta delle onde gravitazionali è piuttosto alta”, ha detto Federico Ferrini, direttore dello European Gravitational Observatory (Ego).

“È chiaro – ha aggiunto – che è un Nobel di quelli pesanti. Certamente tutti i Nobel sono importanti, ma ogni tanto qualcuno riveste un’importanza cultuale molto particolare perché apre prospettive nuove, che aprono strade ampie e inesplorate”.

Annunciata nel febbraio scorso negli Stati Uniti e in Italia, la scoperta ha aperto una nuova finestra sulla fisica.

Secondo le voci sempre più insistenti in circolazione nel mondo scientifico, confermate anche sul sito della rivista Science, il premio andrebbe ai tre fisici americani che hanno giocato un ruolo di primo piano nella realizzazione di Ligo (Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory) il rivelatore americano che ha catturato il primo segnale, analizzato insieme alla collaborazione Virgo, che fa capo all’Ego, fondato e finanziato da Infn e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs).

L’attesa è alle stelle anche in Italia, dove si trova il rivelatore Virgo, anche se sembrerebbe che nessun nome italiano sia in corsa per il Nobel.





“La speranza è poter vedere tra i nomi dei premiati anche quello di Adalberto Giazotto”, ha detto Ferrini riferendosi al fisico italiano che ha dato un contributo fondamentale alla strategia di ricerca delle onde gravitazionali, dimostrando l’importanza di inseguire le vibrazioni dello spaziotempo sulle frequenze più basse.

“È stata questa impostazione – ha rilevato Ferrini – a permettere a Ligo di rilevare i primi segnali delle onde gravitazionali”.

Tuttavia i nomi più probabili sono tutti americani: Rainer Weiss, del Massachusetts Institute of Technology (Mit), Ronald Drever e Kip Thorne, del California Institute of Technology (Caltech).

Recentemente il nome di Thorne è diventato celebre anche nel mondo dello spettacolo, per la sua consulenza scientifica nel film Interstellar, di Christopher Nolan.

Sempre secondo voci, della rosa dei premiati potrebbe far parte un altro fisico del Caltech, Barry Barish, che non ha collaborato direttamente alla costruzione di Ligo ma che, affermano in molti, l’ha resa possibile.

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