OCRE – Aggregati in autunno, piano di ricostruzione entro la fine del 2011. È abbastanza fiducioso e ottimista Fausto Fracassi, sindaco del Comune di Ocre (L’Aquila), paese di circa 1.200 abitanti nel Parco naturale regionale del Sirente-Velino.
Il primo cittadino spera di poter ricostruire nel suo Comune in quattro-cinque anni, confidando che si velocizzino i finanziamenti per la ricostruzione delle case “E”.
Tanto che sull’argomento stimola perfino il governatore, Gianni Chiodi: “I trasferimenti dei contributi sono troppo lenti”.
Quante vittime e quali danni ha fatto il terremoto?
Non ci sono state vittime per fortuna. I danni sono stati consistenti e distruttivi nelle due frazioni di San Martino e San Felice, dove i centri sono chiusi al transito. Le altre frazioni hanno avuto danni limitati, tanto che la maggior parte dei cittadini è rientrata nelle proprie abitazioni. Solo una sessantina di persone è ancora alloggiata nei Map.
Com’è stata risolta l’emergenza abitativa?
Abbiamo costruito 104 Map. è stata l’unica soluzione che abbiamo scelto perché così abbiamo potuto dare ricovero a tutti i cittadini rimasti senza casa.
Molti Map si sono già liberati perché le case “B” e “C” sono state riparate. Anche per molte case “E” sono partiti i finanziamenti.
Quali sono le condizioni della “zona rossa”? Può essere ristretta a breve?
Come dicevo le frazioni fortemente danneggiate sono state San Martino e San Felice. Lì le “zone rosse” sono inaccessibili per il momento.
A che punto è il piano di ricostruzione nel suo Comune?
Stiamo abbastanza avanti con la progettazione. Presenteremo gli aggregati in autunno e crediamo che entro la fine dell’anno avremo il piano di ricostruzione approvato e potremo cominciare a lavorare.
A oggi, qual è il problema più urgente da affrontare?
Sicuramente il ripristino delle infrastrutture danneggiate dal terremoto. Inoltre subito dopo il sisma è stata modificata la viabilità, le adduzioni di acqua e la rete fognaria per allestire i campi.
Abbiamo rendicontato tutte le spese alla Protezione civile, ma aspettiamo da un anno i finanziamenti che non arrivano.
Sono soldi per le spese già affrontate per modificare le infrastrutture e che ci servono per ripristinarle.
Cosa vorrebbe dire al commissario per la ricostruzione?
All’inizio sembrava tutto fattibile all’istante, oggi tutto va a rilento. Gli direi di accelerare i trasferimenti dei contributi. Sono troppo lenti e noi stiamo già finanziando i progetti per le case “E”.
Quanto ci vorrà per ricostruire il suo paese?
Rispetto agli altri Comuni del Cratere il nostro e di dimensioni minori e i danni più gravi si concentrano in solo due frazioni. Penso che ci vorranno quattro-cinque anni abbondanti.
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