REGIONE: LE DECISIONI SI INCROCIANO CON LA FORMAZIONE DELLA GIUNTA, TUTTAVIA ANCORA LONTANA; INCERTEZZA NELLA LISTA CIVICA LEGNINI PRESIDENTE, SITUAZIONE CHIARA PER LEGA E M5S

NUOVO CONSIGLIO: GRANDI MANOVRE, LA PARTITA DEI CAPIGRUPPO, IL CASO FORZA ITALIA

26 Febbraio 2019 06:26

Regione - Politica

L'AQUILA – Non c'è solo la madre di tutte le battaglie, in queste ore in Regione Abruzzo, ovvero quella per la composizione della Giunta regionale: grandi manovre si registrano anche per la scelta dei capigruppo in Consiglio regionale da parte delle forze politiche che devono decidere prima della prima riunione dell’assemblea alla undicesima consigliatura.

Un ruolo di prestigio e visibilità, che comporta anche un aumento di stipendio di 1.800 euro lordi al mese, che si aggiungono all'indennità di carica, 6.600 euro e al rimborso spese per l'esercizio del mandato, che varia da 4.100 a 4.500 euro al mese.

Scelta più facile per le opposizioni del centrosinistra e del Movimento 5 stelle, e in buona parte già fatte. Molto meno per la maggioranza di centrodestra del presidente, Marco Marsilio, in seno al quale la partita dei capigruppo si incastra inevitabilmente quella della Giunta.

In queste ore per di più si assiste allo scontro durissimo tra Lega, che ha ribadito dopo l'incontro tra il coordinatore regionale e deputato, Giuseppe Bellachioma, e il leader nazionale, Matteo Salvini, di pretendere, in maniera insindacabile, per sè quattro assessorati, tra cui la vice presidenza, più la presidenza del Consiglio regionale.

Proposta che fa masticare amaro e indurre a levate di scudi Forza Italia, che rivendica a sua volta due posti, minacciando di uscire dalla maggioranza. Ci sono poi Fratelli d'Italia e Azione politica, che premono per lo schema 3 posti alla Lega e 1 ciascuno a Fi, e appunto per se stessi.

Il problema però è che i posti a disposizione sono solo sei.

Ad ogni buon conto la Lega, con 10 consiglieri il gruppo più folto, ha già individuato il capogruppo in Vincenzo d'Incecco, consigliere comunale di Pescara eletto con ben 6.681 voti, quasi 1.700 voti in più di Nicoletta Verì, la seconda eletta in provincia di Pescara e data come assessore alla Sanità, sostituta nel caso in Consiglio dal primo dei non eletti nel collegio pescarese Luca De Renziis.

Tutto dipende però se reggerà lo schema che la Lega vuole imporre, ovvero portare in giunta, oltre alla citata Verì, anche Emanuele Imprudente, che si gioca la poltrona di vice presidente, e al cui posto subentrerebbe in consiglio Antonietta La Porta, Pietro Quaresimale, al cui posto entrerebbe Simona Cardinali, e Nicola Campitelli, che sarebbe sostituito da Fabrizio Montepara.





La presidenza del Consiglio andrebbe invece ad Emiliano Di Matteo, già consigliere del Pdl durante la legislatura di Gianni Chiodi.

Dovesse saltare anche una di queste caselle, fatalmente si riaprirà la partita anche per il capogruppo.

Partita decisamente più complessa per Forza Italia: che ha tre eletti, se per gli azzurri ci saranno due posti in giunta, ad occuparli saranno molto probabilmente i veterani Mauro Febbo, già assessore all'agricoltura con Chiodi e presidente commissione di Vigilanza nell'ultima legislatura, rieletto a Chieti con 5.553 e Lorenzo Sospiri, capogruppo Fi uscente, rieletto con 6.012 voti.

E dunque capogruppo non potrà che essere il terzo eletto degli azzurri, Umberto De Annuntiis, sindaco di Corropoli in provincia di Teramo, eletto con 5.569 voti. E il gruppo consiliare sarà composto anche dai subentranti al posto di Febbo e Sospiri, rispettivamente Daniele D'Amario e Marina Febo.

Certo è che se invece il posto da assessore per Forza Italia sarà uno solo, tutto si rimetterà in gioco e con grandi problemi per i vertici forzisti.

Per quanto riguarda Fratelli d'Italia, il nome più accreditato per la carica di capogruppo è quello di Guerino Testa, eletto con 2.743 voti, visto che ad andare eventualmente in giunta sarebbe l'altro Fdi in consiglio, già vicesindaco dell'Aquila Guido Liris, eletto con ben 6.168 voti, e sempre lui, al limite, andrà a ricoprire la carica di sottosegretario della presidenza, nuova figura istituita dal governo di Luciano D'Alfonso.

Scelte obbligate per Azione Politica, che ha eletto il solo Roberto Santangelo. Tenuto conto che se dovesse uscire anche per Azione politica un assessorato, lo andrebbe a ricoprire, come esterno, Gianluca Zelli, fondatore del movimento, imprenditore e patron di Humangest.

Marianna Scoccia unica eletta nella lista Udc-Dc-Idea, sarà giocoforza capogruppo. Escluso infatti che possa fare l'assessore, anche perché su di lei in campagna elettorale ha pesato la fatwa della Lega e del centrodestra, perché moglie dell’ex consigliere e assessore regionale di centrosinistra Andrea Gerosolimo.





Come detto, tutto più facile negli scranni delle opposizioni.

Nel Partito democratico capogruppo, già è stato deciso, sarà Silvio Paolucci, ex assessore alla Sanità, e il più votato tra i dem con 6.349 voti, nel collegio della provincia di Chieti. Il vice sarà Dino Pepe, ex assessore all'Agricoltura, la new entry Antonio Blasioli, vicesindaco di Pescara, sarà consigliere semplice nel gruppo a tre.

Decideranno nelle prossime ore chi sarà tra il candidato presidente del centrosinistra, Giovanni Legnini, e Americo Di Benedetto, il capogruppo della lista Legnini presidente.

Scontata dovrebbe essere la scelta di Legnini, ma probabilmente bisogna ancora dirimere la partita della Commissione di Vigilanza, per la quale l'ex vice presidente del Consiglio superiore della magistratura avrebbe carte a dir poco in regola per rivendicarne la presidenza.

In questo caso capogruppo sarà Di Benedetto. Ma è solo un' ipotesi, tenuto conto che alla presidenza della commissione Garanzia ambisce ovviamente anche il Movimento 5 stelle, che ha sette consiglieri rispetto al centrosinistra che ne ha cinque.

Ed è per questo che Legnini ha ribadito l'intenzione di fare un ricorso per incostituzionalità, visto che la sua coalizione ha preso più voti, circa il 31 per cento, contro circa il 20 per cento dei pentastellati, ma meno seggi.

Nessun problema per Sandro Mariani, ex capogruppo del Pd, che ora sarà capogruppo di se stesso del monogruppo Abruzzo in Comune con cui è stato rieletto.

Per quanto riguarda il Movimento 5 stelle, forte di sette consiglieri, la scelta sarà alquanto agevole, per la semplice ragione che come avvenuto nella procedente legislatura il ruolo di capogruppo sarà a rotazione, e a cominciare il giro anche questa sarà la candidata presidente Sara Marcozzi.

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