NOVE MARTIRI AQUILANI: IN RICORDO DI ECCIDIO PIANTATE 40 NOCI ALLA PASQUALI

23 Settembre 2019 15:50

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – A ricordare l'eccidio dei Nove martiri aquilani, sono state questa mattina piantate quaranta piccole piante di noce, una per ciascun bambino nato nel IX reggimento alpini dell’Aquila negli ultimi 12 mesi. La cerimona si è svolta alla Caserma Pasquali per ricordare Anteo AllevaPio Bartolini, Francesco Colaiuda, Fernando Della Torre, Berardino Di Mario, Bruno D’Inzillo, Carmine Mancini, Sante Marchetti e Giorgio Scimia, i giovani uccisi il 23 settembre del 1943 da un  plotone misto di fascisti e nazisti alle Casermette. Avevano tra i 17 e i 21 anni: non ancora maggiorenni. 





PresentI alla cerimonia ragazze e ragazzi delle quinte elementari delle scuole cittadine, il comandante del Nono Reggimento Alpini, Paolo Sandri, e il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi. 

“Il sacrificio non ha senso se non porta vita”, – ha detto Sandri, che ha parlato, davanti a decine di bambini delle quinte classi delle scuole dell’Aquila-





“Il loro sacrificio  – ha detto Biondi nel suo discorso – li ha resi indimenticabili ed essendo poco più che adolescenti, nell’immaginario collettivo, sono rimasti giovani, con la loro spinta ribellistica e la loro radicale scelta di vita. Sono simboli di un pezzo di storia tragica della nostra città, incastrata ad altri pezzi di storia. Spesso la contrapposizione ideologica fa del passato un terreno di scontro, invece che un luogo di condivisione. E così usa le vittime di ogni genere come rivendicazioni di parte. Oggi, il compito dei luoghi formativi della società, a partire dalla scuola, è di avvicinare i giovani al passato, alle proprie origini, con il senso della purezza, della curiosità, lasciandosi contaminare senza farsi irretire dalle facili tendenze”. 

“La memoria, infatti, non può essere un fatto imposto o di pochi – ha aggiunto il sindaco – perché se così è nessuno di noi, potrà sentirsi libero nel confronto, scevro dalle certezze e delle verità personali. La storia non può essere un’arma da usare contro qualcuno, ma è conoscenza, approfondimento, analisi. Da usare per qualcosa, per non ripetere errori, per imparare. Il compito dei grandi è quello di coltivare la memoria, la nostra memoria, e consegnare a voi ragazzi, gli strumenti di comprensione, accrescendo la vostra capacità critica. Solo così riusciremo a formare una memoria realmente condivisa, presupposto essenziale per la pacificazione nazionale, dove diventare grandi nel rispetto delle idee e delle culture altre, dove la conoscenza è l’elemento cardine per sviluppare istinto di libertà, dove essere puri nel giudizio, liberi di plasmare la vita secondo noi stessi e avere il coraggio di appartenere a noi stessi. Solo così sarete parte di una memoria realmente collettiva, altra, pensante, eterogenea. Così, cresciuti e franchi, non cercheremo nemici dove non ci sono, non cercheremo sempre e solo ciò che ci divide, ma ci incontreremo nelle cose che ci uniscono, come l’amore per L’Aquila, come la bellezza della cultura, come la inalienabilità dell’essere liberi”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: