NO SOPPRESSIONE: FORESTALI MANIFESTANO SU SET DI UN PASSO DAL CIELO

28 Luglio 2016 13:49

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Il sindacato nazionale forestale ha promosso per domani a Fonte Cerreto (L'Aquila), alle falde del Gran Sasso nel versante aquilano, dove sono in corso le riprese della fiction “un passo dal cielo 4” una manifestazione per dire ancora una volta no alla soppressione del corpo “che da quasi 200 anni è in prima linea nella salvaguardia e protezione dell'ambiente e degli animali”.





Il segretario nazionale, Andrea Laganà, in una nota sottolinea che “il Governo nazionale sta uccidendo il corpo forestale che tanto piace al popolo italiano”.

A tale proposito il segretario Generale del sindacato di polizia Siulp L’Aquila, Fabio Lauri, esprime solidarieta' e condivide e supporta i sindacati del Corpo Forestale dello Stato, che domani manifesteranno sul set di ''Un passo dal cielo'',  contro la soppressione del Corpo.





Lauri sottoline “la necessità di evitare la compressione dei diritti costituzionali delle donne e degli uomini in uniforme”.

“Il provvedimento di soppressione che del Governo vorrebbe approvare, oltre che perfettamente inutile sotto il profilo economico, vìola i principi fondamentali della Costituzione nella parte in cui vorrebbe militarizzare le donne e gli uomini della Forestale, persino in contrapposizione alle direttive della Corte Europea dei Diritti Umani che vorrebbero riconosciuto, anche alle Forze Armate, il diritto di associarsi in Sindacato per la tutela dei diritti dei lavoratori in uniforme – prosegue -. L’attuale progetto di riforma della P.A.non consente di affrontare con la dovuta serenità i numerosi nodi problematici che contiene, primo tra tutti la militarizzazione delle funzioni e la decapitazione dei diritti e delle prerogative sindacali del personale del Corpo Forestale. La malaugurata soppressione della Forestale, il Governo, non solo indebolirebbe l’apparato della Sicurezza del Paese nel momento di massima allerta sul fronte del terrorismo internazionale, ma darebbe inizio ad un pericoloso e involutivo processo di militarizzazione della funzione di polizia che, in una democrazia avanzata non può che essere civile”, conclude Lauri.

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