MUSICA: METRO’, LA BAND AQUILANA CHE SUONA CON I NOMADI E SCALA LE CLASSIFICHE DI ITUNES

25 Gennaio 2015 10:18

L'Aquila -

L’AQUILA – Metti insieme quattro musicisti aquilani, le loro incredibili capacità sonore, aggiungi un pizzico di passione per il pop-rock e la musica elettronica e il risultato è uno solo: Metrò.

Una band dinamica, originale e con tanta voglia di crescere che, formatasi solo da qualche anno, si sta facendo progressivamente largo all’interno del panorama musicale italiano.

È infatti da poco uscito il loro primo singolo, La parte più debole, con cui hanno esordito alla 45esima posizione nella Top100 della Pop Chart iTunes.

Si tratta del frutto dell’incontro di Antonio, Luigi, Federico e Marco, quattro musicisti del capoluogo che un bel giorno si conoscono e, consapevoli di essere accomunati dalla stessa passione, cominciano a fantasticare sul loro futuro.

Dopo aver mutuato il nome dal locale in cui erano soliti vedersi, iniziano quindi a suonare insieme e a lavorare su un progetto di cover che poi suonano durante i concerti e le diverse serate organizzate nei locali del posto.

Pian piano iniziano poi a farsi conoscere, partecipano ad alcune manifestazioni e concorsi nazionali, tra cui anche, con il brano 130 volti, l’ultimo Festival di Ghedi dedicato esclusivamente alla presentazione di inediti, fino ad arrivare ad essere contattati dall'artista Beppe Carletti per aprire, con la loro musica, il concerto dei Nomadi in occasione della manifestazione “Nomadicontro – 22esimo tributo ad Augusto Daolio“.

Ad AbruzzoWeb a raccontarsi e a raccontare è il frontman nonché voce del gruppo, Antonio Sorrentino.

Antonio, raccontaci un po’ di voi e del vostro progetto. Come è nata l’idea di formare la band?

È stato grazie a Federico, il bassista, che ci siamo incontrati tutti e quattro. Inizialmente abbiamo lavorato a un progetto di sole cover e fatto una lunga “gavetta” tra concerti, serate e locali. Poi un giorno abbiamo deciso di intraprendere un progetto inedito grazie anche all’incontro del nostro attuale produttore, Francesco Tosoni, già produttore artistico di Nathalie, la vincitrice di X Factor nel 2010.





Gli altri componenti del gruppo?

Siamo in quattro: io sono voce e piano, Luigi Tarquini alla chitarra, Federico Fontana, al basso e Marco Fiorenza alla batteria. “

Siete tutti musicisti professionisti? Fate anche altri lavori?

Siamo tutti musicisti professionisti e lavoriamo nel campo della musica a tempo pieno. Ognuno di noi, infatti, insegna la propria disciplina all’interno di una scuola di musica. Io, tra le altre cose, cerco poi di portare avanti la mia laurea specialistica in Lingue.

Quali sono state le esperienze principali che hanno segnato la crescita del vostro gruppo?

Nel dicembre 2013, abbiamo poi debuttato alla prima edizione del “Soundwave Christmas Nights” di Sulmona, in provincia dell’Aquila, una rassegna che ha visto in scena i migliori gruppi del panorama musicale abruzzese e siamo anche stati scelti da Beppe Carletti, lo storico tastierista dei Nomadi, per aprire il loro concerto a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, in occasione della manifestazione “Nomadicontro – 12esimo tributo ad Augusto Daolio”, nel febbraio dello scorso anno. E siamo stati selezionati al “Wave Music Awards 2014” nel corso del quale, tra agosto e settembre, ci siamo esibiti live a Fiuggi e a Guidonia , calcando anche lo stesso palco di artisti del calibro di Moreno e di Alexia. Abbiamo poi vinto l’ultima edizione del “Festival di Ghedi” 2014, il concorso nazionale per brani inediti, fino ad arrivare poi alla pubblicazione del nostro primo singolo, La parte più debole, e del suo videoclip.

Il Festival di Ghedi. Un’esperienza molto importante per voi, soprattutto se si considera che ha preceduto di poco l’uscita del vostro singolo.

Sì, è stato un evento significativo e molto costruttivo del nostro percorso, ci ha permesso di esibirci davanti ad esponenti di rilievo del settore discografico.

La vittoria ci ha senza dubbio dato un carica e una convinzione maggiore nella forza del nostro progetto. I giudizi sono stati molto positivi ed è anche per questo se siamo arrivati alla pubblicazione del nostro primo singolo.

Prima hai fatto un accenno al vostro produttore, Francesco Toson.





Senza dubbio una presenza determinante per la nostra crescita. L’incontro con lui ci ha letteralmente permesso di fare un salto di qualità, perchè ci ha fornito gli strumenti e gli input necessari per ottenere un prodotto che fosse internazionale, al passo con i tempi e, soprattutto, tutto nostro.

L'esperienza con i Nomadi?

Quando abbiamo ricevuto la telefonata per partecipare a questo evento non volevamo crederci. Un gruppo di rilievo come i Nomadi, che ha fatto la storia della musica italiana, aveva dato questa possibilità a noi “piccoli comuni mortali”. In ogni caso, è stata un’esperienza fantastica potersi esibire davanti a 7 mila persone. Costruttiva sia da un punto di vista professionale, ma utile anche nella nostra crescita come band. Loro sono dei professionisti unici, ci auguriamo di poter fare almeno un quarto della loro carriera.

La parte più debole, il primo singolo. Di che si tratta? Sta avendo il successo sperato?

Parla della lotta interiore che scaturisce dal sentirsi diversi dagli altri e, contemporaneamente, del desiderio di conformarsi alla massa per paura di non essere compresi. Spesso interpretiamo questa diversità come la nostra parte più debole, senza capire che invece è essa a renderci unici. Oltre al testo, anche la musica sottolinea la tensione emotiva del “caos dentro sé”, attraverso il ritmo incalzante delle cupe strofe, che si risolvono poi nella positiva ariosità di un ritornello “maggiore”. Con questo brano abbiamo esordito alla 45esima posizione nella Top100 della Pop Chart iTunes, un risultato assolutamente inaspettato essendo una band emergente. Con noi si è complimentato anche il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente.

Per quanto riguarda invece il vostro repertorio musicale in generale?

Come accennavo prima, il nostro progetto rispecchia esattamente i canoni del main stream odierno, il prodotto cioè di un incontro tra il pop-rock e l’elettronica.

Domanda classica: che progetti avete per il futuro?

Abbiamo tantissimi progetti, ma cerchiamo di fare un passo alla volta e rimanere sempre con i piedi per terra. Per il momento siamo impegnati con il nostro tour radiofonico in tutta Italia ed è prevista la pubblicazione di un secondo singolo in primavera e, perché no, magari anche di un album. Il resto poi verrà da sé. Mariangela Speranza

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