MOTORADUNO A FONTE VETICA: NUOVA DENUNCIA, ”MA IMBECILLI RESTANO TALI ANCHE A PIEDI”

di Marco Signori

26 Luglio 2017 10:58

L'Aquila -

L'AQUILA – I Motociclisti aquilani hanno denunciato l'associazione sportiva dilettantistica W la moto di Caserta, organizzatrice del raduno Arrosticinentreffen il 15 e il 16 luglio a Campo Imperatore e finita nell'occhio del ciclone per aver lasciato una spasa di spazzatura sul prato di Fonte Vetica, nel cuore del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

È intanto stato definito ieri, proprio all'Aquila, un protocollo nazionale che si apprestano a sottoscrivere la Federazione motociclistica italiana e i Carabinieri forestali che prevede una collaborazione tra i centauri e i militari, coi primi che offriranno un supporto ai secondi in un'azione di sensibilizzazione al senso civico, in particolare nelle aree ambientali di pregio.

Condanna dei comportamenti dei partecipanti al recente motoraduno, ma allo stesso tempo critica “ai molti che sui social hanno approfittato della situazione per attaccare in modo indistinto tutti i frequentatori del Gran sasso su una moto”, arriva poi dal presidente del motoclub Motociclisti aquilani, Massimiliano Mari Fiamma.

In una lunga nota, pubblicata integralmente sotto, punta l'indice contro “i soliti 'talebani' pseudo-ambientalisti”, definiti “vero fardello insostenibile da queste parti”, che “non smettono mai di ritenere il Gran Sasso come un loro feudo intoccabile”.

Mari Fiamma ricorda poi il gruppo di escursionisti, anche in quel caso campani, che un anno fa imbrattarono con una bomboletta spray la roccia del Corno Grande, per dire che allora nessuno inneggiò alla chiusura dei sentieri o al divieto di fare escursioni, come qualcuno invece paventa per i motociclisti.

“L’episodio di Fonte Vetica e quello degli escursionisti campani dimostra una sola cosa: in moto, in bici, a piedi, in macchina o a cavallo, gli stupidi restano stupidi, i maleducati maleducati e gli ignoranti ignoranti; non è il mezzo che utilizzano che li caratterizza ma le loro azioni e, purtroppo, oggi anche le loro parole sui social affidate al pubblico dominio”, dice Mari Fiamma.





LA NOTA COMPLETA DI MARI FIAMMA

Dopo giorni e giorni di attacchi, rimproveri, denunce, invettive e strepiti vorrei poter dire qualche cosa anche io sulla vicenda del motoraduno a Fonte Vetica ma, più in generale, sul motociclismo e sull’ignoranza diffusa tra la gente.

Premetto che sono arrabbiato e disgustato più di chiunque altro per quanto successo al motoraduno Arrosticinentreffen 2017 (a cui non ho mai partecipato e mai parteciperò) e ritengo che gli organizzatori siano pienamente responsabili di un comportamento inaccettabile, tanto che, con la Federazione motociclistica regionale, abbiamo subito prodotto una denuncia contro il motoclub che risulta indicato sulle locandine pur senza lasciare un numero di riferimento come di solito accade.

Detto questo però non posso non rimarcare che all’ignoranza di questa gente, che stento a definire motociclisti solo perché hanno firmato un assegno per comprare un mezzo a due ruote, si aggiunge quella dei molti che sui social hanno approfittato della situazione per attaccare in modo indistinto tutti i frequentatori del Gran sasso su una moto.

Tra loro spiccano i soliti “talebani” pseudo-ambientalisti, vero fardello insostenibile da queste parti, che hanno colto la palla al balzo per riproporre la chiusura della strada di Campo Imperatore e potersi così finalmente vivere in solitudine la loro passione per l’eremitaggio, ma anche prestigiose associazioni ambientaliste che, al solito, pur se governate da gente della costa (distrutta e cementificata senza che abbiano mai proferito verbo), non smettono mai di ritenere il Gran Sasso come un loro feudo intoccabile.

Ma a questi aggiungerei anche il presidente del Parco Tommaso Navarra che, nell’impeto dello sdegno che, ripeto, accomuna tutti noi, si è abbandonato a generalizzazioni populiste e a proporre divieti e imposizioni degne di quelle gestioni che mascherano i propri limiti trovando sempre altri colpevoli.

Purtroppo molti dei menzionati hanno una memoria tanto corta da aver già dimenticato che, esattamente un anno fa, fu un gruppo di escursionisti (purtroppo proveniente dalla stessa regione di questi centauri) ad imbrattare con la vernice il Corno Grande provocando, anche allora sdegno, rabbia e invettive un po’ da tutte le parti.





In quel caso però non ho registrato nessuno, tantomeno dei motociclisti, che inneggiavano alla chiusura dei sentieri ed al divieto di fare escursioni e questa, a mio avviso, è la differenza tra chi vuole vivere la propria passione senza impedire nulla a chi la pensa diversamente e chi vuole imporre il proprio punto di vista e i propri stili di vita al resto del mondo.

L’episodio di Fonte Vetica e quello degli escursionisti campani dimostra una sola cosa: in moto, in bici, a piedi, in macchina o a cavallo, gli stupidi restano stupidi, i maleducati maleducati e gli ignoranti ignoranti; non è il mezzo che utilizzano che li caratterizza ma le loro azioni e, purtroppo, oggi anche le loro parole sui social affidate al pubblico dominio.

Considerando che sul comprensorio del Gran Sasso le frequentazioni turistiche estive sono così distribuite: al primo posto motocicli, al secondo automobili, al terzo i camper, al quarto i ciclisti, al quinto gli escursionisti e via dicendo, pensare di imporre soluzioni drastiche vuol dire condannare definitivamente i pochi operatori sopravvissuti.

È evidente che questo movimento rappresenta, nel suo complesso, l’unica possibilità di sviluppo di quei territori di alta quota caratterizzati da sempre proprio dalla vitalità della presenza umana, quindi ogni fenomeno va controllato, gestito e, perché no, sfruttato senza produrre traumi alla natura ma anche non restando schiavi di convinzioni e prese di posizione da parte di gente con lo stipendio comunque assicurato.

Per questo noi motociclisti del posto faremo di tutto per cercare di arginare il fenomeno dei cretini che usano queste strade come un circuito (spesso con esiti fatali) dato che nessuno nega che oltre i tantissimi e civilissimi mototuristi si registrano sempre soggetti di questo tipo, usando però le armi della civilizzazione, della persuasione e dell’educazione civica, ma anche ricorrendo ad iniziative tipo i protocolli nazionali e locali che la Fmi ha firmato con i Carabinieri Forestali ed altri corpi.

Sarebbe però auspicabile che anche “gli altri” abbandonassero i loro sanguigni desideri di “vietare e impedire” abbracciando una nuova stagione di condivisione e di rispetto per tutti; rispetto in primis da dare e poi da pretendere, senza nessuna preclusione o pregiudizio.

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