MORTO DETENUTO IMPICCATO A TERNI: PETRILLI, ”ACCERTARE VERE CAUSE MORTE”

12 Dicembre 2017 14:01

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “Conoscendo bene il carcere, avendoci soggiornato per sei anni e conoscendo bene tutte le dinamiche susseguenti ad una azione come quella compiuta dal detenuto, cioè l'aggressione ad un agente, a quel punto minimo ti portano alle celle e ti riempono di botte, ma a volte ti suicidano!”.

È la dichiarazione straziante dell'aquilano Giulio Petrilli, del comitato per il diritto al risarcimento da ingiusta detenzione, contenuta in una lettera aperta indirizzata alla direzione dell'ospedale Santa Maria e alla procura generale di Terni, all'indomani della morte di un detenuto marocchino di 36 anni che sabato pomeriggio si era impiccato all'interno della sua cella del carcere di Sabbione.





Le condizioni dell'uomo, ricoverato nel reparto di Rianimazione, erano apparse ai medici subito molto gravi.

Il nordafricano, detenuto in isolamento dopo aver aggredito un agente della penitenziaria e avergli fratturato il setto nasale, per compiere il gesto aveva legato una coperta alla finestra della sua cella. Era detenuto per reati legati allo spaccio di stupefacenti.





Nella lettera, Petrilli chiede di “verificare se il detenuto si è suicidato o è stato suicidato!”.

“Per questo motivo spero che il referto dell'ospedale possa rilevare se nel corpo del detenuto sono presenti ecchimosi, frutto di un pestaggio o di un 'obbligo' a suicidarsi. La stessa cosa dovrebbe fare la procura di Terni predisponendo un'autopsia che potrebbe accertare questo!”.

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