MOLD ON YOUR SAUCE: LA MUSICA SENZA SCHEMI, LA BAND AQUILANA ”IN EVOLUZIONE CONTINUA”

di Elisa Marulli

9 Aprile 2015 08:31

L'Aquila -

L’AQUILA – “Mold on your sauce” letteralmente è la “muffa sulla tua salsa”.

A dir poco non convenzionale, scegliere di chiamare così una band che vuole piacere alla gente.

Ma i “Mold on your sauce” sono proprio questo: libertà di espressione oltre gli schemi, anticonformismo musicale e voglia di sperimentarsi e, perché no, un giorno scoprire di volersi reinventare e tornare punto e accapo.

Loro sono tre, tutti giovanissimi e tutti aquilani. Ottaviano Dionisio, 19 anni, chitarra, studente all’ultimo anno di Scienze Umane. Carlo Attardi (21) basso, studente di Ingegneria ed Enrico Fiore (20) batteria, iscritto a Lingue orientali a Bologna.





La grande passione per la musica li ha portati a suonare parecchio in giro e a realizzare il primo album dal titolo Propaganda, in uscita pochissimi giorni.

Definire la loro musica sembra impossibile, spiegano mentre sono di ritorno da alcune date al sud Italia. “Siamo un gruppo punk che non fa punk”, parola di Ottaviano.

Insomma, le definizioni stanno strette ai Mold: “Questo album ha sonorità aggressive e deliranti, ma un giorno potremmo anche decidere di introdurre il cantato nei nostri pezzi, ora solo strumentali, cantare e fare cose più ricercate. O solo acide e incazzate, come oggi”.

L’evoluzione sembra essere il carattere distintivo del gruppo. E non potrebbe essere altrimenti in una formazione di giovanissimi.

Tutto è iniziato nel 2013: “ci ritrovavamo per suonare, ci piaceva divertirci in sala prove e a un certo punto è uscito fuori qualcosa di interessante. Abbiamo iniziato a fare serate per L’Aquila e c’era una buona risposta”.





L’album è stato prodotto dalla casa discografica “Seahorse records” e verrà distribuito da Sudioglob, in tutta Italia, oltre che sulle piattaforme web iTune, Amazon e Spotify.

Si tratta di un ep con 8 pezzi solo strumentali. “In realtà potremmo fare benissimo anche pezzi cantati. Carlo ha già cantato in passato, ma ci garbava di più la scelta di dare priorità al suono, anche per fare una cosa diversa. All’Aquila non c’è nessuno che fa una musica così”.

I riferimenti musicali dei Mold sono “la scena underground americana degli anni ‘90, quella più rumorosa di quegli anni”.

Invece, su quella aquilana, hanno qualcosa da ridire: “è monotona e poco originale nelle scelte. C’è poca fratellanza tra chi fa musica e pochissime sono le opportunità per i giovani che vogliono dedicarsi a questo. Serve più attenzione a questo mondo, molti ragazzi che vorrebbero esprimersi non trovano chi dia loro spazio per le serate, a parte alcuni posti come Casematte, luogo autogestito che si trova a Collemaggio”.

Progetti per il futuro? “Appena avremo un po’ di tempo vorremmo registrare un altro ep. Per il momento si resta in Italia, in futuro non escludiamo l’estero, dove tutti dicono che c’è più spazio per la musica…”.

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