''TANTI DISAGI E NIENTE RISPARMI'' PROTESTA E TESSERE ELETTORALI BRUCIATE

MENO GUARDIE MEDICHE, PIU’ AMBULANZE: L’EQUAZIONE NON CONVINCE

di Filippo Tronca

28 Novembre 2014 08:07

L'Aquila -

L'AQUILA – Mancano appena 4 giorni alla data fissata per l’entrata in vigore, più volte rimandata, della delibera 61 dell’ex commissario alla sanità, Gianni Chiodi, per effetto della quale, dal 1° dicembre prossimo, saranno chiuse in provincia dell’Aquila le guardie mediche di Barisciano, Pizzoli, Campo di Giove e Gioia dei Marsi, con una loro riduzione da 25 a 21, e dei medici convenzionati da 112 a 88.

In Abruzzo, complessivamente, sono in via di soppressione 20 di questi presìdi sanitari: 7 guardie mediche in provincia di Teramo, 3 a Pescara, 6 a Chieti, e le 4 dell’Aquila.

Monta, però, la protesta dei cittadini. Quelli di Campo di Giove, in particolare, hanno presidiato martedi scorso il Consiglio regionale all'Aquila, e qualcuno ha addirittura bruciato le tessere elettorali.

L’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci ha assicurato loro che, sebbene le chiusure delle quattro guardie mediche in questione siano da considerare inevitabili, perché imposte da una delibera commissariale, sarà in compenso rafforzata la rete di emergenza nelle aree interne, con più autoambulanze a garantire un servizio definito equivalente anche lì dove si sopprimono guardie mediche.

Dal 1° dicembre prossimo, infatti, le nuove postazioni di autoambulanza in provincia dell’Aquila, ha reso noto la Asl numero 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila,  saranno localizzate a Scanno, con un medico a bordo, a Montereale, Castelvecchio Subequo, Pescasseroli, infine, una postazione di supporto a quella già esistente, all’ospedale di Avezzano (con volontari, senza infermieri). E appunto a Campo di Giove e Barisciano





Nulla, insomma, cambierà, assicurano Asl e Regione. Anzi, si ridurranno i tempi di percorrenza tra Campo di Giove e l’ospedale di Sulmona in caso di emergenza, perché appunto l’autoambulanza sarà già in loco.

Ma i cittadini di Campo di Giove non si ritengono soddisfatti, perché un’autoambulanza, hanno sostenuto durante la protesta all'Emiciclo, interviene solo in caso di emergenza e non può essere parificata a un ambulatorio aperto anche di notte con un medico pronto a intervenire a breve distanza.

Osservano poi che la guardia medica più vicina sarà distante 17 chilometri, a Sulmona, e con la neve e il giaccio ci vorrà quasi un’ora per arrivarci. E che la guardia medica offriva un servizio essenziale per tante persone anziane che hanno difficoltà spostarsi dal paese e hanno bisogno di consultarsi spesso con un medico, anche per visite di controllo utili a prevenire patologie più gravi sin dai primi sintomi.

Fanno poi notare gli insorti che una singola guardia medica dovrà coprire un territorio più ampio, potrà dunque fare meno visite a domicilio, e allora gli anziani avranno maggiori difficoltà a raggiungere, in automobile, l’ambulatorio più vicino.

Simili gli argomenti dei cittadini di Pizzoli, che saranno serviti da dicembre dalla guardia medica di Tornimparte, che dista una ventina di chilometri, e che rivendicano il fatto che il loro comune abbia più abitanti di quello in cui dovranno andare.





“A Barisciano – spiega ad AbruzzoWeb Goffredo Juchich, assistente sociale ed esponente di Rifondazione comunista – ci hanno promesso un’autoambulanza con un infermiere a bordo, che dovrà dormire negli stessi locali che usava la guardia medica. Mi chiedo, allora, dove sarà il risparmio, quale sia il motivo di questa decisione che riduce di fatto un servizio soprattutto per le persone anziane, senza neanche garantire risparmi”.

A rispondere a questo interrogativo è Gino Bianchi, dirigente della Asl 1, responsabile del servizio emergenza sanitaria.

“Partiamo da una premessa – spiega – siamo una regione dove la sanità è commissariata e le direttive del commissario non si discutono, si eseguono. E nella delibera c’è scritto che, come avviene in tutta Italia, si debba garantire un rapporto ottimale tra il numero delle guardie mediche e bacino di utenza”.

Ovvero: un medico ogni 5 mila abitanti residenti, con la possibilità per le Regioni di aumentare e diminuire tale rapporto del 30 per cento arrivando a un minimo di 3.500 abitanti per guardia medica, nelle aree montane più disagiate.

Ma Bianchi aggiunge che “le delibere commissariali da una parte hanno tolto, dall’altra però hanno dato. Se infatti prima avevamo quattro guardie mediche di troppo, dall’altro dovevamo adeguarci agli standard nazionali della rete di emergenza territoriale: ci mancavano, cioè, in provincia dell’Aquila 7 autoambulanze da dislocare nei territori più penalizzati, individuati con criteri logici e oggettivi”.

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