PRESIDENTE MONETTI, ''SIAMO PILASTRI DEL WELFARE, ORA LOTTA A FALSE COOPERATIVE, FONDI PER FORMAZIONE E INNOVAZIONE TECNOLOGICA''

MEMORANDUM COOP SOCIALI AI CANDIDATI, ”CON NOI SANITA’ RISPARMIA IL 40 PER CENTO”

di Filippo Tronca

7 Febbraio 2019 13:26

Regione -

PESCARA – “La Regione Abruzzo potrebbe risparmiare il 40 per cento delle risorse economiche per la sua sanità, sostenendo finalmente, come merita, la cooperazione sociale, quella autentica, che opera nei territori e a domicilio”.

Opportunità non da poco, questo risparmio, per una regione indebitata come l'Abruzzo. Un saggio consiglio per i candidati presidenti della Regione che in campagna elettorale un giorno si e l'altro pure affermano che l'offerta sanitaria va “diffusa”, ''territorializzata”, ''avvicinata agli utenti”, lasciando agli ospedali solo i casi acuti e le specialistiche.

A parlare è Massimiliano Monetti, presidente di Confcooperative Abruzzo, che con Federsolidarietà, organizzazione di rappresentanza politico‐sindacale delle cooperative sociali e delle imprese sociali riunisce 83 realtà, con circa 3.000 lavoratori, e che esprimono un fatturato pari a 67,2 milioni di euro.

Confcooperative ha incontrato in queste settimane i candidati, e ha elencato le azioni attese dal prossimo esecutivo regionale, in un dettagliato memorandum. 

In esso si chiede innanzitutto la costruzione di un Tavolo regionale permanente per la cooperazione e l’economia sociale, partecipato dalla Regione, dalle centrali cooperative, dai sindacati dei lavoratori, dalle rappresentanze degli enti locali, al fine di monitorare e pianificare le strategie politiche per uno sviluppo dei sistemi di welfare locale e dell’economia sociale, con particolare riguardo alle aree interne. 

Inoltre misure di contrasto delle “false” cooperative sociali, fondi per la riqualificazione degli operatori sociali, un concreto sostegno alle cooperative sociali di tipo B, che per legge devono assumere almeno il 30 per cento di lavoratori appartenenti a situazioni di disagio, come pure, e in generale, alle cooperative esistenti, radicate nel territorio, per evitare che vengano scalzate da altre imprese, anche non cooperative, provenienti da altre Regioni.





Punto centrale è però il ruolo delle cooperative sociali in un modello di organizzazione della rete sanitaria non più “ospedalocentrica”, e fortemente interconnessa con l'assistenza sociale, in un visione più ampia e olistica dei bisogni dei cittadini. 

Quello che prevedeva la riforma Lorenzin, e solo in parte realizzato. 

“La quasi totalità dei servizi sociali e assistenziali previsti nei piani distrettuali sociali abruzzesi – spiega Monetti – è gestita con l’intervento delle cooperative sociali, l'impresa più capillare nel territorio. Siamo noi che i nostri operatori qualificati, tra cui infermieri, medici, fisioterapisti, farmacisti, e così via, arriviamo a casa della gente, siamo noi che facciamo sanità domiciliare di cui tanto si parla, in ogni angolo d'Abruzzo, a favore di anziani, disabili, pazienti, persone in difficoltà”.
 
Nel documento su questo punto, Confcooperative chiede nello specifico il completamento dell’accreditamento degli operatori per le cure domiciliari e il lancio di un programma di investimento tecnologico per sostenere la qualità delle cure e dei servizi domiciliari. Solo così si sostiene, “il diritto alla salute e l’accesso alle cure sanitarie potrà essere garantito a tutti i cittadini con particolare riferimento a quelli delle aree interne, lontane dalle strutture sanitarie e dai centri ambulatoriali e medici. L’innovazione tecnologica e i servizi sanitari di prossimità possono infatti facilitare l’accesso alle cure per tutti con ottimi livelli prestazionali”.

Nel memorandum ai candidati, per Confcooperative altra priorità, come accennato, sono le misure di contrasto delle false cooperative sociali. 

Quelle che, si legge nel documento, “tradendo i valori fondanti del movimento cooperativo, si sono introdotte nei servizi di welfare con modelli di gestione antidemocratici, autarchici, egoistici, chiusi allo scambio mutualistico con i soci e con le comunità esterne”. A tal fine sarebbe utile “rafforzare le funzioni di controllo degli uffici regionali preposti alla gestione dell’Albo delle Cooperative Sociali con la collaborazione delle centrali cooperative e dei revisori”.

A seguire viene chiesto di destinare specifici programmi di finanziamento per la formazione di chi opera nei servizi del welfare territoriale al fine “di adeguare le competenze e i titoli posseduti dagli operatori, ai titoli superiori richiesti dalle nuove normative”.





“Capita spesso – spiega Monetti – che i processi di riforma dei sistema di welfare, richiedano figure professionali con titoli di studio specifici per l’esercizio di funzioni che fino ad oggi sono state svolte da operatori senza titolo, ma con anni di esperienza nel ruolo; al fine di garantire la qualità dei servizi di welfare e l’occupazione degli operatori”. 

Altra azione raccomandata è quella di rafforzare le cooperative sociali esistenti, espressione dei territori, e sostenere lo start up di nuove cooperative sociali, questo “per evitare che altre imprese, anche non cooperative, provenienti da altre Regioni si insedino nei nostri territori depauperandoli delle proprie risorse senza costruire legami comunitari”. 

Infine un riconoscimento del ruolo delle cooperative sociali di tipo B per l’inserimento lavorativo delle persone con gravi situazioni di disagio sociale, difficilmente collocabili sul mercato del lavoro. 

“Sono tante le persone disoccupate, gravate da molteplici situazioni di disagio, che difficilmente possono essere collocate sul mercato del lavoro, in quanto non in linea con i profili professionali richiesti del mercato del lavoro in termini di competenze, di capacità e di attitudini. Queste persone rischiano di entrare o permanere in uno stato di povertà grave, con la possibilità di accedere soltanto a misure meramente assistenziali”. 

Tutto ciò, innanzitutto, sostenendo investimenti in grado di innovare i servizi, rendendoli maggiormente sostenibili e competitivi. 

 

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