MEGALO’ 2, LAVORI AL VIA TRA LE POLEMICHE TREDICI ANNI DOPO LE PRIME AUTORIZZAZIONI

11 Dicembre 2017 06:00

Chieti - Cronaca

CHIETI – Al via oggi tra le polemiche il cantiere per la realizzazione del Mirò, ormai noto come Megalò 2, centro commerciale tra Chieti Scalo e Cepagatti (Pescara), nonostante i dubbi sollevati da più parti sulla presenza di tutte le necessarie autorizzazioni. La prima di queste, ha ricordato il progettista Domenico Merlino, risale addirittura al 2004, essendo la stessa che ha autorizzato la realizzazione di Megalò, che ha sfruttato solo la metà della superficie concessa.

E i lavori, infatti, si aprono nonostante l'ordinanza di sospensione del Genio Civile emanata a causa del rischio idraulico, e la diffida del Comune di Cepagatti, che ha chiesto un lungo elenco di documenti prima di autorizzare il cantiere. È per questo che i lavori, per ora, potrebbero partire solo sulla parte teatina che, secondo il progetto, dovrebbe ospitare un maxi parcheggio al servizio di 7 edifici.





Ma se il Comune di Cepagatti ha chiesto integrazioni, quello di Chieti non è rimasto a guardare, visto che ha diffidato la Sile Costruzioni alla ripresa dei lavori e sono state le sollecitazioni dell'assessorato all'Urbanistica a portare il Genio Civile a far sapere che l'iniziale presa d'atto dei lavori realizzati dall'azienda bergamasca non sarebbe affatto sufficiente ad autorizzare la costruzione del nuovo parco commerciale.

Anche il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, con una lettera ai dirigente del Genio Civile di Pescara Vittorio Di Biase, al direttore generale dell'ente Vincenzo Rivera e al dirigente sel Servizio protezione civile Antonio Iovino, ha chiesto di attivare “ogni utile iniziativa volta a interrompere ogni attività da parte della società Sile Costruzioni”.

L'obiezione più diffusa contro il progetto è di carattere ambientale, visto che l'insediamento sorgerebbe su un'area alluvionale in prossimità del fiume Pescara. Eppure la Sile Costruzioni dell'amministratore Massimo Locatelli ha provveduto al completamento dell'argine del fiume, alla realizzazione di una palizzata a protezione dell'area e all'installazione di alcune chiuse che si azionano automaticamente nel caso in cui si alzasse il livello dell'acqua, per un investimento di circa un milione di euro.





È in virtù di questi interventi che il progettista e l'azienda realizzatrice ritengono di essere in regola e di poter procedere alla costruzione del nuovo centro commerciale, 7 edifici commerciali su una superficie di circa 30 mila metri quadrati che inizialmente prevedeva anche un hotel da 9 piani.

Oltre alle associazioni ambientaliste, si sono schierate contro la realizzazione del Mirò Movimento cinque stelle, Forza Italia, Sinistra Italiana, il Fronte sovranista e la Confcommercio, con quest'ultima che ha anche chiesto un Consiglio regionale straordinario sulla crisi del commercio.

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