IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IN ABRUZZO PER RENDERE OMAGGIO AI PARTIGIANI CHE CONTRIBUIRONO ALLA FINE DELL'OCCUPAZIONE NAZISTA

MATTARELLA SUI LUOGHI DELLA BRIGATA MAIELLA NEL 73ESIMO DELLA LIBERAZIONE

25 Aprile 2018 11:10

Regione - Cronaca

TARANTA PELIGNA – È durata una quindicina di minuti la visita al Sacrario della Brigata Maiella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Taranta Peligna (Chieti) in occasione del 25 aprile. Mattarella ha deposto una corona. Ad accoglierlo tantissime persone e studenti che hanno intonato l'Inno d'Italia e Bella Ciao.

Mattarella era accompagnato, in questa sua prima tappa della visita in Abruzzo, dal capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano.

Il presidente si è poi spostato al teatro comunale di Casoli (Chieti) per le celebrazioni del 25 aprile.

Il capo dello Stato, dopo aver visitato il Palazzo Ducale della cittadina, accompagnato dal sindaco ha raggiunto a piedi il teatro, accolto da una folla in festa dietro le transenne, soprattutto bambini con bandierine tricolori a scandire in coro “Presidente!”.

Mattarella ha risposto facendo gli auguri, stretto mani e risposto al saluto dei cittadini. Ad attendere Mattarella, tra gli altri, la vicepresidente della Camera Mara Carfagna di Forza Italia e il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura (Csm) Giovanni Legnini, con foulard da partigiano al collo.





“Sono particolarmente lieto di celebrare qui a Casoli, uno dei centri nevralgici della Resistenza abruzzese, il 25 aprile, la festa della Liberazione. Questa occasione ci permette, infatti, di ricordare le pagine di storia, non sempre adeguatamente conosciute, scritte dalla Resistenza nel Mezzogiorno d'Italia”, ha detto Mattarella nel suo discorso al teatro di Casoli (Chieti) celebrando il 73/esimo anniversario della Liberazione.

“In questa Regione, così bella e così fiera, si svolsero, tra il 1943 e il 1944, alcuni degli episodi più drammatici e decisivi della lunga e sanguinosa guerra per liberare l'Italia dal nazifascismo – ha aggiunto – e per restituire il nostro Paese al novero delle nazioni democratiche e pienamente civili”.

“Non era, quella fascista, la Patria che aveva meritato il sacrificio eroico di tanti soldati italiani. La Patria, che rinasceva dalle ceneri della guerra, si ricollegava direttamente al Risorgimento, ai suoi ideali di libertà, umanità, civiltà e fratellanza”, ha continuato Mattarella. “Non fu, dunque, per caso, che gli uomini della Brigata Maiella scelsero per sé stessi la denominazione di patrioti. La stessa dei giovani che andavano a morire in nome dell'Unità di Italia”.

“La Resistenza fu un movimento corale, ampio e variegato, difficile da racchiudere in categorie o giudizi troppo sintetici o ristretti. A lungo è stata rappresentata quasi esclusivamente come sinonimo di guerra partigiana, nelle regioni del Nord d'Italia o nelle grandi città”.

“Le tante insurrezioni, da Napoli a Matera, da Nola a Capua, alle tante avvenute in Abruzzo, attestano la percezione da parte degli italiani della posta in gioco – ha detto Mattarella -: da una parte i massacratori, gli aguzzini, i persecutori di ebrei; dall'altra la civiltà, la libertà, il rispetto dei diritti inviolabili di ogni persona”.





Applauso della folla all'esterno del teatro comunale di Casoli quando il presidente ha ricordato il predecessore al Quirinale Carlo Azeglio Ciampi.

“Si aprirono così, tra questi monti impervi, i sentieri della libertà – ha detto Mattarella nel suo discorso sulla Resistenza in Abruzzo -. Pastori, cacciatori, guide locali accompagnavano generosamente soldati alleati e italiani, ebrei, fuggiaschi e perseguitati al di là della Linea Gustav, mettendoli in salvo. Tra questi ci fu anche il mio illustre predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, in fuga con un suo amico ebreo, Beniamino Sadùn“.

“La nascita del movimento della Resistenza, che mosse i primi passi in Abruzzo, segna il vero spartiacque della storia nazionale del secolo scorso. Chiude la fase della dittatura e porta l'Italia verso la libertà. La restaurazione della vita democratica, dopo il cupo ventennio fascista, ha le sue radici nella Resistenza, iniziata qui, in Abruzzo. E la nostra Costituzione, sigillo di libertà e democrazia, come scrisse Costantino Mortati nel 1955, nel decennale della Liberazione, 'si collega al grande moto di rinnovamento espresso dalla Resistenza'”.

Presente anche il governatore Luciano D'Alfonso che, nel salutare il presidente della Repubblica,  ha ricordato l'importanza del 25 aprile per l'Abruzzo e in particolare per Casoli e per i comuni dell'Aventino, che “rappresenta la memoria collettiva dei valori di libertà e liberazione. I ragazzi della Brigata Maiella sono stati bravi a far concepire alle future generazioni il fatto che bisogna avere una visione dell'insieme”.

A nome di tutti i sindaci del comprensorio, i primi cittadini di Casoli, Massimo Tiberini, e Taranta Peligna, Marcello Di Martino, hanno rappresentato al presidente Mattarella, la necessità di una maggiore attenzione da parte dello Stato per le popolazioni interne per arginare il fenomeno dell'emarginazione e l'abbandono. 

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