MARSICA: CASO MOSCHEA, SINDACO ”DEVO PENSARE A CHI NON LA VUOLE”

di Sara Ciambotti

17 Ottobre 2013 08:04

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – “La stragrande maggioranza degli abitanti di San Benedetto dei Marsi (L’Aquila) non è disposta ad accettare l’insediamento di una moschea, e io non posso tenerne conto”.

Lo afferma ad AbruzzoWeb il sindaco del comune marsicano, Quirino D’Orazio, in seguito alla richiesta e alla presunta bocciatura del cambio di destinazione di una ex salumeria del nucleo industriale per adibirla a un luogo di culto musulmano.





Samiri El Haj (presidente della comunità islamica della Marsica, ndr) avrebbe intenzione di prendere in affitto un immobile di proprietà privata che si trova in una zona industriale e oggi è destinato a salumificio – spiega il primo cittadino – Il proprietario ha fatto richiesta di cambio di destinazione d’uso per trasformarlo, da insediamento commerciale a uso abitativo vuole riconvertire la sua azienda” .

“Abbiamo dei tempi procedurali per valutare la questione – continua – sono al vaglio i requisiti per procedere”.

“Se verranno soddisfatti i requisiti di legge non vedo perché il cambio di destinazione non dovrebbe essere concesso – puntualizza D’Orazio – Ma questo non significa che io abbia dato assenso alla realizzazione di una moschea”.





Il sindaco di San Benedetto dei Marsi, in una situazione delicata come quella che si trova a vivere, tende a puntualizzare che non è razzista: “ieri ho preso un caffè con un mio amico extracomunitario che conosco da molti anni poiché lavorava per i miei genitori”, e sottolinea come non sia facile la sua posizione, soprattutto dopo i raid razzisti di fine agosto, in cui sono stati aggrediti due extracomunitari e lui si trova a fare da avvocato difensore a uno degli aggressori.

“Se le tante persone non vedono bene questo tipo di insediamento – spiega – la decisione merita una riflessione più approfondita”.

Ma in questo momento in cui San Benedetto dei Marsi si delinea come un paese poco incline ad accettare le richieste degli immigrati, D’Orazio, in conclusione, smorza i toni, “non siamo il paese descritto dalle cronache locali, abbiamo gli stessi problemi che hanno le altre comunità. Quando succede qualcosa da noi, siamo sempre accostati agli extracomunitari e al terrorismo, ma non è così”.

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