MARCHIONNE: ”DA SEVEL IL DUCATO USA”, MA FUORI RUGGISCE LA CONTESTAZIONE

di Arianna Iannotti

9 Luglio 2013 15:46

Regione - Economia

ATESSA – Fuori la contestazione (ma solo della Usb, la Fiom non si è fatta vedere), dentro Sergio Marchionne.

Prima in una riunione ristretta con il presidente della Regione, Gianni Chiodi, il vice presidente, Alfredo Castiglione, il sottosegretario Giovanni Legnini, il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, e poi l’arrivo nel reparto di rostratura dove era stato allestito il palco per la stampa e i tantissimi invitati arrivati per sapere il destino dello stabilimento Fiat di veicoli commerciali leggeri più grande d’Europa.

Ad attendere l’amministratore delegato Fiat e Chrysler c’era anche una nutrita rappresentanza dei 6.000 dipendenti dello stabilimento della Val di Sangro che, insieme all’indotto rappresenta, il 10 per cento dell’intero prodotto interno lordo abruzzese.

Marchionne ha annunciato investimenti per rilanciare lo stabilimento e la realizzazione di un nuovo modello di furgone tarato sul mercato americano i cui componenti verranno prodotti in Sevel.

Per quanto riguarda la cifra da investire, si tratta di oltre 700 milioni di euro nell’arco di cinque anni. Di questi, 550 milioni provenienti da Fiat-Chrysler e 150 da Psa.

I soldi serviranno per inserire 60 robot nella lastratura, rinnovare 25 sistemi di spruzzatura e verniciatura, un nuovo impianto di assemblaggio e la riorganizzazione logistica.

“La fabbrica – ha detto il top manager di origini teatine – così potenziata sarà pronta a produrre, negli anni futuri, le nuove versioni del Ducato, che serviranno ad ampliare la gamma e rafforzare la posizione competitiva di uno dei veicoli commerciali di maggior successo”.

Le future versioni avranno nuovi contenuti e caratteristiche specifiche, per rispondere all’evoluzione della domanda, così da adottare, a partire dal 2015, motori già predisposti per il passaggio alla normativa Euro 6.

“La Sevel – ha fatto sapere Marchionne – sta già producendo i componenti per una versione speciale del Ducato, che è stata studiata per soddisfare le normative e le esigenze del mercato nordamericano. Questa versione verrà venduta con il nome di ProMaster e con il marchio Ram negli Stati Uniti, in Canada e in Messico a partire dal trimestre in corso”.

“Abbiamo già iniziato le esportazioni dei componenti verso lo stabilimento Chrysler di Saltillo in Messico, dove verranno assemblati per dare vita al nuovo Ducato americano”, ha svelato.

LE PROTESTE

Tutto questo mentre nel frattempo, fuori dai cancelli, i dipendenti iscritti alla Usb (sindacato che insieme alla Fiom non ha sottoscritto l’accordo del 2012)  hanno manifestato tutta la loro contrarietà alla gestione Marchionne.

Giordano Spoltore, metalmeccanico Sevel da 19 anni, ha ricordato il periodo pre-Marchionne, “quando i diritti erano esigibili. Ora lo sono solo parzialmente, anche quelli previsti dallo Statuto dei lavoratori, dalla Costituzione e dal contratto nazionale di categoria – ha sbottato – Adesso i lavoratori si sentono spaesati e impotenti di fronte alla nuova metrica introdotta per aumentare la produttività”.

Marco Usai, altro lavoratore Sevel, ha sottolineato che, nonostante dal 2009 a oggi siano stati tagliati 1.300 interinali, la produzione è rimasta sempre la stessa: “Si lavora a ritmi troppo alti – la doglianza – in questo stabilimento produciamo circa mille furgoni al giorno, ma noi lavoratori siamo stanchi e abbiamo sempre più problemi anche fisici. Soprattutto a carico dell’apparato muscolo-scheletrico”.

“In molti non si lamentano per paura di ritorsioni – ha raccontato un altro dipendente, Alessio Chiavaroli –  e poi c’è la questione degli stipendi, che ci era stato promesso sarebbero stati adeguati e invece non è cambiato nulla”.

VECCHIA E NUOVA FIAT, NUMERI E POLEMICHE

Il manager del Lingotto ha voluto fermarsi a parlare anche del recente passato Fiat, dando alcuni dati su come è cambiata l’azienda nell’arco di un decennio: “Nove anni fa la Fiat era un’azienda con un orizzonte limitato, che guardava soltanto all’Europa. La presenza all’estero era circoscritta al Sud America, in pratica solo al Brasile. Oggi siamo un gruppo con una presenza ampia e diversificata sui mercati di tutto il mondo”.

“Allora il nostro fatturato era di 27 miliardi di euro, nel 2012 è più che triplicato, arrivando a 84 miliardi – ha aggiunto – Nel 2004 i dipendenti nel mondo erano poco più di 100 mila, oggi sono raddoppiati a 215 mila. Nel 2004 eravamo un produttore di auto dalle dimensioni modeste, che vendeva circa 1,8 milioni di unità l’anno. Nel 2012, insieme a Chrysler, ne abbiamo vendute più di 4,2 milioni e siamo il settimo costruttore mondiale. Ma soprattutto la Fiat di allora era un’azienda in profondo rosso, oggi siamo un gruppo solido”.

Dal 2004 al 2012, Fiat e Fiat Industrial, secondo i dati mostrati, hanno destinato all’Italia, per investimenti e attività di ricerca e sviluppo, 23,5 miliardi di euro. Ricevendo agevolazioni pubbliche, previste dalle norme italiane, per circa 742 milioni.

Questi dati dovrebbero far capire il ritmo del cambiamento subìto dall’azienda, un ritmo forse che è stato troppo veloce per il resto del Paese e che in qualche modo “ha contribuito ad ampliare la distanza con esso”.





Marchionne ha parlato anche dei rischi che Fiat si sta assumendo per andare avanti in questo modo, con investimenti sia a Pomigliano (dove è stata trasferita la produzione della Panda dalla Polonia, sia a Grugliasco (dove si realizzano la Maserati Quattroporte e la Maserati Ghibli), sia a Melfi (dove si inizierà a produrre la Fiat 500X) che ora qui in Sevel.

Un accenno del discorso è andato anche ai problemi con i sindacati, soprattutto dopo la pronuncia della Corte costituzionale della scorsa settimana di cui si attendono ancora le motivazioni della sentenza.

A riguardo Marchionne ha sottolineato che “la Fiom è stata esclusa dalla possibilità di nominare i rappresentanti sindacali solo in base alla legge la cui modifica (articolo 19 Statuto dei lavoratori) è stata voluta dalla stessa Fiom”.

“I diritti – ha continuato il manager – sono sacrosanti e vanno tutelati. Se però continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo. Non possiamo accettare che comportamenti violenti, di boicottaggio del nostro impegno, vengano considerati ‘esercizio di diritti’ anche da autorevoli istituzioni”, e qui il riferimento indiretto è alle recenti polemiche con il presidente della Camera Laura Boldrini.

Per quanto riguarda le istituzioni, l’appello è stato quello a un quadro normativo certo, perché la Fiat può prendersi il rischio legato all’attività imprenditoriale, ma non quello relativo a un sistema che non garantisce norme certe.

“Non siamo disposti a mettere a rischio la sopravvivenza della nostra azienda – ha detto a riguardo l’ad – prima di avviare qualunque altra iniziativa in Italia, abbiamo bisogno di poter contare sulla certezza di gestione e su un quadro normativo chiaro e affidabile”.

Alle istituzioni locali Marchionne ha invece chiesto maggiori sforzi per potenziare le infrastrutture. Sembra, in particolare, che nell’incontro ristretto a porte chiuse si sia parlato di fondovalle Sangro e rafforzamento della rete portuale.

Ha anche chiesto “uno spirito comune, uno scatto d’orgoglio da parte di tutti, per dare all’Italia la possibilità di andare avanti”. Ha auspicato, insomma, un nuovo patto sociale e anche la “pace sindacale”.

A questo riguardo, in particolare, ha detto che ha intenzione di incontrare la Fiom, come chiesto dal segretario Maurizio Landini in una lettera ricevuta ieri, ma questo non significherà “rimettere in discussione accordi già presi dalla maggioranza”.

La chiusura del discorso è stata affidata a una citazione di Albert Einstein sulla crisi come “benedizione” perché in grado di generare progressi, “perché è nella crisi che nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”.

LE REAZIONI

SOTTOSEGRETARIO LEGNINI, ”IMPEGNI PRESI DA MARCHIONNE OTTIMA NOTIZIA”

“Gli impegni assunti oggi da Marchionne sono finalmente un’ottima notizia per l’Abruzzo e per il Paese, dopo anni di progressiva caduta della produzione industriale. Il Governo farà tutto il possibile affinché si realizzi questo piano d’investimenti”, ha affermato il sottosegretario Giovanni Legnini che ha partecipato alla cerimonia nello stabilimento Sevel in Val di Sangro.

“A Marchionne ho espresso l’auspicio – ha osservato Legnini – di una nuova stagione di relazioni sindacali che non escluda nessuno. A tale proposito, ho apprezzato molto la disponibilità dell’amministratore delegato Fiat a incontrare la Fiom”.

CHIODI: ”SU SEVEL REGIONE PRONTA A FARE LA SUA PARTE

“La Regione Abruzzo è pronta a fare la sua parte nel processo di investimento che il Gruppo Fiat vuole avviare per la Sevel di Atessa”.

Lo ha garantito il presidente della Regione, Gianni Chiodi, all’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, nell’incontro riservato che ha anticipato quello aperto al pubblico di Marchionne e i vertici aziendali della Sevel.

“A Marchionne abbiamo dato risposte su alcuni problemi legati alla realizzazione di infrastrutture”, ha chiarito Chiodi.

Il riferimento è al completamento della Fondo valle del Sangro, un’opera ferma ormai da decenni.

“Esiste un vecchio progetto per il completamento – ha detto – sul quale ci sono previsioni di spesa di 120 milioni di euro. A Marchionne ho detto che la Cassa depositi e prestiti è disponibile a finanziare l’opera e nei prossimi giorni cercheremo di studiare una norma che permetta di legare il progetto della Fondovalle alla possibilità di finanziamento da parte della Cassa depositi e prestiti”.

Sull’annuncio fatto da Marchionne, Chiodi si è detto “fiducioso e convinto che l’Abruzzo e la Sevel non tradiranno le aspirazione di crescita del Gruppo Fiat. Questo intervento di 700 milioni di euro di investimenti sul nuovo Ducato – ha aggiunto – mette in sicurezza l’occupazione per i prossimi 10 anni”.

In questo senso, sulla competitività dello stabilimento abruzzese, che da solo produce il 10 per cento del Pil regionale, l’Ad Fiat ha fornito cifre importanti. In 30 anni sono stati prodotti 4,5 milioni di veicoli commerciali in un mercato europeo nel quale il Ducato ha stabilmente una quota che sfiora il 35 per cento.





Con oltre 6000 addetti Sevel, che ha una capacità produttiva di 200 mila veicoli all’anno, rappresenta uno stabilimento all’avanguardia sia dal punto di vista tecnologico (si riesce a realizzare uno scocca in un minuto) sia dal punto di vista della sicurezza con una forte riduzione negli anni di incidenti sul lavoro.

L’investimento di 700 milioni, ha sottolineato Marchionne, da una parte serve a rafforzare la leadership in Europa e dall’altro vuole ribadire il forte legame di fiducia del Gruppo con la terra d’Abruzzo. Proprio sull’aspetto della “territorialità” l’intervento di Marchionne è risultato decisivo. “

Questa fabbrica e questo territorio possono dare futuro”, ha detto, confermando che questo investimento apre un nuovo capitolo della storia di Sevel, in ragione della fiducia radicata negli abruzzesi. Parole che il presidente della Regione Gianni Chiodi ha detto di “condividere pienamente e che confermano ancora una volta come questo ambiente riesca a creare le condizioni favorevoli, così com’è accaduto per la De Cecco, per operare investimenti”.

PAGANO, ”GIORNATA STORICA, MARCHIONNE GRANDE ABRUZZESE”

“Questa è una giornata storica quella di oggi per l’Abruzzo. Marchionne ha dimostrato di essere un grande industriale e un grande abruzzese”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, a margine della visita dell’amministratore delegato della Fiat.

“Un investimento di 700 milioni su questa fabbrica, che rappresenta il più grande polo produttivo europeo per i veicoli commerciali – ha continuato Pagano – è la dimostrazione del grande amore che Marchionne ha per la sua terra e della fiducia che ha negli abruzzesi. E in un momento così difficile per l’economia italiana, assistere a operazioni di questo tipo e di questa portata, è un segnale incoraggiante che ci fa ben sperare nel rilancio del settore manifatturiero del nostro Paese e dell’Abruzzo in particolare, dove l’industria rappresenta il pilastro del sistema produttivo”.

NASUTI SU VISITA MARCHIONNE IN SEVEL

“Un investimento da 700 milioni di euro è molto più che uno spiraglio di luce: è un punto forte da cui ripartire per il futuro della nostra economia”. Lo ha dichiarato il Consigliere regionale Emilio Nasuti.

“Da qui si riparte – ha rimarcato Nasuti – per dare speranza non solo alla Val di Sangro e alla provincia di Chieti, ma all’intero Abruzzo. C’è un amministratore delegato pieno di entusiasmo come Marchionne, abruzzese ‘doc’ come ha più volte ribadito nel suo intervento, che ha voluto infondere fiducia ai 6mila lavoratori di questo stabilimento e alle altre migliaia dell’indotto. Anche la Regione è pronta a fare la sua parte, a partire dagli interventi per migliorare la logistica. Noi metteremo a disposizione tutto il supporto tecnico necessario, in quello spirito di collaborazione e sinergia che lo stesso Marchionne ha sottolineato essere indispensabile per rendere vincente questo progetto imprenditoriale”.

PICCHETTI FUORI SEVEL; FEGATELLI (FIOM), ”NON TUTTI ERANO CON NOI”

“La Fiom regionale dell’Abruzzo intende chiarire, qualora ce ne fosse il bisogno, che i picchetti e le dimostrazioni di stamattina fuori lo stabilimento Sevel di Atessa, in occasione della visita di Sergio Marchionne, non hanno visto né la partecipazione né tantomeno l’organizzazione di tutta la struttura Fiom, nazionale, regionale e provinciale. Come erroneamente riportato da alcune testate giornalistiche.

I picchetti di questa mattina non ci riguardano. Mentre ci riguarda moltissimo il volantinaggio svolto ieri fuori dalla fabbrica e i colloqui con tanti lavoratori, ai quali abbiamo espresso con chiarezza ciò che pensiamo della Sevel e dell’interno Gruppo Fiat”.

DI GIUSEPPANTONIO, ”SEVEL RIFERIMENTO IN EUROPA”

“Le prospettive di sviluppo industriale esposte oggi dall’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, mi lasciano soddisfatto e mi fanno ben sperare per il futuro della nostra terra, che con Sevel rappresenta da decenni un punto di riferimento nel settore dell’automobile per l’intera Europa”.

Il Presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, interviene così su Marchionne alla Sevel, specificando che “700 milioni di investimenti nell’arco di cinque anni significano tanto e rendono chiare le strategie del gruppo in Val di Sangro: è evidente infatti che l’obiettivo è restare all’avanguardia nell’automotive e rendere ancor più efficienti i processi produttivi del Ducato, veicolo leader nella sua categoria. Dopo oltre trent’anni le politiche industriali adottate nel nostro distretto industriale incidono ancora su quanto avviene nel resto dell’Europa”.

“Accolgo l’appello che Marchionne ha lanciato per avviare un percorso serio e definitivo che punti alla coesione nazionale – il pensiero di Di Giuseppantonio – e a un patto chiaro e rispettoso tra parti sociali e istituzioni, rilanciando la stagione dei diritti e dei doveri. Come presidente della Provincia di Chieti, unitamente ai sindaci dell’intero territorio, confermo la disponibilità per fare la nostra parte, in sinergia con gli altri attori del territorio, per fare quei grandi passi avanti che si aspettano le grandi aziende che potrebbero insediarsi in Val di Sangro: parlo di un sistema di infrastrutture nel suo complesso adeguato ai tempi e che sia in grado di rispondere alle esigenze che le nuove tecnologie impongono ai processi produttivi. Noi amministratori, Comuni, Provincia e Regione, dobbiamo impegnarci in un pressing costante verso il Governo centrale, affinché ponga in essere tutte quelle azioni per rilanciare definitivamente il percorso di crescita della nostra regione”.

“Nel rivolgere un plauso particolare anche al management locale, voglio infine rivolgere un invito all’ad del gruppo di Torino – ha concluso – si salvaguardino l’Abruzzo e gli abruzzesi che ogni giorno contribuiscono a rendere Fiat una grande realtò globale. L’ho sempre sostenuto e oggi sono ancor più convinto del fatto che quando l’Abruzzo gioca in squadra, è capace di fare grandi cose. E i risultati non tarderanno”.

MONSIGNOR FORTE, ”INVESTIMENTO IN SEVEL SEGNO DI SPERANZA”

“L’annuncio da parte di Marchionne di nuovi investimenti alla Sevel di Atessa è segno di speranza per la gente e i lavoratori che hanno fatto molti sacrifici e hanno grande potenzialità”, ha detto l’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, presente allo stabilimento Sevel. “

Vivo questo momento – ha quindi aggiunto – con grande gioia e speranza”.

 

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