LIBRI: PRESENTAZIONE A LANCIANO DI ”CORPO FELICE”, ROMANZO DI DACIA MARAINI

15 Febbraio 2019 13:32

Chieti -

LANCIANO – Corpo felice è il titolo dell'ultimo romanzo di Dacia Maraini che verrà presentato oggi a Lanciano (Chieti), durante l'incontro “Donne tra diritti e letteratura” promosso dall'associazione I colori dell'Iride e dalla casa editrice Rocco Carabba.

L'appuntamento è alle 17 nel polo museale di via Santo Spirito, dove la Maraini dialogherà con la giornalista Maria Rosaria La Morgia, mentre l'attrice e regista Eva Martelli leggerà alcune pagine del romanzo.

A distanza di oltre vent'anni Dacia Maraini torna ad affrontare il tema della perdita di un figlio e della dolorosa vicenda dell'aborto.





Lo fa in Corpo felice. Storie di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va, facendo riemergergere il tema dell'impossibilità di diventare madre, già presente in Un clandestino a bordo, libro del 1993.

Ad aprire il romanzo è un'immagine di lei bambina a Kyoto che scappa dai suoi genitori per un'accusa ingiusta, quella di aver sporcato un libro con dell'inchiostro.

La scrittrice nata in Toscana, cresciuta in Giappone e da sempre in giro per il mondo, è molto legata all'Abruzzo, tanto da aver scelto come “buen retiro” Pescasseroli (L'Aquila), pittoresco borgo nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo.

La Maraini anche nell'ultimo romanzo richiama l'infanzia trascorsa in Giappone, dove tra l'altro, con i genitori e le sorelle, tra il 1943 e il 1946 è stata internata in un campo di concentramento, perché il padre aveva rifiutato di riconoscere il regime collaborazionista della Repubblica di Salò.





“È un riferimento per spiegare la reazione a un'ingiustizia, la prima reazione di una bambina accusata ingiustamente – dice dell'incipit del libro l'autrice – Perché dopo tanti anni torna a parlare di aborto e maternità? Ci sono delle esperienze che non scompaiono mai, ma rimangono, come ferite: parlarne fa bene, aiuta a prenderne le distanze. Non sono ferite aperte, ma ferite che ogni tanto fanno male… come quando cambia il tempo”.

Lei ha scritto molto della situazione femminile, di cui oggi si parla ancora in termini abbastanza pessimistici: le cose vanno davvero così male? “La condizione delle donne – spiega in un'intervista al Centro – è sempre una condizione di difficoltà in una società e in un mondo che restano patriarcali e androcentrici. Sicuramente sono stati fatti dei passi avanti, in particolare dal punto di vista legale le cose sono cambiate molto e in meglio: da questo punto di vista in teoria la parità c'è. Da questa prospettiva vedo un regresso, una chiusura, una sorta di nuova forma di vero e proprio razzismo. Le prime vittime del razzismo sono le donne, anche prima degli stranieri, degli omosessuali, dei diseredati e di quanti vengono generalmente discriminati. Certo, non è una tendenza di tutti, ma di una parte della società purtroppo sì.

Anche nell'ambiente letterario e culturale esiste questa discriminazione? “Quando si tratta di mercato, no. Del resto le donne sono anche quelle che leggono più degli uomini. Quando però si entra nelle istituzioni letterarie – chiarisce – c'è ancora molta discriminazione nei confronti delle donne come in molti altri campi: c'è una piramide di comando dove la componente femminile è svantaggiata”.

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