LIBRI: ALBERI DELL’AQUILA, ALLA SCOPERTA DEI ‘CONCITTADINI VERDI’, ”CI SONO OLTRE 100 SPECIE!”

di Alberto Orsini

20 Marzo 2016 08:21

L'Aquila - Video

L’AQUILA – Una guida per conoscere gli alberi dell’Aquila, i “concittadini verdi” che, a uno screening senza pretese scientifiche ma con tanta passione dell’aquilano Fabio Esquilino, sono presenti in sorprendenti quantità e qualità nel territorio del capoluogo.

Nasce così il libro Alberi dell’Aquila, realizzato con schede puntuali ma comprensibili a tutti da Esquilino, 38 anni, che nella vita non è un botanico e fa tutt’altro mestiere, lavorando presso l’Agenzia delle entrate, ma che ha compiuto studi ad hoc coltivando letteralmente la sua inclinazione verde.

La pubblicazione è stata stampata con la partnership di Legambiente e il contributo della Fondazione Carispaq ed è disponibile nelle librerie Polarville e Colacchi.

“L’idea di base è condividere con gli aquilani la mia passione per gli alberi perché il rispetto inizia dalla conoscenza – spiega l’autore ad AbruzzoWeb – Ho voluto dare questo libro alla cittadinanza, donandolo a Legambiente, per creare una coscienza un po’ più allargata”.

“All’Aquila – fa notare – c’è una ricchezza botanica non indifferente, ho trovato 100 specie di alberi, molti dei quali inaspettati: entrambi i tipi di sequoia, la gigante e la sempreverde, il tasso, il pioppo bianco”.





Proprio il tasso costituisce “una specie da salvare, è diventato molto raro nei nostri boschi perché il suo è un ottimo legno”.

Sfogliando le pagine si viene così a sapere che, solo nel Parco del Castello, ci sono 33 specie senza contare gli arbusti.

Sono 50 in totale quelle censite, per ognuna vengono indicate le principali caratteristiche con un lessico semplice (“la pignetta la chiamo pignetta, non galbulo”) e la via o le vie aquilane dove trovarla, oltre a una foto per riconoscere ogni essenza.

Dal libro emerge così che in città spopolano gli abeti e gli aceri nelle tante varietà, ma la pianta più presente secondo Esquilino è l’ailanto, ritenuto infestante perché tende a sostituirsi alle varietà autoctone.

La più rara? La betulla, solo in via dei Farnese, ma anche il colorato sommacco che sta solo al piazzale della chiesa di Santa Rita.





E ancora, le grandi conifere di viale Alcide De Gasperi, per chi non lo sapesse, sono cedri, e i grandi alberi del ristorante Baco da seta due pioppi bianchi, mentre è una roverella a fare da “portale” del Parco del sole.

Chi abbia un po’ di pazienza e colpo d’occhio potrà riconoscere poi delle gigantesche sequoie, gli alberi più alti e più grandi del mondo, nel Parco del Castello ma anche a Casematte.

Esquilino non incasserà nulla dalla vendita dei volumi. “Fare tutto sempre per i soldi è fastidioso, c’è molto di più e ho voluto dare valore a questo libro”, spiega.

Si parla anche del grande incendio del 2007 a San Giuliano, che di alberi ne ha mietuti parecchi.

“Ha creato problemi a tutta la pineta, ma rientra anche nel ciclo vitale dei boschi e così i pini neri e austriaci bruciati verranno sostituiti da specie autoctone come leccio, carpino e frassino”, conclude Esquilino.

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