LEGGE RICOSTRUZIONE: SE SI METTE MALE LE NORME ERRATE SARANNO STRALCIATE

di Alberto Orsini

19 Giugno 2015 16:37

L'Aquila -

L’AQUILA – C’è anche lo “stralcio” delle parti malscritte, ovvero la cancellazione dal testo finale convertito in legge del decreto “enti locali” con le nuove regole sulla ricostruzione, come soluzione estrema qualora non si riescano a correggere le norme che erano state concordate diritte con il governo e invece inspiegabilmente sono uscite storte da palazzo Chigi.

È questa la novità, vagamente intrisa di pessimismo, emersa oggi nel vertice a palazzo Silone tra le associazioni di categoria e gli ordini professionali con il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, e la senatrice Stefania Pezzopane, tessitrice della proposta di legge che avrebbe dovuto fare da “libro mastro” al decreto e che, invece, alla fine va in contraddizione con esso.

I commi silurati dalla legge di conversione consentirebbero di scartare gli errori e mantenere le regole attuali oppure restare senza norme, in attesa di riproporre i correttivi nella proposta di legge da discutere nel suo complesso, questo chissà quando, però.

Tutti temi che andranno affrontati martedì prossimo, nel vertice al ministero dell’Economia con il sottosegretario Paola De Micheli per tentare di mettere a posto il testo sgangherato del dl.

“Va modificato il comma 2, dove si prevede che il progettista e il direttore dei lavori non possano avere avuto, negli ultimi tre anni, rapporti di alcuna natura con l’impresa affidataria dei lavori, anche in subappalto – elenca la senatrice in una nota – Così come vanno cambiate le norme che prevedono solo sanzioni penali per gli amministratori di condominio, l’articolato che prevede la risoluzione del contratto in caso di fallimento dell’affidatario dei lavori o di liquidazione coatta e concordato preventivo, come pure la nomina diretta dei direttori dell’Usra da parte del presidente del Consiglio dei ministri”.

Topiche che hanno attirato gli strali dei civici di Appello per L’Aquila che vogliamo, in Comune con Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini.

“Siamo al puro dilettantismo che rischia di bloccare la ricostruzione – scrivono – È evidente la mancanza di coordinamento e il pasticcio politico tra esponenti dello stesso partito”.





PEZZOPANE: “ECCO LE NORME DA CAMBIARE”

“Un confronto significativo e positivo, quello che si è tenuto stamattina in Regione, convocato da Giovanni Lolli, insieme al presidente della Provincia, a sindaci e amministratori del cratere, sindacati e associazioni di categoria, per fare il punto sulle modifiche da apportare all’art. 11 del decreto enti locali, relativo alla ricostruzione”.

Lo dichiara in una nota la senatrice aquilana del Partito democratico Stefania Pezzopane.

“Tutti hanno ribadito il valore della proposta di legge organica da me presentata, che vogliono venga presa come testo di riferimento – scrive – Nello stesso tempo tutti hanno concordato che alcune parti dell’art. 11 del decreto vanno cambiate, perché contengono previsioni normative che sono dannose e non sono il frutto dei tavoli che abbiamo avuto con il territorio nei mesi scorsi”.

In particolare, secondo la senatrice, “va modificato necessariamente il comma 2, dove si prevede che il progettista e il direttore dei lavori non possano avere avuto, negli ultimi tre anni, rapporti di alcuna natura con l'impresa affidataria dei lavori, anche in subappalto. Così come vanno cambiate le norme che prevedono solo sanzioni penali per gli amministratori di condominio – aggiunge – l’articolato che prevede la risoluzione del contratto in caso di fallimento dell’affidatario dei lavori o di liquidazione coatta e concordato preventivo, come pure la nomina diretta dei direttori dell’Usra da parte del presidente del Consiglio dei ministri”.

“Tutte norme che dovranno essere modificate, o con uno stralcio, o con emendamenti in sede di conversione, che richiamino le norme previste nel mio ddl – prosegue  poi – Norme studiate ed elaborate con il territorio e su cui i soggetti, che stamattina hanno preso parte al tavolo, hanno ribadito il loro sostegno. C’è stata al contrario grande amarezza per un testo del governo, che non ha recepito a pieno le norme già da tempo condivise”.

“Va in ogni modo chiarito – aggiunge ancora – che il decreto, per sua stessa natura, non ha valore retroattivo, pertanto tutti i contratti già in essere non potranno subire modifiche”.

“Martedì prossimo incontrerò, assieme a Regione, Provincia e rappresentanti dei comuni, il sottosegretario De Micheli, con la quale farò il punto della situazione, rappresentandole la necessità di cambiare alcune parti del decreto, non aderenti alle reali necessità del territorio – conclude – Dopodiché venerdì prossimo ci sarà un nuovo tavolo in Regione per fare il punto della situazione”.





APPELLO PER L’AQUILA CHE VOGLIAMO: “DILETTANTISMO PURO”

“Il decreto legge contenente norme sulla ricostruzione è per il nostro sindaco e la senatrice Pezzopane un giorno ‘un risultato importante, frutto di un ampio confronto che abbiamo svolto con il territorio e gli stakeholders’, il giorno dopo invece lo stesso testo ‘contiene gravi errori’. Siamo al puro dilettantismo che rischia di bloccare la ricostruzione”.

Così stronca la norma approvata dal governo il complesso di movimenti civici rappresentati in aula consiliare da Di Cesare e Vittorini.

“Ma andiamo per ordine: da oltre un anno è stato annunciato da vari esponenti del Pd un provvedimento legislativo sulla ricostruzione. Tanti annunci, decine di bozze che evidentemente hanno confuso gli stessi estensori se, incredibile a leggersi, su alcune materie, il decreto legge contraddice quanto predisposto dal disegno di legge della Pezzopane – proseguono i civici – È evidente la mancanza di coordinamento e il pasticcio politico tra esponenti dello stesso partito”.

“Oggi anche la maggioranza si scaglia contro il decreto legge promettendo cambiamenti in sede parlamentare – scrivono ancora – Ma, come ben si sa, il decreto entra in vigore subito e diventa legge delle Stato senza cambiamenti, altro che ‘testo ancora parziale’ come affermato dalla Pezzopane. In questi 60 giorni, in cui il decreto così com’è sarà legge a tutti gli effetti, può capitare veramente di tutto”.

Secondo Appello per L’Aquila che vogliamo, “poi se tra qualche mese fosse approvato il disegno di legge presentato al Senato le regole su alcuni punti cambierebbero di nuovo! Un doppio binario generatore di caos di cui sono responsabili coloro che questa partita l’hanno voluta gestire in perfetta solitudine: la fuggitiva sottosegretaria De Micheli e la senatrice Pezzopane – accusa – Erano mesi che sollecitavamo un percorso partecipato in una città che anni prima aveva apposto 50 mila firme a un proprio disegno di legge”.

“Magari in questo modo si sarebbero evitati i ‘gravi errori’. Infatti da sempre riteniamo che norme per limitare l’accaparramento di lavori per tecnici e imprese e tutelare i cittadini dal fallimento delle ditte siano sacrosante, ma quelle indicate nel decreto non risolvono il problema ma anzi ne creano di nuovi – scrive ancora – Fa specie poi che in un testo che dovrebbe contenere ‘Misure urgenti per la legalità, la trasparenza e l’accelerazione’ non si preveda nulla sulla disponibilità pubblica e accessibile a tutti, in formato aperto, dei dati della ricostruzione, delle imprese, dei subappalti, dei finanziamenti, dello stato della ricostruzione pubblica. Nulla!”.

“La popolazione non deve sapere, nessuna trasparenza ed evidenza pubblica sulle priorità e ordine di esame di pratiche e erogazione dei finanziamenti, per non parlare di quelli relativi alla sempre più trascurata ricostruzione pubblica – conclude – Un ‘capolavoro’, partorito dopo un anno di gestazione, dal governo Renzi e della maggioranza che governa, ancora per poco, questa città”.

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