MINUTI DI GRANDE TENSIONE DURANTE LA DISCUSSIONE DEL PROVVEDIMENTO. SOSPIRI MINACCIATA LA CACCIATA DALL’AULA

LEGGE ATER: SCONTRO MARSILIO-PETTINARI, ”SEI UN ANALFABETA COSTITUZIONALE”, ”IL PRESIDENTE OFFENDE”

15 Ottobre 2019 17:33

Regione - Politica

L'AQUILA – Clamoroso scontro in consiglio regionale tra il governatore, Marco Marsilio, e il consigliere Cinque Stelle, Domenico Pettinari, durante la discussione generale del progetto di legge di modifica della legge regionale 96, del 1996, che stabilisce i criteri per l’assegnazione delle case popolari.

Pettinari ha attaccato un aspetto particolare: il comma 3 dell’articolo 7, secondo cui non possono accedere alle assegnazioni o devono essere cacciati coloro che hanno riportato una condanna, anche in primo grado, per reati connessi alle violenze domestiche, mentre bisogna arrivare a una condanna passata in giudicato, quindi dopo tre gradi di giudizio, per tutti gli altri reati.

“Fate rimanere i criminali nelle case popolari – ha attaccato Pettinari – Quando dite che state irrigidendo la norma fate solo propaganda. Volete dire che siete più a destra della destra e poi lasciate i mercanti di morte nelle case. I reati domestici sono il 10% del totale di quelli commessi negli alloggi popolari: gli altri sono il 90%. Da lei, presidente Marsilio, mi aspettavo di più”.





Marsilio ha replicato, ironicamente, dal suo scranno: “Adesso è alleato con Luciano D’Alfonso, chieda a lui”.

Il governatore, nel suo intervento, ha argomentato: “Ho sentito un intervento di raro analfabetismo costituzionale e giuridico. Abbiamo sentito un consigliere che viene qui a reclamare il diritto di una legge regionale di andare contro una legge dello Stato. Non è così. Lei non ha capito nulla, gliel’hanno spiegato tante volte in commissione. Chi fa violenza domestica viene allontanato dal nucleo familiare, in virtù di atti precauzionali nei confronti delle vittime che continueranno a stare in casa senza avere l’orco. Anche se la condanna non è ancora passata in giudicato. Non faccia la gara a chi è più sceriffo, sennò dovrei dirle guardi bene con chi si accompagna, con chi è alleato politicamente (Pd, ndr)”.

“In tal caso dovrebbe essere lei a rispondere alla domanda: 'Perché gli spacciatori stanno a piede libero e non in galera?'. Chi è che fa le leggi che consentono agli spacciatori di restare a piede libero, perché prevale la cultura della modica quantità, del permissivismo, del fatto che drogarsi non è un reato? Le consiglio di andare dal suo ministro della Giustizia e faccia preparare una legge come quella che fece approvare il centrodestra. Lo chieda ai suoi alleati, magari al senatore D’Alfonso, la faccia scrivere a lui! La smetta di fare polemiche stupide su un argomento che non esiste. Lei, Pettinari, ha sostenuto senza sprezzo del ridicolo che si può cacciare di casa una persona condannata in primo grado. E lo continua a dire. Spero non abbia una laurea in giurisprudenza, le può credere solo qualche analfabeta”.

A quel punto Pettinari si è alzato e, urlando, ha chiesto la parola “per fatto personale”: “Il presidente non può offendere i consiglieri”. Sono cominciati minuti di grande tensione, con Pettinari e Marsilio in piedi, in un botta e risposta al vetriolo.





“Lei non è autorizzato a interrompere” ha detto Marsilio a brutto muso. “Lei non è solo un analfabeta costituzionale – ha rintuzzato il governatore – ma è anche un analfabeta dei regolamenti e un arrogante: pensa di poter decidere se e come la seduta deve proseguire. Sta cercando il suo quarto d’ora di visibilità”.

Nel frattempo il presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri ha invitato più volte Pettinari, anche in maniera concitata, a tacere e sedersi, addirittura arrivando a minacciare la cacciata dall’aula.

Nella contesa si è inserito, dal suo scranno, anche l’assessore Mauro Febbo: “Pettinari Studia!”.

 

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